Lavoce.info

Autore: punto Pagina 4 di 36

Il Punto

In Grecia Alexis Tsipras rivince le elezioni con gli stessi numeri di gennaio. Ma cambia il suo mandato elettorale. Ieri il rifiuto dell’austerità e della Troika, oggi l’impegno a rimanere nell’euro a qualunque costo. Con la messa in pratica del duro accordo di luglio con l’Europa: 86 miliardi in cambio di riforme e sacrifici.
Oltre ad affossare il federalismo, la prossima abolizione della Tasi sulla prima casa apre un problema tra i comuni e lo stato che rimborserà loro il mancato gettito. Le amministrazioni locali, infatti, possono aver applicato aliquote maggiori o aggiuntive. Come evitare che i sindaci più esosi si ritrovino avvantaggiati?
A 12 anni dalla sua approvazione si registra un vero flop della riforma che introduceva in Italia sistemi di corporate governance per le società quotate alternativi a quello tradizionalmente basato su Cda e collegio sindacale. Solo quattro hanno adottato il modello dualistico e due il monistico. Eppure il secondo (con amministratori che esprimono un comitato di gestione interno) è il più diffuso nelle economie avanzate.
Tra i decreti attuativi del Jobs act, quello che affronta la conciliazione lavoro-famiglia delle donne è ampiamente incompleto rispetto alla legge delega e con misure limitate al solo 2015. Così rischiamo di continuare a detenere il record del numero di neo-mamme che abbandonano il lavoro. Secondo i dati disponibili, durante la crisi il lavoro nero in Italia è aumentato del 3,9 per cento. Con grandi differenze regionali: giù al Centro-Nord e su (del 12,7 per cento!) al Sud, dove ha certamente attenuato gli effetti della recessione. Il pericolo è che informalità e illegalità diventino la porta d’ingresso obbligata nel mercato del lavoro.
Tecnologie dell’informazione e sfruttamento dei big data sono agli ultimi posti negli investimenti delle banche nel nostro paese. Ma la sfida competitiva degli sviluppi futuri del settore si gioca proprio su questo terreno. E sulla capacità di rafforzare le relazioni umane con i clienti.
Un commento di Alberto Donzelli all’articolo “Epatite C: quando la speranza ha un costo alto” di Giulio Formoso e Anna Maria Marata
Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale riservato agli amici de lavoce avrà come titolo “La politica economica ai tempi della crisi”. Si terrà la mattina di mercoledì 30 settembre – con inizio alle ore 9 – all’Università Cattolica di Milano. Si parlerà di riforme, agenda digitale, stagnazione secolare, disuguaglianze di genere e valutazione delle politiche. Vi aspettiamo!

Il Punto

Torniamo sugli effetti degli 80 euro in busta paga già analizzati di recente. Hanno influito significativamente sulla crescita dei consumi delle famiglie beneficiarie? Un articolo che pubblichiamo questa volta risponde di no e individua tra le possibili spiegazioni il fatto che il bonus sia stato ritenuto temporaneo dai beneficiari. Un secondo articolo che conferma l’evidenza di efficacia della misura sui consumi sottolinea l’importanza di misurare con precisione l’entità effettiva del bonus.
È una delle maggiori orchestre sinfoniche italiane, capace di autofinanziarsi e ai primi posti nel mondo tra le più amate dal pubblico. Ma la Giuseppe Verdi di Milano non è amata dallo stato. Che le rende la vita impossibile discriminandola pesantemente nell’assegnazione dei contributi. Una storia di stupida burocrazia.
Appena il prezzo del petrolio ha qualche fibrillazione, parte l’allarme volatilità. Uno sguardo ai dati storici mostra che i veri momenti di crisi sono ben altri (come le guerre in Iraq e Afghanistan, il fallimento di Lehman). E che in questi giorni c’è solo nervosismo sui mercati.
Ci sono – si è visto – paesi europei generosi e altri avari con i profughi. I primi sopportano maggiori costi nell’immediato. Ma la loro scelta potrà essere ripagata in futuro: quella che arriva è una popolazione giovane e motivata a migliorare la propria condizione. Urge però favorirne l’inserimento sociale e lavorativo.
Con la nuova leadership di Jeremy Corbyn, il Labour party si gioca la possibilità di vincere le elezioni del 2020, come spiega la nostra Lettera da Londra. E non riuscirà nemmeno a condizionare il governo conservatore. Troppo radicale per un elettorato che, nel lungo regno di Elisabetta II, ha scelto due soli premier laburisti.
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Il Punto

