Il Sistema sanitario nazionale va preservato. Per farlo serve una programmazione sanitaria che tenga conto delle previsioni demografiche e di domanda. Il contrario di quello che avviene oggi, quando si chiedono più medici, mentre mancano gli infermieri.
Autore: Giovanni Fattore
Giovanni Fattore ha studiato in Bocconi (laurea in discipline economiche e sociali) a Harvard (MSc in Health Policy and Management) e a LSE (PhD in Social Policy) dove ha anche lavorato come teaching assistant and Research Officer. Si occupa di politiche sanitarie, del farmaco, della nutrizione, health technology assessment e riforme della pubblica amministrazione. Ha fondato con Elio Borgonovi il Master in International Healthcare Management Economics and Policy (MIHMEP) nel 1999. E’ professore ordinario dal 2012 ed ha diretto il Dipartimento di Analisi delle Politiche e Management Pubblico (ora Social and Political Sciences) dell’Università Bocconi. E’ Docente SDA e affiliato al CERGAS e al F Dondena. È Associate Editor di Health Policy e rappresentante per l’Italia (con il prof. Walter Ricciardi) del Health Systems Policy Monitor dell’OMS.
Il Pnrr mette gli infermieri al centro degli investimenti per la sanità. È una grande occasione per valorizzare la professione con vantaggi per tutti, dagli infermieri stessi ai medici, dai pazienti alle casse dello stato. Non mancano però gli ostacoli.
Il documento di programmazione per la sanità territoriale ha molti pregi e una rilevanza strategica. Solleva però alcuni aspetti problematici, che andrebbero subito risolti. A partire dall’insistenza sulle sedi fisiche fino alla frattura territorio-ospedale.
Il documento di programmazione che recepisce il Pnrr per l’assistenza sanitaria territoriale definisce standard operativi per case di comunità, ospedali di comunità e assistenza domiciliare. Ma sembra ignorare le conseguenze sulla spesa corrente del Ssn.
I virus si diffondono attraverso reti sociali. Studiando questi processi possiamo mettere a punto strumenti di contrasto al contagio complementari a quelli sanitari. Per esempio una app che sia una sorta di radar delle infezioni.
La sostenibilità del sistema sanitario si garantisce trovando forme aggiuntive di finanziamento. Va ripensato il sistema delle compartecipazioni, con un miglior bilanciamento dei ticket su assistenza specialistica, farmaci e ricoveri ospedalieri.