Lavoce.info

Autore: Desk Pagina 134 di 202

Il desk de lavoce.info è composto da ragazzi e ragazze che si occupano della gestione operativa del sito internet e dei social network e delle attività redazionali e di assistenza alla ricerca. Inoltre, sono curati dal desk il podcast e le rubriche del fact checking, de "La parola ai grafici" e de "La parola ai numeri".

IL COMMENTO DI SUSANNA CAMUSSO, SEGRETARIO CONFEDERALE CGIL, ALL’INTERVENTO DI BOERI E GARIBALDI

Ovviamente su lavoce.info la valutazione del documento di Confindustria, parte dall’ipotesi degli economisti su quale futuro per il modello contrattuale. Per noi non può che partire invece dalla piattaforma di Cgil Cisl Uil e dalla nostra valutazione di come si affronta la “questione salariale”.
Un punto di condivisione forte con gli autori, c’è il bisogno di rilanciare la contrattazione di secondo livello, per noi senza sacrificare la funzione di tutela del potere d’acquisto delle retribuzioni contrattuali. Certo nella definizione del documento di Confindustria l’indicatore previsionale appare poco trasparente, manca la definizione, ma si precisa la depurazione, ma soprattutto perché senza verifica e conguaglio in caso di scostamento si produce una programmazione della riduzione del salario, ulteriormente aggravata dalla scelta di determinare una nuova base di calcolo, inferiore a quella definita nei CCNL.
Qualora l’indicatore invece corrispondesse all’inflazione realisticamente prevedibile – così l’abbiamo definita in piattaforma – proprio per evitare che ci siano effetti dilatori abbiamo proposto che l’erogazione degli aumenti corrispondesse alla scadenza del contratto precedente.
Sull’elemento di garanzia, mentre noi ipotizziamo che siano le categorie, nei contratti, a definirne le caratteristiche, il testo Confindustria delimitandolo a coloro che non hanno mai avuto nessun aumento oltre i minimi contrattuali, in verità lo rende assolutamente residuale, superabile da una qualunque politica salariale unilaterale e proprio per questo inefficace in termini di incentivo alla contrattazione di secondo livello.
Nell’articolo è definito che l’insieme delle procedure è molto complesso, e finalizzato ad evitare il ritardo nei rinnovi. Ebbene è proprio in queste procedure che sta il “carattere” della posizione di Confindustria. Quell’infinito elenco di procedure costellato di sanzioni, arbitrati, diventa un insieme di divieti che limita la contrattazione soprattutto al secondo livello. La limita, anche perché la consegna alla stessa formulazione del 23 luglio ’93 – l’attuale prassi – non innovando in nessun modo neanche il dove si può fare; ne limita i contenuti, e lo stesso premio di risultato finalizzato solo ad ottenere sgravi fiscali, non ad intervenire in relazione all’organizzazione, innovazione, produttività e professionalità.
In sintesi diventa una proposta che ha paura della contrattazione, che per delimitarla propone macchinose modalità finalizzate ad attuare divieti, vincoli, controlli. Un insieme di regole che leggono la contrattazione oggi, come barbarie, allora meglio non diffonderla, in questo sì il contrario di ciò di cui l’Italia ha bisogno.

LA REGIONE SICILIA E LA RIFORMA CALDEROLI

Gregorio Arena Uff. Stampa Regione Sicilia

Su queste colonne e su Repubblica del 14 settembre, in un articolo a firma di Tito Boeri e Massimo Bordignon, è scritto che (secondo la bozza Calderoli) l’accisa sui carburanti sarebbe una tassa esigibile all’atto dell’immissione al consumo con la conseguenza che “i bolognesi e genovesi le pagano e i soldi vanno in parte o tutte ai siciliani”. Nella realtà accade invece che le accise sui carburanti attualmente pagate dai siciliani vengano assegnate alle Regioni a Statuto ordinario ai sensi di due leggi (la 449/97 e1a244/07). Infine l’affermazione secondo la quale “la Sicilia è la Regione che già prende più trasferimenti dallo Stato con una percentuale pari al 20% di tutti i trasferimenti erariali alle Regioni” è smentita dal Ministero dell’economia (dati anno 2006) dai quali risulta che l’incidenza della spesa statale in Sicilia è pari al 7.54%.

CRISI FINANZIARIA, UNA DOMANDA A… MARCO ONADO

Bear Stearns, Fannie Mae, Freddie Mac, Lehman Brothers e Aig: nei meccanismi della finanza qualcosa è saltato. Dove bisogna cercare le cause di questa crisi senza precedenti? E come giudicare gli interventi delle autorità americane?