Non c’è molto da festeggiare per una crescita che ora Renzi prevede allo 0,9 per cento: gli altri grandi partner europei fanno molto meglio. Il guaio è che, da noi più che altrove, la ripresa della domanda è soddisfatta da beni e servizi importati. Per recuperare competitività e migliorare la qualità della ripresa deve ripartire la produttività.
Raffrontando le tre diverse fonti disponibili (Istat, Inps e ministero del Lavoro) emergono chiaramente le tendenze di fondo sul mercato del lavoro. Nei primi sette mesi dell’anno stabili le assunzioni a tempo determinato mentre in più ci sono 300 mila posti a tempo indeterminato (al netto delle cessazioni), solo in parte trasformazione di contratti temporanei. Tra le nuove misure del Jobs act c’è anche il ritorno del demansionamento, cioè la possibilità di assegnare il lavoratore a compiti meno qualificati e di cambiargli categoria d’inquadramento e retribuzione se così dettano esigenze di riorganizzazione. Flexicurity aziendale o svendita di diritti acquisiti? L’attuazione del Jobs act ha invece finora dimenticato il mandato della legge delega di aumentare l’offerta pubblica di servizi per l’infanzia per meglio sfruttare il potenziale dell’occupazione femminile. Più scuola uguale migliore conciliazione tra famiglia e lavoro per le madri, conferma una nuova ricerca. Ma l’Italia, sul tema, rimane fanalino di coda.
È diventato impopolare il limite minimo di capitale sociale imposto alle imprese. Molti vorrebbero importare la maggiore flessibilità consentita nel sistema Usa. Occhio però che i tribunali americani sono poi più liberi di squarciare il velo della responsabilità limitata, imponendo a soci scorretti di pagare i debiti della società.
Sull’Autostrada del Brennero tira un vento di regalo: dallo stato agli enti pubblici del Trentino-Alto Adige e del Veneto, azionisti della concessionaria. La concessione – scaduta da un anno – rischia il rinnovo gratuito per 30 anni. In barba alle regole europee sulle gare di assegnazione e ai 150 milioni all’anno che lo stato potrebbe incassare.
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Il Punto

Angela Merkel e Jean-Claude Juncker guidano la svolta nella politica europea di asilo ai profughi. Era ora. Tanti problemi aperti: dai punti deboli delle quote ai rischi dei viaggi sui gommoni, dall’identificazione e registrazione delle persone ai paesi che non ne vogliono sapere di accoglienza. In questi ultimi prevalgono paure profonde, tra cui quella dell’insostenibilità per l’economia nazionale. Eppure si scopre che in Libano, Turchia e Giordania (i paesi che per primi hanno ricevuto milioni di siriani) crescita e occupazione non ne hanno risentito. Anzi…
C’è il rischio che diventi più facile farla franca con un bilancio falso. E questo grazie alla nuova versione dell’articolo 2621 del Codice civile che il maldestro legislatore voleva invece rendere più rigoroso. Mentre le relative norme tributarie puniscono errori di valutazione oltre una certa soglia con maggiore severità.
Renzi ha promesso più flessibilità per il pensionamento prima delle rigide scadenze stabilite dalla Legge Fornero. In cambio di una riduzione dell’assegno di quiescenza dell’1-2 per cento per ogni anno di anticipo. Ma basta qualche calcolo per capire che – per non scassare i conti pubblici – la penalizzazione dev’essere ben più grande, tra il 4 e il 6 per cento.
Per trasformare il Senato in un’assemblea rappresentativa delle autonomie locali, i suoi membri dovrebbero essere indicati dai governi regionali e – come in Germania – operare con uno stretto vincolo di mandato. Altrimenti, se eletti dai consigli regionali, faranno l’interesse del loro partito, non del loro territorio.
Da tempo l’Europa suggerisce di spostare la tassazione dai redditi a immobili e consumi. Alcuni studi indicano che le imposte sulla casa sono le meno nocive per la crescita economica, mentre quelle sui consumi sarebbero addirittura più dannose, anche per l’equità.
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Il Punto

