L’accesso universale alla elettricità entro il 2030 è uno dei Sustainable development goals delle Nazioni Unite. Nonostante i miglioramenti, in Africa è un obiettivo ancora lontano. Bisogna coinvolgere il settore privato, sostenuto da sussidi pubblici.
Autore: Emilio Sacerdoti
Consulente Banca Mondiale, Fondo Europeo di Sviluppo e FMI su paesi emergenti e in via di sviluppo. Dal 1978 al 2009 funzionario del Fondo Monetario Internazionale , e capo missione in 15 paesi dell’Africa Sub Sahariana e Medio Oriente. Precedentemente funzionario della Banca d’Italia. Ha conseguito il PH D alla Yale University.
Per combattere la povertà nell’Africa sub-sahariana è indispensabile la crescita del settore agricolo. Il potenziale è enorme, per territori agricoli ancora poco e male coltivati. I paesi dell’area lo sanno e propongono piani di sviluppo ambiziosi.
Arrivano da Egitto e Tunisia molti dei migranti che nel 2021 hanno chiesto asilo in Italia. L’analisi della situazione economica dei due paesi spiega perché. A partire da un rapporto fra occupazione e popolazione in età di lavoro particolarmente basso.
Nel 2050, la popolazione dell’Africa sarà raddoppiata rispetto al 2019. Perché il tasso di fecondità scende molto lentamente. Ma una forza lavoro in costante aumento e ben poco scolarizzata difficilmente potrà trovare impiego senza investimenti massicci.
Anche in futuro si continuerà a emigrare, specie dai paesi dell’Africa subsahariana. Si può tentare di ridurre i flussi mettendo fine alle guerre e con politiche che permettano l’aumento del Pil, la riduzione della crescita della popolazione.