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Il desk de lavoce.info è composto da ragazzi e ragazze che si occupano della gestione operativa del sito internet e dei social network e delle attività redazionali e di assistenza alla ricerca. Inoltre, sono curati dal desk il podcast e le rubriche del fact checking, de "La parola ai grafici" e de "La parola ai numeri".

Tutti i numeri del ministro Gelmini*

“Sono più di 50mila i profili tecnici richiesti dalle imprese che la scuola non riesce a formare”
“Con l’’ultima finanziaria abbiamo recuperato 10mila nuovi posti di lavoro per gli
insegnanti, 6.500 nuovi posti di lavoro per personale tecnico-amministrativo e anche un nuovo concorso per presidi per 3.000 nuovi posti”.
Mariastella Gelmini, ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca – conferenza stampa di inaugurazione dell’anno scolastico, 2/9/2010.

Un commento sui criteri per la carriera universitaria*

Il lavoro di Marcuzzo e Zacchia, e il dibattito conseguente, aiutano a verificare la “tenuta” dei criteri adottati e a individuare possibili linee di affinamento.

UN CONTRIBUTO AL “CONTORNO”

La definizione dei criteri per ciascuna delle 14 aree CUN è del dicembre 2008, in risposta ad una richiesta della Ministro.
La linea seguita dal Comitato Area 13 è stata quella di una soluzione di “equilibrio dinamico” fra:

– la specificità dei contenuti e metodi dell’’Area, la quale è la più differenziata fra le 14 Aree CUN, si pensi alla distanza fra econometria, statistica e matematica e l’’economia, l’’economia aziendale, la storia economica, la storia del pensiero economico, l’’organizzazione, la merceologia;
– l’’articolazione delle proposte provenienti dalle altre Aree CUN per il necessario coordinamento “di sistema”;
– e il clima di “urgenza istituzionale” all’’epoca incalzante perché si percepiva alto il rischio che altri soggetti-enti avrebbero potuto essere invitati a provvedere; ad es., a gennaio 2009, il Parlamento ha redatto e approvato “in diretta” l’’art. 4 della Legge n.1 in cui si dice che chi non ha pubblicazioni scientifiche non accede agli incrementi salariali, poi peraltro rimossi dalla manovra Tremonti, e non accede a Commissario di prove concorsuali.

Il Comitato ha quindi:

– lavorato in modo coordinato assieme a 14 Accademie e Società scientifiche dell’’Area 13 con molteplici incontri su documenti scritti;
– inserito i criteri entro logiche differenziate di reclutamento dei ricercatori e di promozione ad associato e ordinario puntando, in una logica di supporto, ad “alzare l’’asticella” complessiva lasciando spazio alle autonomie disciplinari o di sede;
– per questa via ha proposto un framework  ragionato cercando di evitare nei criteri estremismi di automatismo e/o di approssimazione e mettendo a disposizione uno strumento per le policy locali.

DUE DETTAGLI DA SOTTOLINEARE

In primo luogo, il dibattito sui criteri per i ricercatori ci ha visti spesso isolati entro il CUN. In molte altre aree CUN per i ricercatori si prevede un numero elevato di pubblicazioni, con implicita correlazione “molte pubblicazioni = alta anzianità”. Noi abbiano sostenuto logiche di policy di reclutamento concorrenziali sul piano internazionale lasciando spazio al giudizio sul potenziale dei candidati, da reclutare da giovani (da ciò il requisito su una sola pubblicazione), e sollecitando un risveglio istituzionale sull’’efficace utilizzo dell’’istituto della “conferma in ruolo”.
Questa linea è stata condivisa con le Accademie e Società scientifiche dell’’Area e con la Conferenza dei Presidi di Economia e di Scienze Statistiche, anche se poi i risultati dei giudizi di conferma in ruolo 2008-09 per i ricercatori nei 19 SSD dell’’Area hanno mostrato risultati assai differenziati per SSD e, in particolare, in solo due SSD (SECS-P/01 e SECS-P/07) si è riscontrato un tasso di rinvio ad una seconda scadenza di circa il 10%.
Il secondo punto da sottolineare riguarda il ruolo delle Accademie e Società scientifiche come “interlocutori esperti” fra il quadro di riferimento disponibile e le soluzioni analitiche da adottare nel tempo (anche a seconda degli stadi evolutivi delle discipline). Questa soluzione organizzativa ha rappresentato anche la chiave operativa adottata dal CUN per la precisazione dei criteri identificanti il carattere scientifico delle pubblicazioni nella costituenda “anagrafe nazionale dei docenti”, premessa tecnica necessaria per implementare l’’art. 4 della L. n.1/2009 (si vedano i pareri nel sito CUN). In futuro, in sostanza, le Accademie e Società scientifiche saranno chiamate a farsi carico di contribuire ai processi di valutazione con liste di riviste scientifiche nazionali e internazionali (in proposito un esempio interessante per lo stadio avanzato della discussione al suo interno è quello dell’’AIDEA) e con liste di editori accreditabili.