Bisogna tagliare tutte le tasse, d’accordo. Renzi vuole partire con quella sulla prima casa ma abolirla avvantaggia i ricchi. Alcune simulazioni indicano però che si potrebbe tagliare la Tasi all’insegna dell’equità. E dedicare una parte del taglio alle imposte sul lavoro dei neo-assunti.
Finora sugli effetti degli 80 euro in più in busta paga tanti titoli e poca analisi. Da uno studio accurato con dati Istat e Agenzia delle entrate viene fuori che chi ha beneficiato del bonus lo ha speso in generi alimentari e per pagare le rate del mutuo sulla casa.
Non ha poi tutti i torti il Nobel per la medicina Tim Hunt, accusato di sessismo per aver detto che di fronte alle critiche le donne piangono. Pare proprio che uomini e donne reagiscano diversamente allo stress. Lo si vede in una ricerca relativa alle partite di tennis. Con risultati applicabili anche all’impegno nel lavoro e nello studio.
Le imprese non investono nel Mezzogiorno spaventate dalla sua bassa produttività media, fino al 30 per cento inferiore al resto d’Italia. Per riallineare salari e produttività senza tornare alle “gabbie salariali” – sepolte 45 anni fa – si dovrebbero ridurre Irap e Irpef, insieme con i deficit sanitari regionali che le tengono alte. Per far crescere la produttività non c’è alternativa all’innovazione tecnologica la cui diffusione è però spesso associata alla disuguaglianza. Rimedio? L’istruzione che, da un secolo e mezzo, aiuta a introdurre le nuove tecnologie e promuove un miglioramento generale della qualità della vita.
Il più recente farmaco contro l’epatite C (virus che affligge centinaia di migliaia di italiani) costa 37 mila euro. Almeno due le questioni aperte: a quali pazienti riservare un trattamento così costoso che non può arrivare a tutti? Come strappare alle case produttrici prezzi migliori per tutte le regioni?
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Il Punto

Anche lasciando da parte il pasticcio agostano del ministro Poletti che ha diffuso – e poi smentito – dati sbagliati sui nuovi assunti, rimane che i numeri sul mercato del lavoro sono una selva intricata, di difficile lettura. Per forza: arrivano da tre fonti diverse e sono pubblicati in modo non sincronizzato. Gli ultimi diffusi dall’Istat dicono però che la tendenza è finalmente positiva. Lo stesso vale per il Pil, in una ripresa più lenta delle precedenti (+0,35 per cento nei primi due trimestri 2015) perché l’accresciuta domanda di consumi e investimenti aziendali è soddisfatta più che in passato da produzione estera (le importazioni) anziché da quella interna. Un po’ è l’inevitabile globalizzazione, un po’ la perdita di competitività di questi anni di crisi.
Sempre tragedie e morti nelle migrazioni dei profughi. Quest’estate hanno toccato – oltre a noi – vari paesi europei. Che hanno reagito ora con responsabilità (in prima fila la Germania) ora con i muri (dall’Ungheria al Regno Unito). Perché prevalga il primo atteggiamento, servono soluzioni – nazionali ma coordinate – che affrontino i tre diversi aspetti della questione: il salvataggio, l’accoglienza, l’integrazione.
Dal 2006, cioè da prima della crisi, langue la domanda di elettricità. Un bene per l’ambiente, molto meno per l’industria. In arrivo una riforma tariffaria che potrebbe rilanciare i consumi domestici di energia, ma solo se le famiglie investiranno abbastanza in nuove apparecchiature per il riscaldamento e per cucinare.
Meglio una descrizione sintetica dei rischi di un prodotto finanziario che un dettagliato prospetto o una serie di possibili scenari. Così rispondono a un’indagine i piccoli investitori italiani. Quando però devono dire come percepiscono il rischio, sbagliano di grosso. Sempre più necessaria l’educazione finanziaria.
A giorni chiudono le urne per l’elezione del leader del Partito laburista britannico. Quattro i candidati in gara: due di linea blairiana, due di sinistra dura e pura. Una Lettera da Londra racconta cosa propongono.
Francesco Vella risponde ai commenti al suo articolo “Il Papa, il popolo, le banche
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Riforma della pubblica amministrazione

