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Autore: Carlo Melzi d'Eril

Melzi d'Eril Carlo Melzi d’Eril è dottore di ricerca in procedura penale e avvocato in Milano. Si occupa di diritto penale e nel 2010 ha fondato, con altri colleghi, lo studio legale ACCMS. Insegna nella Scuola di specializzazione dell’Università di Pavia e dell’Università Bocconi e nell’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino. È coautore di tre volumi in materia di diritto dell’informazione e ha pubblicato più di ottanta articoli in numerose riviste scientifiche. Fa parte del comitato scientifico di LexAmbiente e Diritto Penale Uomo ed è tra fondatori e direttori di Medialaws – Rivista di diritto dei media. Dal 2004 collabora con Il Sole 24 Ore.

La modifica della prescrizione non velocizza i processi

La contrazione dei tempi del processo non passa attraverso la modifica della disciplina della prescrizione. Mentre per raggiungere l’obiettivo sono più utili altri interventi previsti nella riforma Cartabia. Ma le nuove norme non eliminano il vero nodo.

Mai più violenze in carcere

I fatti di Santa Maria Capua Vetere hanno aperto una ferita nel tessuto della nostra democrazia. Ora l’obiettivo più importante è evitare che si ripetano. Dopo l’introduzione del reato di tortura, servono altre misure. Sono note, basta realizzarle.

Ergastolo ostativo: diamo fiato alla speranza

Il diritto alla speranza non può essere negato neppure al condannato all’ergastolo: lo stabilisce la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. E la Corte costituzionale lo ha ribadito, con l’ordinanza sull’ergastolo ostativo. Ora tocca al Parlamento.

Giustizia in Europa tra buone notizie e vecchie debolezze

Dal Rapporto sull’efficienza e qualità della giustizia in Europa emergono miglioramenti accanto ad alcune croniche debolezze. Per il nostro paese, oltre alla lentezza dei processi, preoccupano i dati sulla fiducia nell’indipendenza della magistratura.

Così il coronavirus è rimasto fuori dal carcere

Nelle carceri italiane la diffusione del coronavirus è stata contenuta. Anche prima dei provvedimenti del governo, i magistrati di sorveglianza hanno utilizzato norme già presenti nel nostro ordinamento per garantire la salute di detenuti e personale.

Violenza domestica tra le mura del lockdown

Nel periodo di lockdown le segnalazioni ai centri contro la violenza sulle donne sono aumentate. Mentre il Codice rosso ha mostrato tutti i suoi limiti. Le vittime si tutelano attraverso prevenzione, protezione e sostegno. E i colpevoli vanno perseguiti.

Quando il processo a distanza rischia di non essere giusto

Per consentire il proseguimento dell’attività giudiziaria anche nel corso dell’emergenza sanitaria, il governo propone di svolgere in videoconferenza l’esame di alcune parti. Ma è una scelta che rischia di minare il principio del contraddittorio.

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