UN PERCORSO A OSTACOLI

E’’ un percorso particolarmente faticoso quello in cui versa la valutazione della ricerca in Italia, sempre sospeso tra “fiammate comunicative” di principio e di richiamo e prassi di implementazione lente, spesso contraddittorie e non sempre trasparenti, specie quando il processo decisionale si avvicina ai livelli della Politica. Qualche esempio: i criteri 2008 sono ancora una base di “moral suasion” e non un Decreto attuativo, pur citato nella L. n.1/2009; il Bando VQR 2004-08 del CIVR (che poteva consolidare il “discorso evolutivo” dei criteri) è fermo da mesi (forse in attesa del Consiglio Direttivo dell’’ANVUR che però avrà bisogno di molti, troppi, mesi per essere operativo); il PRIN langue: i fondi 2008 sono arrivati solo recentemente e i Garanti 2009 ad oggi devono ancora essere scelti nell’’ambito delle terne fornite da CUN, CRUI e CEPR ad aprile; il Decreto di distribuzione del Fondo di Finanziamento Ordinario 2010, col “Fondo premiale” che recupera i criteri sulla ricerca, a fine agosto 2010 non è ancora disponibile e così via.
Il CUN, organo istituzionale, cerca, anche col contributo dell’’Area 13, di tenere una linea di “responsabilità consapevole”, ma spesso mancano interlocutori davvero interessati a farsi carico con sistematicità e continuità dei problemi del Sistema Universitario.

Francesco Favotto, Alessandra Petrucci, Ezio Ritrovato

* Gli autori sono membri del Comitato Area 13 del CUN

Tremonti: ” Festival dell’economia? Non mi hanno invitato”

“Non mi hanno invitato. E io il festival lo faccio a Bruxelles o in Corea” – Giulio Tremonti ministro dell’’Economia di Trento – rispondendo ai giornalisti sul perché della sua assenza al Festival dell’’Economia di Trento.
L’affermazione del minstro Tremonti è falsa.
Tremonti è stato invitato, non per la prima volta, con una lettera del presidente della Provincia di Trento Lorenzo Dellai E ha incaricato la sua segreteria di declinare l’invito come si può constatare qui sotto.

A cura di Davide Baldi e Ludovico Poggi

Berlusconi e gli aumenti di stipendio degli statali

“..Abbiamo imposto una piccola rinuncia agli aumenti a quei 3 milioni 700mila impiegati pubblici che però come tu hai ricordato negli ultimi vent’’anni hanno avuto un aumento dei loro stipendi che è stato quasi il doppio di quello ottenuto da coloro che hanno lavorato nel privato …”.
Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio – nel corso di un suo intervento alla Confcommercio, 16/06/2010

