Per emergere nel campionato italiano una piccola società di calcio deve puntare su un modello di business sostenibile, che aumenti il flusso di ricavi. Potrebbero riuscirci le nuove proprietà straniere, che portano con sé un più forte approccio manageriale.
Autore: Emanuele Pizzurno
Emanuele Pizzurno, PhD, è professore di ingegneria economico-gestionale presso la Scuola di Ingegneria Industriale della LIUC Università Cattaneo. In passato è stato visiting professor presso l'Università Nordakademie di Amburgo e affiliate faculty presso l’Institute for Strategy and Competitiveness dell’Harvard Business School. Attualmente è inoltre professore a contratto presso la Scuola Mattei – Eni Corporate University, il Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano e la Bologna Business School e si occupa di formazione manageriale e advisory presso aziende e primari istituti bancari. Nel 2020 e nel 2023 è stato premiato a livello nazionale e internazionale per l’eccellenza e l’innovazione didattica.
I temi di ricerca e di didattica prevalenti riguardano la gestione della tecnologia e dell’innovazione; si è inoltre occupato a lungo di sostenibilità e gestione ambientale d’impresa. Su questi temi è autore di libri e di numerose pubblicazioni scientifiche internazionali.
Il coworking è un’idea affascinante. Ma è un modello che produce risultati vantaggiosi per le aziende che gestiscono gli spazi e per quelle che li utilizzano? L’analisi del bilancio di un’impresa italiana del settore lascia più di un dubbio.
Acquistare calciatori a “parametro zero” permette di ottenere successi immediati, se il manager è bravo. Ma non basta per garantire uno sviluppo strutturale della società. L’arrivo dei fondi nelle proprietà porterà forse a una maggiore cultura d’impresa.
Sconfitta in finale alle ultime due edizioni degli Europei, l’Inghilterra si prende la rivincita nel confronto con i bilanci delle federazioni italiana e spagnola. Per patrimonio e ricavi la Football Association è infatti nettamente superiore a Figc e Rfef.
Come dice il suo mister, l’Atalanta non è una squadra indebitata e il suo bilancio è quello di una società solida dal punto di vista finanziario. Il suo limite è condiviso da tutte le piccole imprese italiane: non costruire la struttura per crescere.
È impossibile fare un confronto sui conti economici delle quattro semifinaliste della Champions League di calcio. Solo il Borussia Dortmund pubblica il suo bilancio, mostrando una gestione solida. Bayern Monaco, Psg e Real Madrid sono più ricche e più opache.
Nel derby dei conti, il Milan batte l’Inter, grazie a ottimi bilanci e una gestione positiva sotto il profilo aziendale. Meno buoni finora i risultati sul campo. Ma sulla solidità economica il club rossonero può costruire un progetto sportivo di successo.
Qual è il risultato di una ipotetica sfida tra Inter e Juventus sui numeri di bilancio? La gestione aziendale dei nerazzurri è migliore di quella dei bianconeri, ma sulla società milanese pesa il bond da 409 milioni. Quanto incide lo stadio di proprietà.