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Autore: Francesco Giubileo

giubileo È Dottore di ricerca in Sociologia del lavoro. Si occupa di valutazione dei servizi pubblici per l’impiego e di digitalizzazione delle politiche attive del lavoro. In passato è stato consigliere di amministrazione di Afol Metropolitana e consulente in materia di lavoro e formazione professionale di Regione Lombardia e Friuli Venezia Giulia.

I tanti problemi della formazione professionale

Non sempre la formazione professionale è in grado di garantire migliori chance occupazionali. Quello che manca in Italia è una corretta valutazione degli strumenti via via introdotti. E l’opportunismo degli enti formativi rischia di produrre inefficienze che a volte finiscono per essere premiate.

È il momento di creare lavoro

I Centri per l’impiego non possono più limitarsi alla mediazione tra offerta e (scarsa) domanda di lavoro, mentre la formazione non risolve il problema dei disoccupati di lungo periodo. Servono investimenti in supporto o creazione diretta di occupazione. Ma senza aumentare la spesa pubblica.

Servizi per l’impiego, non bastano i livelli essenziali

La riforma Fornero prevede l’introduzione di livelli essenziali anche per i servizi pubblici per l’impiego. Rischia di essere solo un marchio di qualità su servizi che però non risolvono il problema del collocamento dei disoccupati.

Un call center per trovare lavoro

Sono soprattutto le attività burocratiche che impediscono ai Centri per l’impiego di erogare servizi efficienti alle imprese. Perché i pochi operatori si dedicano a queste, tralasciando i compiti di intermediazione. Per ovviare al problema si dovrebbe arrivare a una informatizzazione avanzata dei servizi pubblici. Oppure potrebbero essere esternalizzate le attività di primo contatto e tutta la parte di back-office amministrativo. Ciò permetterebbe di utilizzare meglio il portale Cliclavoro. La “migliore azione” per rispondere alle esigenze di chi si rivolge al servizio.

UNA MAPPA PER TROVARE LAVORO

Una tecnica avanzata della Geographic Information Systems permette di realizzare modelli spaziali che consentono di conoscere con estrema precisione dove si concentri un determinato fenomeno socio-economico. Per esempio, è possibile indicare in maniera dettagliata dove si trova lavoro. E dunque utilizzando le mappe di densità si possono elaborare politiche per il lavoro più efficaci. In particolare, si può migliorare la fase di orientamento al lavoro dei giovani. E anche aiutare chi, a qualunque età, è alla ricerca di un impiego. A un costo praticamente nullo.

 

LA RISPOSTA A LUIGI OLIVERI

Ringrazio Luigi Oliveri per il suo articolo “Meglio potenziare i servizi pubblici all’impiego”, in quanto permette di approfondire un tema da me esposto. Prima di soffermarmi sulle proposte alternative dell’autore, ritengo necessario fare alcune precisazioni riguardo la mia proposta.

LA VIA INGLESE AL COLLOCAMENTO

Oggi i Centri per l’impiego non riescono a soddisfare tutte le richieste di chi è alla ricerca di un lavoro, con risultati ben inferiori a quelli dei servizi pubblici inglesi o tedeschi. Per migliorare il servizio di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro, sarebbe opportuno adottare strategie presenti ad esempio nel Regno Unito. Qui l’attività di intermediazione è interamente delegata all’attore privato, sulla base di gare di appalto o convenzioni, in modo da aumentare le chance occupazionali dei disoccupati più svantaggiati.

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