Lavoce.info

Autore: Desk Pagina 124 di 202

Il desk de lavoce.info è composto da ragazzi e ragazze che si occupano della gestione operativa del sito internet e dei social network e delle attività redazionali e di assistenza alla ricerca. Inoltre, sono curati dal desk il podcast e le rubriche del fact checking, de "La parola ai grafici" e de "La parola ai numeri".

SE QUESTO È UN GOVERNO…

Vorremmo ringraziare il Presidente del Consiglio, e vorremmo farlo per due ragioni. Perché in effetti avevamo notato qualche collega di fede rossonera segnarsi con gesti scaramantici e virare nell’umore. Ora sono tutti più sereni. E vorremmo farlo perchè ha la sensibilità di dedicare anche a questi piccoli, ma significativi dettagli parte del suo prezioso tempo. Ora, chiarito l’equivoco e rasserenati gli animi, Presidente, per favore, torni al lavoro.

p.s. vorremmo anche segnalare al Presidente che il sito del Governo è stato probabilmente attaccato da un nuovo e malizoso virus, noto come conflictofinterest. Ha la particolarità di prendere gli annunci postati sul sito del Milan e dirottarli su quello del Governo.

DISOCCUPAZIONE GIOVANILE

 

IL 5 PER MILLE: FACCIAMONE BUON USO

 

Assieme alla dichiarazione Irpef è tornato il 5 per mille. È la terza volta, dal 2009, che l’Associazione La Voce compare nell’elenco degli enti a cui si può volontariamente destinare il 5 per mille della propria Irpef.  

IL 5 PER MILLE DEL 2009

Si sa che il 5 per mille va in larga parte a una ristretta cerchia di beneficiari grandi e famosi. Dai dati disponibili, del 2009, emerge che, nel settore dove è inclusa anche l’Associazione La Voce, nove enti ricevono, ciascuno, il 5 per mille dellÂ’Irpef di più di 100 mila contribuenti e che 24 enti ricevono importi che vanno da 1 milione a 10 milioni di euro.
Vi è però anche grande frammentazione: gli enti che si contendono il 5 per mille sono complessivamente più di 40 mila, di cui più di 28 mila nello stesso settore dell’Associazione La Voce. Qui, lÂ’80 per cento circa dei beneficiari è stato scelto da non più di 250 contribuenti e il 45 per cento da non più di cinquanta. Guardando agli importi ricevuti dagli enti, lÂ’85 per cento per cento non supera i 10 mila euro e il 72 per cento riceve non più di 5 mila euro.
L’Associazione La Voce non è certo tra i pochi grandi enti che ricevono milioni, ma i risultati del primo anno sono incoraggianti. Ci hanno dato il 5 per mille della loro Irpef 375 contribuenti (grazie!), per un importo totale di più 26 mila euro. È una somma importante, sia nella distribuzione del 5 per mille, sia per il nostro bilancio. Assieme ai fondamentali contributi dei lettori, ci consente di continuare a vivere.
Noi de lavoce.info possiamo fare di più, anche per migliorare la qualità degli interventi e offrire nuovi servizi. Occorre però che un numero crescente di lettori, di collaboratori, di nostri amici e parenti si ricordi, pagando l’Irpef, di questo numero di codice fiscale: 97320670157.

SENZA PAROLE

Tempo fa, lavorando sui dati delle forze lavoro Istat, mi sono imbattuto in uno strano file pdf prodotto dallÂ’Istituto. Pensando si trattasse di un errore avevo chiuso il file.
Ieri, l’ho rivisto. Sperando fortemente di sbagliarmi, ho fatto una breve ricerca nella documentazione Istat sulle forze lavoro. Purtroppo, non mi sbagliavo:  negli ultimi due anni qualcuno dell’Istituto statistico ha scritto e pubblicato documenti come questo, allegandolo alla documentazione ufficiale dei dati sulle forze lavoro:
Questo file è appositamente vuoto. Tutte le informazioni relative all’indagine sono descritte nel file “Nota metodologica” e negli altri allegati.”
A volte lÂ’Istat ci lascia senza parole

Lucy la Franca

PRODUZIONE INDUSTRIALE

 

I CONTRATTI DEI GIOVANI

 

ISTRUZIONE E STIPENDI DEI PARLAMENTARI

 

REVISIONE DEL PIL, EFFETTO TROMPE-L’OEIL

L’Istat ha pubblicato il dato del Pil 2010: +1,2 per cento rispetto al 2009. Nelle stime preliminari del Pil,  pubblicate il 15 febbraio, l’Istat registrava una crescita del 1,1 per cento rispetto al 2009, anno in cui il  Pil italiano era sceso del 5,0 per cento sul 2008.
Si tratta di una revisione al rialzo di uno 0,1 per cento? Non proprio. L’Istat ha semplicemente rivisto il dato dell’anno precedente. Il Pil del 2009 è sceso, sul  2008 non del 5 per cento, ma del 5,2 per cento.  Lo stesso livello di Pil del 2010 si applica dunque a un più basso livello del Pil 2009. Per questo la crescita risulta maggiore.
Ricordiamo che in tempi di grandi crisi è fondamentale tenere come riferimento i livelli a cui eravamo prima della recessione: il nostro Pil è ancora dello 5,2 per cento più basso rispetto al primo trimestre 2008.

LE DIFFERENZE DI SALARIO TRA UOMINI E DONNE

 

TRA SCUOLA PUBBLICA E PRIVATA: UNA DOMANDA AL MINISTRO GELMINI

Il ministro Gelmini, nel difendere le parole di contrapposizione della scuola privata e scuola pubblica pronunciate dal Presidente del Consiglio al congresso dei Cristiano riformisti, ha sostenuto:
“Noi vogliamo un sistema educativo che abbandoni vecchi slogan e punti sul merito, sull’efficienza e sulla valutazione per valorizzare ancora di più il ruolo dei docenti e dare agli studenti una formazione di qualità.”
Affermazione più che condivisibile. Vediamo allora di applicare i parametri suggeriti dal Ministro Gelmini alla scuola pubblica e privata.
Il grafico qui sotto mostra i punteggi di scuole pubbliche e private nei test Pisa condotti nel 2006 in Italia. Pisa (acronimo di Programme for international student assessment) è una indagine internazionale promossa dall’Ocse nata con lo scopo di valutare con periodicità triennale il livello di competenze dei quindicenni dei principali paesi industrializzati Come si vede chiaramente, gli studenti delle scuole private hanno un livello di competenze acquisite nettamente inferiore a quello degli studenti delle scuole pubbliche sia nelle conoscenze matematiche, sia nella comprensione del testo, sia nelle competenze scientifiche. Si noti che queste statistiche non tengono conto del livello di istruzione e di reddito dei genitori (più alto nella scuola privata) che mediamente porta a risultati migliori dei figli. Qualora si controllasse per questi fattori il divario sarebbe ancora più accentuato.
Spesso in Italia la scuola privata ospita figli di famiglie ricche che cercano di recuperare anni persi nell’istruzione pubblica. In altre parole la scuola privata serve come canale per evitare la selezione della scuola pubblica e contribuisce ad abbassare il livello qualitativo medio del sistema educativo.

Ministro Gelmini, alla luce dei test Pisa non crede che, almeno sin quando i rendimenti della scuola privata non miglioreranno, andrebbe riconsiderata la sua scelta di tagliare i fondi alla scuola pubblica e di aumentare i trasferimenti alla scuola privata?

Valore mediano misurato sugli studenti quindicenni italiani che frequentano il secondo anno degli istituti classificati sulla base dellÂ’assetto istituzionale.

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