Il disegno di legge di bilancio 2025 modifica gli ambiti su cui si concentrano le agevolazioni a favore del Mezzogiorno. Fa presagire un cambio di rotta sugli incentivi agli investimenti nella Zes unica. I tasselli che mancano per un riordino efficace.
Autore: Ferdinando Ferrara Pagina 1 di 2
Consigliere della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dottorato di ricerca in economia e politiche per lo sviluppo presso l’Università Federico II di Napoli. E’ stato Capo del Dipartimento per la programmazione economica e, dal 2018 al 2022, Capo del Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Al bando Pnrr del 2021 per le mense scolastiche avevano partecipato pochi comuni meridionali, benché fossero le zone dove più c’era bisogno di incrementare il servizio. Ora, invece, c’è stato un cambiamento di rotta, che ha varie interpretazioni.
Una quota rilevante delle risorse dei fondi europei per la coesione inizialmente destinati agli investimenti pubblici viene dirottata verso agevolazioni alle imprese. Necessario un cambio di regole e governance per migliorare l’efficacia degli interventi.
Complessità e incertezze hanno caratterizzato la procedura per la concessione del credito d’imposta Zes, tanto da richiedere cambiamenti in corsa. Il ripensamento ha però fatto emergere indicazioni utili su come rendere più efficace l’agevolazione.
Il passaggio dal bando all’avviso ha convinto vari comuni del Sud a chiedere le risorse per la costruzione di asili nido. Altri continuano a rinunciare, nonostante siano inadempienti rispetto alla quota di copertura. Per loro rimane una sola soluzione.
La proroga concessa dalla Commissione europea alla decontribuzione nelle regioni del Sud è l’ultima: dal 1° gennaio del 2025 l’agevolazione non sarà più compatibile con il regime europeo sugli aiuti di Stato. Che fare delle risorse stanziate sino al 2030?
Dal 2024 il credito di imposta per il Mezzogiorno si è trasformato in una nuova misura per la Zes unica. Riguarda sempre gli investimenti effettuati nelle otto regioni meridionali, ma sono cambiati criteri e modalità di accesso e fruizione. Sarà efficace?
Il decreto legge “Pnrr quater” chiarisce le conseguenze sulla finanza pubblica della riformulazione del Piano, nonché la diversa sorte delle misure che ne sono state escluse. Si tratta di una rimodulazione complessiva delle risorse per investimenti.
Lo stato di avanzamento degli interventi dei programmi finanziati con i fondi nazionali per la coesione è insoddisfacente. Pesa l’assenza di regole credibili e l’eccessiva polverizzazione dei progetti. Le prospettive per il nuovo ciclo di programmazione.
Il numero di studenti con redditi particolarmente bassi che accedono alle agevolazioni economiche per lo studio universitario è soddisfacente. Ma resta alta la percentuale di chi non ne beneficia pur avendo i requisiti. I motivi e le possibili soluzioni.