Dipende dagli sport: è difficilissimo nel tiro con l’arco e nei tuffi, dove le medaglie vanno sempre ai soliti stati e sono improbabili le sorprese, mentre è più alla portata vincerne una negli sport di contatto. Come fare ad aprire la competizione al maggior numero di paesi?
Autore: Luca Antonellini
Laureato in ingegneria civile edile all’Università di Bologna. Ha realizzato gli studi di fattibilità per il Terminal Crociere ed il Terminal Traghetti nel porto di Ravenna e per il Terminal Container nel porto di Costanza. È stato Presidente e AD della Società T&C - Traghetti e Crociere srl. È stato Responsabile Operativo della Società Logistica Nord-Est srl. È stato membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione ITL. Ha partecipato a diversi progetti europei nel campo dei trasporti, della logistica e delle nuove tecnologie. È giornalista pubblicista.
Il Coni ha fissato tre obiettivi per le Olimpiadi di Parigi. Sembra decisamente raggiungibile il primo: rientrare nella Top 10 del medagliere. Probabile anche vincere più medaglie rispetto a Tokyo. Difficilmente invece saremo la prima nazione europea.
L’industria delle crociere è fortemente polarizzata: quattro grandi gruppi gestiscono l’80 per cento del mercato. Il Covid-19 ha ridotto i ricavi, ma ha permesso l’ingresso di nuovi operatori. Sulla ripresa pesano le incognite della guerra in Ucraina.
È facile o difficile vincere un torneo Slam? Per le donne è stato molto faticoso fino al 1995, oggi un numero sempre maggiore di atlete se ne è aggiudicato uno. Per gli uomini vale il contrario. Anche perché da anni dominano Federer, Nadal e Djokovic.
L’Italia ha conquistato molti successi ai giochi olimpici appena conclusi, spesso accompagnati da toni trionfalistici, anche a causa del record nel numero assoluto di medaglie ottenute. Ma si tratta davvero della migliore edizione di sempre? Un’analisi considerando un medagliere ponderato.
Il Pnrr destina 3,84 miliardi a interventi sul sistema portuale. Sono soldi ben spesi, vista l’importanza del commercio marittimo per il nostro Pil? Uno sguardo a quanto accaduto in passato solleva più di un dubbio. Serve una pianificazione selettiva.
Le autorità di sistema portuale sostituiscono le autorità portuali, riducendosi di numero. Problemi di capitalizzazione per alcune, mentre cinque hanno un volume di traffico basso, che non le farebbe rientrare nelle reti europee Ten-t. La riforma arriva alla vigilia di una nuova direttiva Ue.
I porti italiani puntano tutto sul traffico container. Si tratta di un atteggiamento sbagliato: la crescita media annua dei contenitori non è molto elevata, mentre l’ammodernamento continuo delle infrastrutture richiede ingenti risorse. E non è così che si aiutano le esportazioni.
La programmazione delle reti trans-europee è stata rivista di recente. Soprattutto, sono calate le risorse a disposizione dall’Unione. I finanziamenti che restano saranno in buona parte destinati alle infrastrutture ferroviarie. L’Italia e i quattro corridoi.