Serve una riforma complessiva per riportare razionalità nel sistema di tassazione del reddito personale, distinguendolo dal sostegno alle famiglie. Come ottenere maggiore equità, benefici per gran parte dei nuclei familiari e riduzione della povertà.
Autore: Fernando Di Nicola
Già dirigente nella Direzione Studi Inps, consigliere per le politiche fiscali nel Dip. delle Finanze Mef, ricercatore per le politiche fiscali e sociali all'Isae ed Esperto Tributario del Secit. Economista nel campo delle politiche fiscali e redistributive, comprese le forme di sostegno ai carichi familiari e contrasto della povertà.
Negli interventi sul sistema pensionistico si dovrebbero considerare almeno tre profili: finanza pubblica, equità attuariale, azione redistributiva. Sono obiettivi già difficilmente compatibili per essere resi ancora più complicati e inefficienti, come fanno le misure della legge di bilancio 2017.
La disponibilità del 730 precompilato può rappresentare una novità positiva, in grado di snellire il rapporto tra fisco e contribuente e diminuire i costi di adempimento. Lo è senz’altro per i contribuenti senza oneri detraibili. Altri invece potrebbero rimetterci.
La progressività dell’Irpef non va eliminata, ma razionalizzata. Riducendo le detrazioni e introducendo trasferimenti monetari basati sulla prova dei mezzi per il complesso dei redditi familiari. Il sistema permetterebbe di abbassare le aliquote sui redditi bassi e medi, alzando quella più elevata.
Con il passare degli anni l’Irpef è stata caricata di troppi compiti diventando un’imposta inefficiente e iniqua. Il Nens ha lanciato una proposta per riformularla e creare una progressività della tassazione adeguata. I costi dell’operazione.
Una riduzione-abolizione di oneri impropri come disoccupazione, maternità, malattia, Cuaf permetterebbe di ridurre il cuneo contributivo senza alterare l’impianto del sistema pensionistico e risolverebbe un’anomalia della struttura del costo del lavoro italiano. Mentre l’aumento dei contributi previdenziali di parasubordinati e autonomi renderebbe economicamente conveniente un riequilibrio tra dipendenti e atipici e affronterebbe per tempo il grave problema del basso trattamento pensionistico che si prospetta per un crescente numero di lavoratori.
Una circolare dell’Agenzia delle entrate estende la deduzione per carichi familiari alla base imponibile delle addizionali regionali e comunali. Sul piano giuridico, è un esempio di modifica legislativa attraverso “interpretazione”. Tanto più discutibile perché si interviene su una previsione legislativa sufficientemente definita. Sul piano economico, il gettito delle Regioni e dei Comuni subisce un’ulteriore e più sostanziosa riduzione. E si ripropone la questione di un risparmio d’imposta molto variabile in base al reddito e con frequenti tratti di regressività.