IL REDDITO DEL POLITICO ITALIANO E AMERICANO *

In Italia l’indennità parlamentare annua, in termini reali (misurate in euro 2005), è aumentata da 10.712 euro nel 1948 a 137.691 euro nel 2006, il che significa un aumento medio del 9,9 per cento all’anno e un incremento totale del 1185,4 per cento. Negli Stati Uniti, la retribuzione lorda (in dollari del 2005) è cresciuta da 101.297 dollari nel 1948 a 160.038 dollari nel 2006 (con un aumento del 58 per cento), ovvero in incremento dell’1,5 per cento all’anno. Nello stesso periodo, il Pil pro capite è aumentato del 449,5 per cento al tasso annuale del 3,2 per cento in Italia e del 241,7 per cento, a un tasso di crescita annuo del 2,1 per cento, negli Stati Uniti.
La figura 1 e la figura 2 mostrano per entrambi i paesi un improvviso e sostenuto aumento delle retribuzioni dei parlamentari negli anni ’60, seguito da un significativo calo negli anni ’70 (a causa soprattutto dell’elevata inflazione). Ma, mentre negli Usa gli stipendi sono rimasti costanti in termini reali dopo il 1980, quelli dei parlamentari italiani hanno continuato a crescere del 3,9 per cento.
Come si può vedere dai grafici durante la prima repubblica i legislatori italiani risultano sottopagati rispetto ai loro colleghi statunitensi fino alla fine degli anni ’80, anche se il differenziale si è ridotto nel corso di questo decennio. Dal 1994, dall’inizio cioè della seconda repubblica, si osserva il fenomeno inverso. Lo stipendio medio dei membri del parlamento italiano supera quello dei colleghi statunitensi e la forbice si è ampliata tra la fine degli anni’90 e i primi anni 2000.
Alcune considerazioni sono cruciali per comprendere gli andamenti mostrati nelle figure. Mentre il 1948 segna l’alba della Repubblica italiana, a quel tempo il sistema americano era già una democrazia consolidata con una stabile struttura istituzionale. La politica rappresentava già un settore lavorativo ed essere deputato al congresso era un impiego a tempo pieno. In Italia non accadeva lo stesso. Inoltre, è importante sottolineare che, diversamente dagli Stati Uniti, ai deputati e senatori italiani era concesso mantenere le loro professioni durante il mandato parlamentare (fatta eccezione per l’impiego in altre istituzioni pubbliche o private controllate direttamente o indirettamente dal governo e per le occupazioni a tempo pieno). Con ciò si voleva evitare un peggioramento delle loro condizioni economiche, visto che a quel tempo le indennità parlamentari erano relativamente basse. Dopo 1965, il trattamento economico dei parlamentari è migliorato sensibilmente, non soltanto in confronto a quello dei membri del Congresso americano, ma anche rispetto agli stipendi del settore privato in Italia, rendendo piuttosto controversa un’eventuale doppia occupazione. Infatti, nel 1985, l’indennità parlamentare di un deputato o sentore, espressa in termini reali (84.229 euro), era 4,2 volte superiore allo stipendio medio annuo di un lavoratore del settore privato (20.268 euro) e nel 2004 risultava pari a 146.533 euro e quindi 6,5 volte superiore alla retribuzione reale media di un privato (22.712 euro). Eppure i parlamentari italiani possono continuare a ottenere retribuzioni addizionali, oltre all’indennità parlamentare. Questo non è consentito negli Stati Uniti, se non per piccole somme.

* Tratto dal libro "Classe dirigente – L’intreccio tra business e politica" a cura di Tito Boeri, Antonio Merlo e Andrea Prat (Università Bocconi Editore)

ELOGIO DEL BORGHESE

Scrive Ricossa parlando del Borghese
ch’ei di pensieri e rischi molti se ne prese
e le fatiche ed un più lungo orario,
mai li evitò, qual del dover gregario.

Or che il paese s’è ritrovato in stallo,
quale ricetta se non di riportarlo in ballo,
poiché coll’indomito suo spirito del fare
ci induca a correr e avanti di balzare.

Lui non capisce il parlar politichese,
vuole crear lavoro e suscitare imprese,
s’impegna a morte, persegue il risultato,
conta sulle sue forze, senza impetrar lo Stato.

Com’obiettivo non ha la quiescenza,
dell’innovare non può restarne senza,
gli piace parlar chiaro, semplice e diretto,
per questo la Sinistra gli nega l’intelletto.

Borghesi veri sono perciò tutti coloro
ch’hanno scelto la missione del lavoro,
perché così si da al sociale un senso
e s’appartiene al vero, meritorio censo.

Borghese è il prof  che insegna con amore
lo è pure lo statal che non ti fa un favore,
se in coda allo sportello gli chiedi il suo servizio
e in fretta ti risponde, scorciando il tuo supplizio.

Chi è borghese non sosta in doppie file,
sente la responsabilità del vivere civile,
paga le tasse, però vorrebbe un fisco giusto
e ammodernar lo Stato, ormai così vetusto.

Non s’è capito che se il Borghese manca,
addio riforme e il PIL va lento e arranca,
perciò gridiamo ai fannulloni “basta”
e pure ai troppi che si son fatti casta.

Largo ai borghesi a Roma e alle regioni,
negli spedali, nella ricerca, nelle professioni:
non devesi mai più sprecar manco gli spilli,
sennò ci ritroviamo l’urna pien di grilli.

Maurizio Maggini

IL PECCATO

Un genio dell’assurdo si è dimesso
Sommerso dagli assegni circolari
Sbarrato l’occhio e l’aria un po’ da fesso
Come una lepre bloccata sotto i fari

Ambiva ad una casa prestigiosa
Dopo il ritorno al ruolo di governo
Ma non avendo tempo per la cosa
Ad un amico si rivolse, assai fraterno.

L’amico, il consulente, il consigliori
Nella catena entrarono in parecchi
Offrendo attici che solo lor signori,
Ampie vetrate, con stucchi e grandi specchi.

Ma un vero amico per non imbarazzarti
Non vuol costringerti a rispondere che è caro
Che con i mezzi con cui puoi destreggiarti
Non ti è possibile proceder fino al varo.

E allor che fa, essendo un vero amico?
Vede di aggiungere qualcosa di sua tasca
Ma per non fare che tu scopra  l’intrico
Cela le cose, che il sospetto non ti nasca.