Il Punto

L’operazione che ha portato Italcementi nelle mani del gruppo Heidelberg Cement economicamente non fa una grinza, ma ci ricorda che le nostre aziende – quando si ingrandiscono – spesso diventano prede. Per l’insufficiente sviluppo della borsa, dei fondi comuni, del private equity, cioè di strumenti di proprietà e controllo alternativi a quello familiare.
L’ultima enciclica del Papa critica duramente la finanza che si fa salvare con i soldi dei contribuenti. Francesco ha ragione sui principi. Ma non riconosce che la crisi – poco alla volta – sta obbligando tutti a migliorare le regole per prevenire i crack del futuro.
E’ stato un anno di svolta per i diritti degli omosessuali nel mondo. Lo sarà anche in Italia? Chissà. La legge in discussione in Parlamento ricalca il modello tedesco che non equipara l’unione civile al matrimonio e non concede il diritto ai figli. E rimane lo scoglio della pensione di reversibilità.
A quattro anni dal referendum che ha lasciato il settore idrico nell’incertezza regolatoria, sono ripartiti – piano piano e a macchia di leopardo- gli investimenti nella distribuzione dell’acqua. A Napoli l’esperimento di gestione partecipata non ha migliorato le cose. In Veneto la partnership pubblico-privato ha invece funzionato.
I giovani italiani – specie al Sud – rimangono a lungo parcheggiati senza scopo in università e in impieghi precari. Capita così che un nostro laureato trovi un lavoro stabile solo a 31 anni, mentre un inglese a quell’età si è già fatto dieci anni di esperienza.
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Il Punto

L’impoverimento degli ultimi anni ha fatto tornare di attualità la discussione sul salario minimo. A quale livello fissarlo? Nella delega al Jobs act si parlava di 7 euro orari, i 5 stelle propongono 9 euro. Un confronto internazionale suggerisce come plausibili valori tra i 5 e i 7 euro.
Mentre la borsa di Atene riapre dopo un mese ci stiamo ancora chiedendo chi abbia beneficiato della crisi della Grecia. I dati di import-export indicano che l’elevato indebitamento ha consentito ai greci di comprare i prodotti esportati dai paesi creditori (anche dalla Germania).
Parlando di corruzione gli aneliti di legalità si scontrano con la percezione che il rispetto della legge spesso rappresenta un ostacolo alle attività di cittadini e imprese. Ma è la complessità delle norme a indurre comportamenti opportunistici e inefficienze, svuotando di significato la sbandierata aspirazione alla trasparenza.
Il disegno di legge annuale sulla concorrenza prevede il superamento del regime di “maggior tutela” nel mercato elettrico a partire dal 2018. Un passo importante per rendere più mobile la domanda e favorire lo sviluppo del mercato. Ma vanno rafforzati gli strumenti di protezione dei consumatori.
Vale di più un quadro di Michelangelo o uno di Neri di Bicci? La domanda può far sorridere, ma ai tempi non era così scontata. Uno studio ci spiega cosa determinava il valore di un’opera quando i maestri del ‘500 erano artisti contemporanei.
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Il Punto

Il premier Renzi annuncia 45 miliardi di tasse in meno per i prossimi tre anni. Se con le tasse scenderà anche la spesa, la riduzione del carico fiscale sarà sostenibile. Se no, sarà solo un tentativo di recuperare consenso. Si comincerà dalla tassa sulla prima casa, la più odiata da molti italiani ma anche la base dell’autonomia fiscale dei comuni. In ogni caso studi recenti indicano che, se ben congegnato (cioè aumentando in parallelo le aliquote sulle seconde case), il taglio delle tasse sull’abitazione principale può aiutare l’economia.
Si fa presto a dire, come fa Tsipras, “i soldi sono andati alle banche e non al popolo greco”. In realtà – piaccia o no – gli istituti di credito ellenici non hanno investito in titoli tossici o derivati. Hanno invece finanziato imprese e famiglie e raccolto i risparmi dei cittadini meno abbienti, quelli che non portano il denaro all’estero.
È scomparso dai decreti attuativi del Jobs act il salario minimo per i lavoratori non coperti da un contratto collettivo. Si spreca così l’occasione per introdurre uno strumento di equità nel rapporto lavoratori-imprese.
Se gli investitori stranieri stanno alla larga dall’Italia è perché qualsiasi controversia davanti a un tribunale civile comporta tempi biblici. E anche la scorciatoia dell’arbitrato è frenata da limiti che, seguendo le indicazioni della commissione Onu-Wto che se ne occupa, si potrebbero superare. Ad esempio, dando agli arbitri più potere di disporre sequestri cautelativi e rendendo meno facilmente impugnabili le loro sentenze.
Mentre la Ue trova l’accordo per distribuire 35 mila profughi, comuni e regioni cercano di limitare lo squilibrio a favore degli extracomunitari nella concessione degli alloggi pubblici in affitto. Lo fanno con un pre-requisito di un numero minimo di anni di residenza nel territorio. Non basta, perché i poveri stranieri sono quasi sempre più indigenti dei poveri italiani.
Diego Valiante risponde ai commenti al suo intervento Grecia: parola d’ordine “ricapitalizzare”

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