Sulle Rsa mancano regole nazionali. Così ogni regione dà una propria interpretazione dei servizi che devono garantire e della compartecipazione ai costi richiesta alle famiglie. La legge delega di riforma è un’occasione per definire criteri più uniformi.
Autore: Eleonora Perobelli
Ricercatrice CERGAS nell’Area Social Policy and Social Innovation, dove fa parte dell’Osservatorio Long Term Care. Ha partecipato a numerosi progetti legati alla programmazione locale delle politiche sociali, all’innovazione nei servizi sociali e sociosanitari. Contribuisce stabilmente al Rapporto OASI, Osservatorio sulle Aziende e sul Sistema sanitario italiano. I suoi interessi di ricerca riguardano i processi di innovazione nei sistemi di welfare e le forme di gestione e progettazione nei servizi sociali e sociosanitari. Dal 2018 coordina il corso di perfezionamento universitario Casamanager rivolto ai manager delle aziende casa. È autrice del White Paper OCAP 1/2019 “L’innovazione digitale nei servizi di Welfare” e del White Paper OCAP 2/2019 “Il cambiamento del welfare locale: il riposizionamento dei servizi”.
Le persone più giovani appaiono pronte a preoccuparsi in anticipo dei rischi legati alla non autosufficienza. Istituzioni e organizzazioni devono iniziare a promuovere servizi nuovi che siano più vicini alle necessità delle famiglie di oggi e di domani.
Il modello italiano di edilizia residenziale pubblica non è sostenibile economicamente e allo stesso tempo rischia di essere poco equo. Il problema non sono le inefficienze ma sistemi di gestione di mercato che si confondono con interventi di welfare.
La diffusione del Covid-19 nelle Rsa è sotto i riflettori in Italia e in tutto il mondo. Sono però profonde le differenze di misurazione e tante le carenze nei dati. Attenzione perciò ai confronti e alle conclusioni affrettate.