 

LA RIVOLUZIONE SICILIANA

Gentile Sindaco di Vittoria, Giuseppe Nicosia,

voglio esprimere tutto il mio sostegno all’iniziativa promossa dal suo Comune che prevede sgravi d’imposte comunali, per chi denuncia i tentativi di estorsione subiti. Questa scelta si somma ad altre – dello stesso segno civile – realizzate dal Comune di Gela, dall’emittente locale Telejato e dalla Confindustria regionale guidata Ivan Lobello e tutte insieme fanno sperare a tanti cittadini come noi, che amano la vostre splendida terra – che una stagione di cambiamento si stia lentamente avviando.

Lei e la sua Giunta onorate la splendida Sicilia. Complimenti e continuate così.
Un caro saluto

Massimo Marnetto – Roma

***

Il provvedimento del sindaco di Vittoria si ricollega idealmente allÂ’iniziativa lanciata da lavoce.info per chiedere alle forze politiche di prendere impegni concreti contro la criminalità organizzata. EÂ’ unÂ’iniziativa lodevole quella di Giuseppe Nicosia. In una società malfuzionante, è questo  il miglior uso che si possa fare del denaro pubblico: offrire un premio per indurre un cittadino a fare qualcosa che beneficia enormemente centinaia di persone. Ma vi è un secondo effetto, forse anche piuÂ’ importate di questo incentivo meccanico: l’uso dei soldi pubblici come premio per i siciliani che aiutano la giustizia denunciando le estorsioni mafiose legittima quella azione, legittima la gente a parlare, a denunciare, contrapponendosi direttamente alla cultura dellÂ’omertà.
Mettendo a disposizione di chi parla risorse della comunità, la comunità stessa, guidata da chi ha responsabilità di governo, segnala ai suoi membri ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Di questo bisogna, come fa il nostro lettore, essere molto grati al Sindaco di Vittoria che assume su di sé la responsabilità della decisione: ci vuole coraggio per fare una cosa del genere in Sicilia dove il rischio che corre quest’uomo è alto, molto alto. EÂ’ questo si spera lÂ’inizio di una rivoluzione, una rivoluzione siciliana
.

IL GOVERNO MASTRO LINDO

Ecco una teglia incrostata di unto
Grigia di anni e di tanto calcare
Niente paura, nessun disappunto
C’è Mastro Lindo e torna a brillare.

Non devi stare a grattare per ore,
con la paglietta e il panno abrasivo
la crema magica, niente sudore,
toglie i problemi, rimedio fattivo.

Noi questo spot lo vediamo la sera
Quando finisce il telegiornale
Ma a ben guardare ‘sta tiritera
Ci è già arrivata in subliminale

Prodi ci lascia un paese in rovina
Pien di migranti, gli sbarchi alle porte,
non c’è più un filo di fieno in cascina
prezzi alle stelle e vuote le sporte.

Ma senza tregua il Governo, dÂ’estate,
con decisione, più svelto di un treno,
tante questioni da tempo incistate
prende e risolve in un battibaleno.

Certe fobie non risparmian nessuno,
mÂ’hanno strappato la borsa di mano!
Centocinquanta soldati ciascuno,
ha sistemato Roma e Milano

Un nuovo anno, si torna tra i banchi
vecchi edifici, le crepe nel muro,
tanti i problemi, i maestri son stanchi
qui ci giochiamo davvero il futuro.

Niente paura, si cambia la rotta
non più giudizi ma voti in pagella
maestro unico,  voto in condotta,
torna il grembiule con la cartella

Il carovita falcidia il salario?
C’è Robin Hood nel nostro Governo
ecco che arriva in perfetto orario
per banche e benzine è giunto l’inverno.

Il 10 per cento andrà agli indigenti
la riedizione del tempo che fu
un’annonaria  a combatter gli stenti
ma social card, che fa molto più cool.

C’è l’Alitalia già pronta a fallire
dopo che han fatto scappare i francesi
nella cordata nessun vuol salire
e i viaggiatori son già tutti scesi

Niente paura, annuncia felice
questa scommessa l’abbiamo già vinta
c’è BancaIntesa col Piano Fenice
basta soltanto una piccola spinta

Tutte le perdite ai contribuenti
un monopolio per Catricalà
seimila esuberi, non c’è altrimenti,
ma quel che è salva è l’italianità.

