Le aree più deboli del paese si sviluppano, ma il loro è uno sviluppo frenato. Perché le politiche territoriali non sono ancora riuscite a innescare un circuito virtuoso di crescita endogena. I motivi sono politici più che tecnici. Non cè consenso infatti nel considerare le politiche di sviluppo territoriale come un tassello essenziale del rilancio dellintero paese. Sono forti invece le tentazioni per un ritorno ai trasferimenti a imprese e cittadini, elettoralmente più paganti. Mentre la riforma costituzionale del 2001 ha contribuito a ridurre le risorse.
Autore: Gianfranco Viesti
Gianfranco Viesti (Bari 1958) è professore ordinario di economia applicata nel dipartimento di scienze politiche dell’università di Bari. I suoi interessi di ricerca includono le politiche industriali e regionali e i processo di integrazione europea. Nel 2021 ha pubblicato il volume “Centri e periferie. Europa, Italia, Mezzogiorno dal XX al XXI secolo” (Laterza)
Il sistema delle agevolazioni industriali nelle aree deboli dItalia resta barocco. E mentre assorbe ingenti risorse, è difficile valutarne lefficacia: serve davvero a garantire investimenti aggiuntivi delle imprese? Dallanalisi dei dati si ricava che al Sud è molto alta la spesa diretta verso lindustria, ma è basso il flusso di denaro pubblico per beni e infrastrutture, quelli che davvero potrebbero assicurare la crescita nel lungo periodo.