La riforma fiscale di Trump non può essere letta come un atto ostile verso l’Unione Europea. Anche perché le misure adottate sono da tempo presenti nelle legislazioni europee. È invece un legittimo tentativo di riguadagnare la competitività perduta.
Autore: Dario Stevanato
Dario Stevanato, Professore ordinario di diritto tributario presso l'Università di Trieste e Avvocato cassazionista.
Ha recentemente pubblicato, per Il Mulino, "La giustificazione soclale dell'imposta" (2014) e "Dalla crisi dell'Irpef alla flat tax" (2016).
La web tax italiana è mossa dall’intenzione di anticipare soluzioni necessarie e urgenti. Per non cadere nella discriminazione verso gli istituti stranieri, rischia però di innescare un’autolesionistica disintermediazione del sistema bancario nazionale.
Riformare l’Irpef è urgente. Anche per una questione di equità, visto che il sistema ha perso ormai ogni razionalità e di fatto i redditi di lavoro sono gli unici che oggi pagano aliquote progressive. Qual è la perdita di gettito con un’aliquota unica.
La modulazione delle aliquote Irpef in funzione dell’età anagrafica andrebbe probabilmente incontro a un giudizio di incostituzionalità. Se il reddito è lo stesso non c’è ragione perché un contribuente giovane debba pagare meno imposte di uno maturo. Gli argomenti a sostegno non convincono.
Nel 2015 il fisco ha recuperato una cifra record di imposte evase, vicina ai 15 miliardi. Ma nello stesso tempo si è indebolita l’attività di contrasto al fenomeno, con una caduta di accertamenti e controlli formali e degli incassi che ne derivano. Nessuna soluzione per la micro-evasione di massa.