Con la presentazione all’Europa delle loro leggi di bilancio, Francia e Italia mettono sul piatto in maniera esplicita il tema dell’efficacia delle politiche di austerità per affrontare la crisi economica. Ma come reagirà la Commissione europea? Procedure, sanzioni e la questione della sovranità.
Autore: Lucio Landi
Laureato presso l'Università Cattolica di Milano, ha conseguito il Dottorato di Ricerca in economia politica presso l'Università di Pavia. Ha lavorato presso il Ministero dell'Economia, il Fondo Monetario Internazionale e il Servizio Bilancio del Senato della Repubblica. Attualmente è membro del Consiglio degli Esperti del Tesoro e tiene lezioni e corsi presso varie istituzioni e università. Si occupa di questioni internazionali, europee in particolare, di finanza pubblica e di spending review.
Le regole europee sono più complesse e articolate del semplice rispetto di un tetto del 3 per cento di rapporto deficit/Pil. Esistono anche regole sul saldo strutturale, la spesa e il debito. Raccolti in un nuovo dossier gli interventi sul tema.
Le politiche di austerità, attuate simultaneamente in molti paesi dell’Eurozona, non sono riuscite nemmeno a ridurre il debito pubblico. La pro-ciclicità insita nelle regole europee è potenzialmente molto pericolosa: basta vedere i danni di lungo periodo che la grande recessione ha prodotto.
Con due nuove regole, una sulla spesa e una sul debito, proseguiamo nell’esame delle norme di finanza pubblica a cui devono attenersi i paesi europei. Insieme alle altre creano un dedalo difficile da decifrare, che si presta a molte interpretazioni. E anche a possibili forzature.
Il secondo intervento della guida alle regole europee in materia di bilancio si concentra sull’Obiettivo di medio termine. Si calcola attraverso una formula complessa e ben poco intuiva. Per uscire dal vicolo cieco, l’Europa ha bisogno invece di semplificare e rendere trasparenti i suoi parametri.
Con la riforma del Patto di stabilità e crescita, le regole europee in materia di bilancio sono diventate più flessibili, ma meno comprensibili per i cittadini. Come orientarsi? Proponiamo una guida, iniziando dal saldo strutturale e dall’output gap. Con l’auspicio di stime più precise in futuro.