Lavoce.info

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Il desk de lavoce.info è composto da ragazzi e ragazze che si occupano della gestione operativa del sito internet e dei social network e delle attività redazionali e di assistenza alla ricerca. Inoltre, sono curati dal desk il podcast e le rubriche del fact checking, de "La parola ai grafici" e de "La parola ai numeri".

Sommario 6 Novembre 2006

Il ministro del Lavoro Cesare Damiano risponde alle “7 domande” poste da lavoce.info sull’operazione Tfr varata con la Finanziaria. Si profila un conflitto di interessi fra esecutivo e lavoratori nell’indirizzare ai fondi pensione fin dal primo gennaio 2007 i flussi del Tfr nelle imprese con più di 50 addetti. Quindi il governo non ha alcun incentivo a lanciare una campagna capillare per incoraggiare i lavoratori a trasferire il Tfr ai fondi pensione fin da subito.
Si annuncia una nuova legge per la sanità: in attesa di leggerla ripercorriamo le riforme succedutesi in questi anni. Alla luce di queste esperienze bene rafforzare la fissazione delle tariffe di prestazione, imporre stringenti vincoli ai bilanci delle Asl e puntare di più sulla libertà di scelta dei pazienti.
Si profila uno stallo sulla questione del precariato. Torniamo su alcune proposte per uscire dal vicolo cieco.

Sommario 30 ottobre 2006

Inizia l’anno accademico e rimangono tutti i problemi dell’università italiana. La riforma del “3+2” ha democratizzato l’accesso agli atenei, ma non l’uscita. Così gli studi universitari non promuovono la mobilità sociale. Sul versante dei docenti, non è il precariato il vero problema. L’anomalia sta nella carriera accademica mal retribuita (soprattutto all’avvio) e poco basata sul merito. Bisognerebbe dare agli atenei massima autonomia e libertà d’iniziativa.
Sono poco chiari molti aspetti dello smobilizzo del Tfr, previsto dalla Finanziaria. Ad esempio, non è chiaro se le decisioni dei lavoratori sulla destinazione del Tfr varranno anche in senso retroattivo, a partire dal 1° gennaio 2007. I dati sugli accantonamenti nelle imprese con più di 50 addetti documentano che il governo scommette contro il decollo della previdenza integrativa.

Il segretario della Uil, Luigi Angeletti, replica all’intervento di Boeri e Garibaldi sulla oncertazione. 

Gilberto Muraro commenta l’intervento di Daniela Marchesi sulle inefficienze della nostra macchina giudiziaria. La controreplica dell’autrice.
In occasione della manifestazione dei precari di Roma, proponiamo un intervento  di Marco Zanotelli e Ursula Huws sull’industria dei call center. 

Aggiornamento: Il debito sopra Berlino, di Thiess Buttner.

Sommario 26 ottobre 2006

Con la legge Mastella il governo ha iniziato a mettere mano alla macchina giudiziaria. Un sistema inefficiente anche perché le risorse sono mal distribuite, come risulta dai confronti internazionali. E perché rimangono forti incentivi al processo lungo. La soluzione delle controversie civili potrebbe essere regolata con i metodi alternativi che funzionano in altri paesi, ma è proprio l’eccessiva lentezza della giustizia a rendere poco efficace questo rimedio. La riforma Castelli, attualmente sospesa, non è tutta da cestinare. La separazione delle carriere forse va fatta, ma gradualmente. E si può migliorare il controllo sulla professionalità dei magistrati, rispettando la loro indipendenza. La giustizia inefficiente comporta un alto costo per il sistema economico ed è una barriera agli investimenti. Lo conferma un raffronto fra le province italiane.

Antonio Marzano,

presidente del Cnel, con i due vicepresidenti (in rappresentanza delle associazioni dei lavoratori dipendenti e dei datori di lavoro) Giuseppe Acocella e Vittorio Fini commentano l’intervento di Boeri e Garibaldi sulla concertazione. Un commento incentrato sulla questione della rappresentanza anche da parte del segretario della UIL, Luigi Angeletti.

Sergio Nicoletti Altimari, consigliere del ministro dell’economia, 
commenta le nostre analisi sulla Finanziaria.

Nell’economia e nelle idee

“Grazie a lei e ai suoi compagni di ventura per la passione e la lucidità con cui date voce a quella parte d’Italia che vuole crescere, nell’economia e nelle idee.”

Andrea Puricelli
CREDIT SUISSE

Sommario 24 ottobre 2006

Al tavolo della concertazione si svolge un teatrino lontano dagli interessi reali del paese. E nessuno verifica chi rappresenta che cosa. E’ ora di cambiare le regole. Per esempio trasformando il Cnel, oggi ente inutile, in un tavolo permanente che permetta un confronto serio e documentato. Ecco una proposta che guarda all’esempio spagnolo.
La riforma delle aliquote Irpef va nella direzione di aumentare l’offerta di lavoro. Ma forse ci vorrebbe ancora più progressività. Reintrodurre la tassa di successione non è uno scandalo, ma sarebbe utile accompagnarla con la deducibilità fiscale delle donazioni al no-profit. Gli incentivi, infatti, funzionano meglio del timore delle sanzioni. A tre anni dalla Legge Biagi riproponiamo una serie di interventi che cercano di conciliare flessibilità e tutele, delineando un percorso di ingresso verso la stabilità.
Ascari, Barosi e Majocchi commentano l’intervento di Boeri e Brugiavini sul TFR. La controreplica degli autori.
Aggiornamento: Un pessimo segnale di Roberto Perotti. Una manovra indispensabile di Riccardo Faini