Così il salone con vista al Colosseo
lo compri al prezzo di una casa popolare
e con orgoglio lo consideri un cammeo
botta di culo e emblema nobiliare

La ricompensa per quell’altra volta
Quando dovesti dar le dimissioni
Per aver sinceramente confessato
Che quel Biagi era un gran rompicoglioni

E pensare che Berlusca a te pensava
Quando usciron le storie di tangenti
Con il nome di Verdini che ballava
E una fila di altri maggiorenti

Ti pensava sulla tolda del partito
Democristiano di solida esperienza
Maestro nell’officiare il vecchio rito
Del negar tutto promettendo trasparenza

E invece in pochi giorni un gran pantano
Questo pastrocchio che ha del goffo e del sinistro
Doppio peccato per un democristiano
Dimettersi due volte da ministro!

Potemkin

LETTERA APERTA ALL’AVVOCATO BENESSIA

Caro Avvocato Benessia,
grazie ai verbali del Comitato di gestione della Compagnia di San Paolo del 14 aprile pubblicati ieri dal Corriere della Sera, sappiamo finalmente quale deve essere il profilo ideale del candidato Presidente del consiglio di gestione di Intesa-Sanpaolo. Si deve trattare di persona “… espressione della cultura torinese, torinese per nascita e famiglia, diplomato alla maturità presso il liceo Massimo D’Azeglio e laureato all’Ateneo torinese”. Oppure di persona “…nata a Torino, che ha conseguito la laurea in giurisprudenza nel locale Ateneo ed è stato vincitore, primo in graduatoria della borsa di studio Luciano Jona dell’Istituto Bancario San Paolo di Torino”.
Insomma lo abbiamo capito: per essere dei bravi banchieri bisogna essere torinesi dentro. Ammettiamo, tre torinesità non sono facili da trovare riunite nella stessa persona. Siamo perciò più che mai partecipi, caro avvocato, delle sue ambasce ora che, dopo la rinuncia di Domenico Siniscalco, lei si trova una casella vuota che sarà difficile riempire. Ma non si disperi. I numeri sono dalla sua parte. A Torino risiedono 126.075 dazegliani con entrambi i genitori nati a Torino. L’89,2 per cento di questi adora i gianduiotti, il 73,2 ingurgita la bagna càuda almeno tre volte al mese (e utilizza 600 mg di citrosodina a testa). Un buon 60 per cento (per l’esattezza il 61,3 per cento) mangia due volte al dì i grissini torinesi. C’è un 22,4 per cento di accaniti bevitori di “birre torinesi doc”. Un 4,2 per cento ha gustato le palle di toro fritte servite da Luciana Lettizzetto a un selezionato pubblico sotto la Mole e l’1,2 per cento partecipa al coordinamento “Torino Pride”. Dimenticavamo: se proprio faticasse a trovare tra questi qualcuno disposto a fare il banchiere, ci sono i turisti svedesi di nome Tore, i visitatori della Chiesa di San Salvatore a Torino di Sangro e i sostenitori del boss Salvatore Torino. Insomma, avvocato, non si disperi: di persone con la stoffa del banchiere ce n’è. Le suggeriamo anche un test per valutare le loro competenze, sempre che a queste lei sia interessato: chieda loro di verificare i numeri di cui sopra.  

DUE ANNI DI GOVERNO

La XVI legislatura ha compiuto due anni e tra pochi giorni sarà trascorso lo stesso periodo di tempo per il governo Berlusconi, insediatosi l’8 maggio 2008. Il bilancio della legislatura coincide in larga parte con quello del governo sia perché fino a questo momento il perimetro della maggioranza è rimasto identico, sia perché in Parlamento la compagine governativa domina con i numeri l’attività legislativa. Riprendendo una formula analoga a quella di un anno fa cerchiamo di mettere in luce con dieci schede, ciascuna dedicata a uno dei principali temi della politica nazionale, che cosa è stato fatto o non è stato fatto in questo primo biennio. La raccolta è stata in parte curata da Pietro Ichino e pubblicata anche sul suo sito.

CONSOB: PER NON PERDERE ALTRI SETTE ANNI

Con il presidente Lamberto Cardia in scadenza (dopo 13 anni in Commissione, di cui sette come numero uno) e un commissario appena dimesso, la Consob è alla vigilia di un rinnovo al vertice. In questi ultimi anni si è affermata come crocevia notarile nelle grandi operazioni finanziarie, non come paladino degli investitori. Importante che la scelta cada su persone in grado di garantire all’autorità del mercato mobiliare una vera indipendenza dalla politica e dagli interessi di parte.

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