Fallito il tentativo di acquisire Mediaset Premium, Vivendi ha optato per una joint-venture tra Tim Vision e Canal Plus. Resta però il problema dei contenuti. Così, ora il vero banco di prova è l’asta dei diritti calcio di serie A. E la ricerca di un alleato.
Autore: Augusto Preta Pagina 5 di 6
Fondatore di ITMedia Consulting, è stato consulente dell’Agcom in qualità di esperto e coordinatore del Libro Bianco sui contenuti. E’ stato consulente di Vivendi in occasione della fusione Newscorp / Telepiù. Ha partecipato a studi e ricerche per conto della Commissione Europea. Ha pubblicato presso Vita e Pensiero “Economia dei Contenuti” (2007) e “Televisione e mercati rilevanti” (2012). Docente di economia dei media, è Presidente del chapter italiano e membro del Board of Directors dell’International Institute of Communications (www.iicom.org). aupreta@gmail.com
Finora è stato tutto molto semplice: tanto più si diffonde internet, tanto più i colossi della rete si rafforzano e gli affari aumentano per tutti. Ora, però, il paradigma inizia a cambiare e tra le grandi società la competizione diventa diretta.
Sky e Mediaset hanno presentato offerte importanti per ottenere i diritti della Champions League. Perché il calcio continua a essere uno dei contenuti che differenziano una emittente dai suoi concorrenti. E perché l’Uefa applica la vendita per prodotto.
La Lega calcio si appresta a vendere i diritti della Serie A per il triennio 2018-2021. Il bando accoglie i rilievi dell’Antitrust, ma resta ancorato al concetto di piattaforma. Più vantaggiosa per tutti sarebbe stata una vendita per prodotto.
Con una decisione molto attesa, l’Agcom ha accertato che la partecipazione azionaria di Vivendi in Tim e Mediaset viola le norme. Ma il vero problema è una legge sulle telecomunicazioni che non risponde più allo sviluppo del mercato.
Dopo aver cambiato il modo di guardare la tv, Netflix e Amazon si affrontano su scala mondiale per conquistare l’egemonia nel mercato della produzione e distribuzione di contenuti televisivi. Il processo riguarda anche l’Italia e sarebbe bene occuparsene prima che sia troppo tardi.
Prima un accordo per lo scambio di azioni, poi la rottura, oggi la scalata di Vivendi al capitale di Mediaset. I passaggi di questa travagliata vicenda alla luce delle trasformazioni in corso nel mercato della televisione. Con nuovi modelli di business, nuove tecnologie e nuovi protagonisti.
L’accordo Vivendi-Mediaset conferma che i contenuti audiovisivi sono il fattore chiave per lo sviluppo delle reti a banda larga e ultra larga. Se la sfida si gioca sulla produzione dei contenuti e sulla loro distribuzione online, gli operatori europei studiano le strategie per rispondere a Netflix.
Finalmente arriva anche in Italia Netflix, la società che offre film e serie in streaming. Come cambierà il nostro panorama televisivo? Nei primi tempi è probabile che si affermi un modello complementare di fruizione da parte dei consumatori. Ma poi a soffrire saranno soprattutto le pay tv.
Sul tema dello zero rating si combatte in Europa un’aspra battaglia che rischia di far arenare anche la proposta di legge europea sulla neutralità della rete. Eppure, a prima vista sembrerebbe un falso problema, visto che a trarne vantaggio è il consumatore. Perché è meglio decidere caso per caso.