Il governo si appresta alla riorganizzazione e privatizzazione delle partecipate locali. È utile allora fare un primo bilancio di quanto accaduto nel settore marittimo. Il rischio è che alla maggiore efficienza gestionale corrispondano tariffe più alte.
Autore: Guido Nannariello
Dirigente pubblico.
Con il nuovo codice degli appalti l’offerta economicamente più vantaggiosa diviene il criterio di scelta ordinario per l’aggiudicazione delle gare, mentre si riduce l’ambito di applicazione del massimo ribasso. La riforma è una grande opportunità se si evitano alcuni rischi con scelte coraggiose.
I tempi di realizzazione delle opere pubbliche aumentano. Per mancanza di fondi e per l’eccessiva frammentazione degli interventi. Così non si risolve il deficit infrastrutturale del paese, né si rilancia la crescita. Le procedure di valutazione dei progetti e le reali possibilità di concretizzarli.
La dimensione media degli interventi finanziati con fondi strutturali è nel Mezzogiorno almeno tre volte superiore rispetto al resto del paese. In termini assoluti, però, si ha una vera e propria polverizzazione dei progetti. Bisogna invece concentrare gli sforzi in un’unica direzione.
L’attuale impianto di aiuti alle imprese va smontato perché macchinoso e poco funzionale, per costruirne uno nuovo più adeguato e flessibile. Partendo dalla corretta quantificazione delle risorse, si dovranno ridurre i livelli di governo della spesa e rendere prevalenti le procedure automatiche.
Con il perdurare della crisi si moltiplicano le richieste di garantire un sostegno alle imprese per il rilancio dell’attività produttiva. Per evitare il rischio di sprechi è necessario procedere a una corretta quantificazione delle risorse pubbliche erogate. Un compito complesso, a cui si è dedicato il Servizio studi della Ragioneria dello Stato. I risultati mostrano che l’ammontare destinato alle aziende ha sfiorato i 12 miliardi di euro nel 2010. Evidente anche uno spostamento di risorse dagli strumenti di incentivazione diretta agli incentivi fiscali.