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Autore: Luca Beltrametti

brugiavini

Professore di Politica Economica presso il Dipartimento di Economia dell’Università di Genova. E’ stato direttore del Dipartimento dal 2012 al 2018. I suoi principali interessi di ricerca riguardano l’invecchiamento della popolazione, le politiche di welfare e, più recentemente, questioni associate alla digitalizzazione dell’economia.

Quante implicazioni dalla negoziabilità dei crediti fiscali

Il “decreto Rilancio” estende notevolmente la negoziabilità dei crediti fiscali sui lavori di ristrutturazione edilizia. La norma solleva varie questioni: dall’impatto sui conti pubblici agli effetti macroeconomici, alla possibile creazione di moneta.

Famiglie giovani senza mezzi per affrontare la crisi

Nella crisi provocata dal coronavirus la capacità delle famiglie giovani di compensare il calo del reddito disponibile con risorse proprie è molto bassa. Anche perché negli ultimi anni è cambiata la distribuzione di reddito e ricchezza fra le generazioni.

IL FISCO DIVIDE LE GENERAZIONI

Modalità diverse per ridurre il carico fiscale hanno implicazioni diverse sulla ripartizione del beneficio tra le varie classi di età. Perché queste differiscono per reddito medio e propensione al consumo, ma anche per dotazione di patrimonio. E’ allora importante considerare non solo l’impatto distributivo di eventuali sgravi fiscali, ma anche quali generazioni sarebbero avvantaggiate nelle varie ipotesi. L’abolizione dell’Ici sulla prima casa, per esempio, favorirebbe i più anziani.

Un silenzio carico di implicazioni

L’evidenza empirica dimostra che in fatto di risparmio previdenziale, gli agenti economici non ispirano le proprie scelte a razionalità e ottimizzazione. Tendono a considerare le opzioni in silenzio-assenso come quelle “consigliate”. Soffrono di limitazioni cognitive che li portano a preferire lo status quo. Ignorano gli elementi rilevanti, mentre prendono in considerazione quelli irrilevanti. L’articolazione della gamma di alternative proposte al lavoratore e, soprattutto, la scelta che prevale in caso di silenzio, sono quindi tutt’altro che neutrali.

Badanti senza copertura

Nella relazione tecnica che accompagna la Finanziaria 2005 si legge che la perdita di gettito dovuta alla deduzione per le spese di assistenza ai non autosufficienti è di ottanta milioni. Ma fa riferimento a stime del numero di badanti oggi occupate. Mentre la platea dei potenziali beneficiari è molto più ampia, anche a causa della soluzione scelta per certificare l’applicabilità della deduzione. Simulazioni che utilizzano i dati di Banca d’Italia sui redditi familiari mostrano che il fabbisogno per la copertura finanziaria di questa misura varia tra i 125 e i 224 milioni di euro.

La Finanziaria dei non autosufficienti

Prevista una deduzione per le persone non autosufficienti. Rispetto alla situazione attuale, il provvedimento ha il merito di introdurre una graduazione del beneficio rispetto al reddito lordo. Condiziona l’erogazione del beneficio all’acquisto di lavoro regolare, ma nulla impone circa l’adeguatezza delle prestazioni e certamente inadeguate sono le risorse economiche messe a disposizione. Si accantona l’ipotesi di un fondo nazionale per la non autosufficienza, auspicabile invece anche per garantire un adeguato orizzonte temporale di programmazione.

Le soluzioni di Trento e Bolzano

Le due province autonome istituiscono un Fondo pubblico e universale per erogare prestazioni alle persone non autosufficienti, indipendentemente dalle loro condizioni economiche. Sono finanziati con i bilanci provinciali e con un contributo obbligatorio e progressivo di tutti i cittadini. Garantita anche la sostenibilità finanziaria futura. Un modello da esportare alle altre Regioni? Potrebbero sorgere problemi di equità e portabilità dei diritti. E’ comunque necessario pensare a un fondo nazionale.

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