Ma quel che lascia esterefatti
è la supina platea dei commenti
opinionisti forse distratti
un tempo critici, ora ferventi

Non gli si chiede nulla di eroico:
fare il mestiere per cui son pagati.
La schiena dritta è qualcosa di stoico?
Non solo i pro andrebbero dati.

Qui ci vorrebbe il vero Fantozzi
che con quellÂ’aria tra seria e furbesca
urli alla gente con modi un poÂ’ rozzi
la Robin Tax è una cagata pazzesca.

Potemkin

Quello che avremmo voluto sapere su Alitalia, ma nessuno osa chiedere

Sette domande per Corrado Passera, Roberto Colaninno e Augusto Fantozzi, gli uomini che si adoperano per trovare una soluzione alla vicenda Alitalia. Nascono dai punti vaghi, oscuri, contraddittori di un’operazione che invece deve essere condotta con il massimo della trasparenza. Siamo certi che vorranno risponderci.

 

CONFRONTO CON I LETTORI

Ringrazio i lettori per queste precisazioni, cui diamo spazio per completezza di informazione anche se riferite ad un articolo apparso su Repubblica e non su questo sito. La posizione dei dipendenti pubblici e’ oggi sulla carta migliore di quella dei privati coinvolti dalla norma anti-precari, ma come chiarito su questo sito da Luigi Oliveri, in realta’ esistono molte clausole che possono impedire la loro effettiva stabilizzazione in caso di irregolarita nella gestione del loro rapporto di lavoro.

IL COMMENTO DI UN RAPPRESENTANTE DEGLI STUDENTI

Mi ricollego a quanto finora commentato. Premetto che come ex-rappresentante in Consiglio degli Studenti e nell’ente per il diritto allo studio, insieme a pochi altri miei colleghi, ho espresso fin da subito perplessità su questa riforma.
Pur considerando il modello molto affascinante, e sicuramente innovativo, individuo alcune criticità. Dato il contesto in cui scrivo, ometterò quelle strettamente legate all’Ateneo di Trento.

A) Pagare il merito.

Il problema di base è la bassa considerazione che alcuni studenti hanno per l’Università. Quella che una volta era considerata una straordinaria opportunità per crescere culturalmente ed "elevare" la propria condizione sociale, è diventata adesso una fisiologica e automatica prosecuzione degli studi superiori.
Il modello cerca di aumentare l’attenzione degli studenti da un lato rendendo più cara la loro iscrizione all’Università, dall’altro premiandoli se seguono dei percorsi considerati virtuosi dall’Ateneo.
Il limite di questa impostazione, a mio modo di vedere, sta nell’idea stessa di far amare lo studio pagandolo.
L’ente per il diritto allo studio di Trento (Opera Universitaria) ha pure predisposto degli incentivi, che però vanno a premiare la regolarità. Lo studente studia perché vuole farlo. L’essere regolare gli consente di avere una borsa più alta. Si supera così la dimensione meramente assistenziale, introducendo piccoli incentivi economici per chi ne ha bisogno.
Gli incentivi per chi non avrebbe bisogni economici, dovrebbero essere non monetari: più punti per il voto finale, corsie preferenziali nel Job Placement, maggior coinvolgimento nella didattica d’Ateneo, etc.

B) Il premio finale.

Il premio finale comporta un maggiore impatto sullo studente: fino a 5000€!!
Tuttavia è fortemente penalizzante, soprattutto per le fasce medio-basse. E’ lontano nel tempo rispetto al merito (fino a due anni dalla laurea). E’ lontano nel tempo rispetto all’incremento della tassazione (fino a cinque anni dalla prima rata per le lauree triennali).
Se proprio andava inserito, sarebbe stato piuttosto preferibile un sistema di premi annuali che andavano a ridurre l’importo delle tasse da pagare.

C) Il merito.

Tutti vogliono il merito, nessuno sa che cosa sia il merito. Per valutare economicamente il merito è necessario quantificarlo. Non si parla quindi genericamente di "merito", ma di una serie di indici che vanno a qualificare il percorso dello studente come "meritevole". Poiché si tratta di valutare il percorso di 15mila studenti, gli indici devono essere oggettivi, privi cioè di valutazioni discrezionali (ancorché tecniche) da parte di un’eventuale commissione. Basta un software, neanche troppo sofisticato, a individuare chi è bravo e chi non lo è. La soluzione dovrebbe limitare il contenzioso, ma premia davvero il merito? Premia piuttosto "il merito", quello stabilito dall’Ateneo (anche se con il coinvolgimento formale dei rappresentanti degli studenti).

