La possibilità di emettere azioni a voto plurimo incentiva le quotazioni perché consente di mantenere il controllo di un’azienda con un più contenuto investimento di capitale. Evita anche la fuga verso altri mercati. L’esempio di tre borse asiatiche.
Autore: Carlo Emanuele Pupo
Carlo Emanuele Pupo, avvocato, ha conseguito il dottorato di ricerca in diritto commerciale presso
l'Università di Tor Vergata. È stato professore a contratto presso le Università di Verona e di Parma e
attualmente è RTDb di diritto commerciale presso l'Università degli Studi di Urbino. É componente della
redazione delle riviste Giurisprudenza commerciale e Giurisprudenza arbitrale, nonché socio del Centro
studi di diritto concorsuale e della Society of european contract law. Per Il Mulino ha pubblicato “Azioni
a voto maggiorato e azionista “leale” - Dato empirico e proposte di riforma”.