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Sommario 20 ottobre 2006

Fitch e Standard & Poor’s procedono ad un nuovo downgrading del debito italiano. Perché non si vede una svolta nella politica economica e la Finanziaria “è troppo sbilanciata sulle entrate”, come segnalato da tempo su questo sito. Bene reagire a questa brutta notizia, con misure che taglino gli sprechi e rilancino lo sviluppo. Facciamo i conti in tasca a un imprenditore-tipo: cosa ricaverà da questa Finanziaria? Ben poco in termini di incentivi all’innovazione e maggiore competitività. E nemmeno una riduzione delle tasse sulla società. Sul riordino delle leggi di incentivazione bisogna chiedersi anzitutto quanto siano efficaci quelle esistenti: lo stimolo all’investimento funziona con poche aziende del Sud e pochissime del Centro-Nord. L’accordo sul Tfr sembra andare incontro alle esigenze delle imprese, ma ignora i problemi dei giovani lavoratori che hanno bisogno di previdenza complementare.
Muhammed Yunus ha meritato il Nobel per la pace: con il microcredito ha creato un meccanismo che contribuisce a superare la povertà e costruisce anche capitale sociale.
La grande coalizione tedesca dopo un anno si sta sfaldando senza aver fatto le promesse riforme strutturali.

Sommario 16 ottobre 2006

Il riordino del sistema televisivo proposto dal ministro Gentiloni vuole rompere il monopolio e liberare risorse per nuovi operatori. Ma il passaggio al digitale terrestre di una rete Rai e una Mediaset non preclude il ritorno dei duopolisti e il superamento del nuovo tetto pubblicitario prevede sanzioni inadeguate. Mentre la politica continua a intervenire sulla questione degli hub, come se non fosse di pertinenza strettamente aziendale, Alitalia affonda e dà la colpa a tutti (un po’ meno a se stessa). L’apertura di Prodi all’operazione Abertis-Autostrade coincide con l’intervento sulle regole delle concessioni autostradali. Riuscirà a tutelare meglio gli utenti dalle rendite monopolistiche? Qualche dubbio in proposito. Studi di settore: come cambia la loro applicazione e come saranno utilizzati per drenare 12 miliardi di euro nei prossimi tre anni. La popolazione degli Stati Uniti arriva a 300 milioni grazie all’immigrazione e alla forte natalità. Perché gli americani fanno tanti figli e gli europei così pochi? Quanto pesa l’immigrazione?

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Aggiornamento: Le ceneri di Angela di Michael Burda.

La bilancia commerciale

Di recente là a Livorno,
nel guardarmi un po’ d’intorno,
vidi al porto un grande slargo,
dove sbarcano dai cargo

mille e mille cilindrate
tutte all’estero sfornate.
Qui s’ammassano i conteineri
pien di robe e vari generi,

in gran flusso dalla Cina,
poi dal Cile ed Argentina;
con i kiwi di Zelanda,
mille Nokia da Finlanda

C’è nei pressi la centrale
che va ad olio minerale,
importato dall’Oriente,
lo si paga cassa o niente.

Pur si compra un gran metano,
col caffè del brasiliano,
il salmon dello scozzese
e la scarpa vietnamese.

Ora un dubbio qui m’assale,
e qualcosa forse vale,
io ci penso da stamani
e lo pongo al Pier Bersani.

E cioè se vò a importare
lo dovrò pure pagare,
vale a dire che l’exporto
pari uscir dovrà dal porto.

Rosso fuoco è la bilancia!
Ma non duole al Pier la pancia?
Forse è il caso di pensare
al di più ch’è da esportare,

e non parmi che il tassista
sia il problem per primo in lista:
ben più urgente è per l’Ulivo

che del gas non può star privo.
La bilancia non perdona,
di poltrone è piena Roma,
la Bonin ce l’ha piccina,
basterà mandarla in Cina?

Lula e le riforme

Un buon tasso di crescita, un’inflazione stabile, una riduzione netta del tasso di povertà. E una ritrovata fiducia dei mercati finanziari internazionali. Sono questi i risultati positivi raggiunti dal Brasile sotto la presidenza di Lula. Ma le riforme strutturali, come quella fiscale o delle leggi sul lavoro, sono state solo timidamente avviate. Deludenti anche le politiche per istruzione e sanità. L’assetto istituzionale del Brasile non ha certo aiutato. E il ballottaggio dirà se il nuovo presidente avrà maggiori margini di manovra.

Sommario 12 ottobre 2006

I modelli economici formali servono per guidare le politica economica. Non bastano le regolarità statistiche o le intuizioni. Questa è forse la principale lezione che si può trarre dal lavoro del nuovo Premio Nobel per l’Economia, Edmund Phelps.
Democrazia significa sviluppo economico più rapido? Oppure è il contrario: è lo sviluppo economico a generare democrazia? L’esperienza storica ci insegna che le riforme politiche hanno maggiore successo se precedute dalle riforme economiche. Utile tenerlo presente guardando alla Cina e alla Russia e ragionando al modo con cui la politica estera americana cerca di esportare democrazia senza preoccuparsi delle riforme economiche. Il presidente brasiliano Lula va al ballottaggio fra poco più di due settimane. Ecco cosa ha fatto bene e dove ha fallito nel suo primo mandato. Il centrodestra, che ha vinto le elezioni in Svezia, promette più occupazione e liberalizzazioni. In un paese che si sente in crisi nonostante le statistiche dicano il contrario. 

Era davvero l’unica Finanziaria possibile? Un sondaggio dimostra che gli elettori di centro-sinistra erano disposti a sacrifici per rilanciare l’economia. Ma non i pensionati.

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