D) Il rapporto con il sistema di diritto allo studio.

Come rappresentante all’Opera Universitaria vedo in questo punto la critica più forte. Chi prende la borsa di studio, per legge, non paga le tasse universitarie. Il sistema di tassazione progressiva, anche se astrattamente dovrebbe partire dalle fasce di reddito più basse, di fatto parte da chi, anche per un centesimo, non riesce a prendere la borsa di studio.
Prendendo in esame due studenti provenienti da famiglie di tre persone che si iscrivono alla laurea specialistica, avremo:
ICEF € 30mila: + 2350 (borsa di studio+esonero tasse)
ICEF € 30mila/01: – 1304,62 (importo tasse della prima fascia)
Il sistema crea uno scalone molto ampio tra chi è dentro i parametri ICEF dell’Opera e chi ne è fuori.
Le fasce andavano piuttosto parametrate agli interventi dell’Opera Universitaria, prevedendo un’area senza borsa e senza tasse (esonero totale) e un’area con tasse ridotte (esonero parziale).
Ad esempio:
ICEF € 30mila: + 2350€
ICEF € 30mila/01-32mila: 0
ICEF € 32mila/01-35mila: -700€
ICEF € 35mila/01-40mila: -1500€

Conclusioni.

Se un sistema che "premia il merito" è necessario, all’atto pratico questo sistema dovrebbe tener conto di diversi trade off:
A) premio in denaro/premio in reputazione;
B) vantaggio complessivo/esigenze del breve periodo;
C) merito rigido/merito flessibile;

Ma soprattutto dovrebbe tener conto del contesto istituzionale nel quale si inserisce, per evitare le iniquità di cui al punto D).

Valerio Scollo
Rappresentante degli studenti in Consiglio di Amministrazione dell’Opera Universitaria
Consiglio di Facoltà di Giurisprudenza
Ex-rappresentante degli studenti in Consiglio degli Studenti

LA REPLICA DEGLI AUTORI A CASTELLUCCI

Concordiamo ovviamente che i contratti debbano essere rispettati. Il punto però è che la nuova convenzione è fortemente peggiorativa, per gli utenti, rispetto a quella firmata nel 1997. Quella prevedeva che le tariffe fossero ridotte annualmente per un importo (parametro X), da ragguagliarsi all’incremento della produttività. Nel settore, la produttività aumenta principalmente per l’incremento del traffico, e la Convezione del 1997 prevedeva infatti che il parametro X potesse salire sino ad un valore pari all’incremento del traffico nel quinquennio precedente. Questa facoltà non è stata utilizzata dall’ANAS in occasione del primo rinnovo quinquennale. Da qui il “riallineamento della redditività al periodo regolatorio precedente”, pur previsto dal contratto iniziale, partiva già con un grave e indebito squilibrio.
La legge successiva dava unÂ’interpretazione diversa (e tale da tutelare gli utenti) del price cap, non ne modificava il contenuto di tutela da rendite e di incentivazione, proprio di quello strumento.
 Il prezzo pagato per la Autostrade fu “basso” proprio perché la convenzione non assicurava tariffe “certe” per i successivi 40 anni ma prevedeva la possibilità di “girare” a favore degli utenti i benefici dell’incremento del traffico e della produttività, proprio grazie a quel parametro X che è ora stato “gratuitamente” reso del tutto disgiunto dalla redditività del concessionario.
Infine, il parere dell’Antitrust e di due NARS (facenti capo a maggioranze diverse), concordano nella sostanza, al di là di dettagli: l’applicazione della convenzione iniziale e soprattutto la nuova convenzione non tutelano sufficientemente gli utenti da rendite, obiettivo precipuo del dispositivo di price-cap.

SEI ANNI CON LAVOCE.INFO

Sei anni fa nasceva lavoce.info. Sono trascorsi quattro governi, tre ministri dellÂ’Economia, e, purtroppo, abbiamo solo 6 punti percentuali di Pil in più. Nel frattempo la “democratica” Internet è diventata per molti italiani la principale fonte di informazione dopo la Tv. Addirittura, la prima per chi cerca approfondimenti di politica e di economia. E informazioni il più possibile complete, non partigiane. Lo mostra un sondaggio da noi commissionato, e se ne trova conferma nei dati sulle visite al nostro sito. Spingendoci così a svolgere con sempre maggiore impegno il nostro ruolo di cane da guardia della politica economica.

Pagina 134 di 202

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén