Qual è il futuro della televisione nell’era digitale? Avrà ancora un ruolo? E il servizio pubblico? A queste domande cerca di rispondere il libro “La televisione del futuro”. Quattro le prospettive di analisi: tecnologica, economica, sociale e di policy.
Autore: Augusto Preta Pagina 1 di 5
Fondatore di ITMedia Consulting, è stato consulente dell’Agcom in qualità di esperto e coordinatore del Libro Bianco sui contenuti. E’ stato consulente di Vivendi in occasione della fusione Newscorp / Telepiù. Ha partecipato a studi e ricerche per conto della Commissione Europea. Ha pubblicato presso Vita e Pensiero “Economia dei Contenuti” (2007) e “Televisione e mercati rilevanti” (2012). Docente di economia dei media, è Presidente del chapter italiano e membro del Board of Directors dell’International Institute of Communications (www.iicom.org). aupreta@gmail.com
Subito dopo la morte di Silvio Berlusconi, il titolo Mediaset è salito in Borsa. Segno che il mercato si aspetta un cambiamento. È presto per dire in che direzione. Potrebbe tornare di moda persino l’accordo con Vivendi, anche se molto è cambiato dal 2016.
La Lega calcio di Serie A ha pubblicato il bando per l’assegnazione dei diritti tv per cinque stagioni. Ci sono varie novità, che puntano ad aumentare ancora i ricavi per le società. Ma tv e fornitori di servizi in streaming vivono una fase di incertezza.
Superata da Disney per numero di abbonati, Netflix apre alla pubblicità. La decisione è conseguenza di una svolta nel mercato: la competizione non è più solo sulla disponibilità di spesa, ma sulla capacità di catturare l’attenzione del consumatore.
Sport e calcio in particolare hanno favorito in passato lo sviluppo della pay-tv tradizionale. Ora sono protagonisti di un’altra trasformazione del sistema, con il prevalere dello streaming. Nuovi attori garantiranno le risorse necessarie alla crescita.
È in dirittura d’arrivo la legge che recepisce la direttiva sui servizi di media audiovisivi. Impone obblighi molto rigidi agli operatori on demand. Ma è una scelta che non difende la nostra industria audiovisiva, anzi finisce per penalizzarne lo sviluppo.
Dazn, con Tim, si è aggiudicata la trasmissione delle partite del campionato di calcio. Ma il passaggio dal mondo broadcast a quello dell’online e delle reti a larga banda non è stato indolore. Ora si profila una guerra dei prezzi, oltre che degli ascolti.
Il 2020 è stato un anno eccezionale sotto tanti punti di vista. Nel panorama dei media rappresenta uno spartiacque tra il mondo del broadcasting tradizionale e il nuovo mondo della banda larga e dello streaming video. Ora la nuova frontiera è lo sport.
Dopo cinque anni di aspre battaglie, si chiude forse definitivamente la vicenda Mediaset-Vivendi. Nel frattempo, però, il mondo della televisione è completamente cambiato, rendendo difficilmente realizzabile il progetto iniziale.
Da settimane la Lega calcio rinvia la decisione sui diritti televisivi della Serie A per il prossimo triennio. Due le offerte, di Sky e Dazn. Quali effetti avrà la scelta finale sul futuro del calcio e di tutto il sistema dei media e delle comunicazioni?