Il capitalismo di stato può davvero rappresentare un modello di crescita sostenibile? Uno studio sulle imprese vietnamite mostra che i vantaggi politici garantiti a quelle di proprietà statale hanno ostacolato i benefici generati dalla globalizzazione.
Autore: Giammario Impullitti
È professore associato di Economia presso la University of Nottingham da settembre 2013. In passato è stato assistant professor alla University of Cambridge e alla IMT Lucca e Max Weber post-doctoral fellow allo European University Institute di Firenze. Attualmente è Fellow del CESifo di Monaco di Baviera, del IAE-CSIC di Barcelona e del Centro Studi Luca d’Agliano di Milano. Ha conseguito il dottorato di ricerca in economia alla Sapienza di Roma nel 2003 ed il PhD alla New School for Social Research di New York nel 2006. La sua ricerca si è concentrata sulle aree di economia della crescita, commercio internazionale, disuguaglianza economica, e politiche dell’innovazione, con un approccio sia teorico che empirico. Ha pubblicato articoli accademici su prestigiose riviste internazionali.
Nel 1981 l’amministrazione Reagan rispose alla concorrenza europea e giapponese con sgravi fiscali per la ricerca e sviluppo. Fu una scelta corretta. Il protezionismo riduce gli incentivi a innovazione e crescita, con gravi danni nel lungo periodo.
Se il cambiamento dell’università italiana deve arrivare da istituzioni come l’Imt Lucca vanno previsti adeguati strumenti di valutazione. Per tener conto degli obiettivi prefissati e delle loro peculiarità, anche finanziarie, rispetto agli altri atenei.