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Autore: punto Pagina 5 di 36

Il Punto

Dopo la “crocifissione” di Tsipras parte il nuovo programma di aiuti alla Grecia per oltre 80 miliardi di euro. Di questi, pare di capire, 23,5 miliardi andranno in rimborsi a Fmi e Bce, 25 alla ricapitalizzazione delle banche elleniche e circa 35 all’economia reale. Intanto si continua a discutere sulla vera destinazione dei soldi nei due precedenti salvataggi. Abbiamo aperto un confronto su questo tema. Dopo un primo articolo sul tema, un calcolo più dettagliato indica che gli aiuti del passato sono andati soprattutto alle banche del cui salvataggio l’Europa avrebbe dovuto – ma non ha voluto – farsi carico.
Mentre tutti pensavamo alla Grecia, è andato in porto l’accordo stato-regioni per tagliare 2,3 miliardi di spesa sanitaria. Ai tagli però nessuno crede, tanto che già nell’accordo si prevede una spesa 2016 in salita da 110 a 113 miliardi. Un bel ripiano preventivo. Sarebbe ora di cominciare a distinguere, tra le regioni e dentro le regioni, chi ha già fatto i compiti e chi non ha nemmeno aperto i libri (contabili).
Se le banche italiane negano finanziamenti a imprese e famiglie è anche perché i loro bilanci sono zavorrati da 200 miliardi di crediti in sofferenza. Un recente decreto legge ne agevola la cessione e il trattamento fiscale. Ma per gli istituti con minori coperture la soluzione più conveniente rimane una bad bank pubblica.
Sono stati 64 mila gli stranieri che hanno chiesto asilo all’Italia nel 2014, su 626 mila dell’intera Ue. Per ognuno di essi spendiamo meno di altri paesi e offriamo un’accoglienza caratterizzata da frammentarietà delle strutture, sovraffollamento, incertezza nei tempi di permanenza e distribuzione territoriale disomogenea.
Daniele Fano commenta l’intervento di Angelo Baglioni e Andrea Boitani “Adesso rottamiamo la Troika
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Il Punto

Mentre il governo greco continua a pretendere dai partner europei la firma su un assegno in bianco con nuovi aiuti, l’Europa si ostina su stupidi dettagli di un programma che richiederà anni per essere attuato. Intanto la Grecia è vicina al default e, forse, all’uscita dall’euro. Nella dannosa confusione di ruoli nell’Eurozona di questi mesi l’unica istituzione che ha fatto politica (cioè compromessi) è stata quella che dovrebbe essere solo un organismo tecnico: la Bce guidata da Mario Draghi. Forse le si può chiedere di più: riammettere Atene tra i beneficiari del Quantitative easing di 60 miliardi al mese e scongelare l’attuale soglia di 89 miliardi di liquidità di emergenza. Se torna la liquidità, il rischio insolvenza si allontana.
Riconoscendo il matrimonio delle coppie omosessuali, la Corte suprema degli Stati Uniti ha affermato che sposarsi è un diritto fondamentale che nemmeno necessita di una legge per regolare unioni dello stesso sesso. Una lezione di libertà su cui è bene riflettere in Italia.
Un po’ di diseguaglianza nella distribuzione dei redditi e della ricchezza serve a creare incentivi a far meglio. Ma se gli squilibri distributivi sono troppi si blocca l’ascensore sociale. Anche negli Usa, la “terra delle opportunità”, dove il 93 per cento dei guadagni della ripresa del 2009-2010 è andato all’1 per cento delle persone più ricche.
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Il Punto

Difficile da capire l’irrigidimento del Fondo monetario sul salvataggio greco. Dai dati viene fuori che Atene ha fatto molti tagli e alcune riforme anche in campo pensionistico. Con risparmi di spesa solo graduali nel tempo. È ora che i creditori ammettano che servono dieci anni, non tre, per aggiustare la Grecia.
Come sono cambiati i servizi idrici a quattro anni dal referendum sull’acqua? Non c’è più l’obbligo di mettere in gara o privatizzare, ma nemmeno di lasciare per forza alla gestione pubblica. Basta che l’attività sia in equilibrio economico. Insomma, si è cristallizzato lo status quo.
Il malaffare di Mafia capitale si è tanto diffuso anche perché nei comuni sono inefficienti i controlli su appalti, sovvenzioni, concessioni, concorsi. A vegliare sulla legalità di questi atti il segretario comunale, figura né indipendente né autonoma. Ma indipendenza e autonomia sono requisiti minimi per esercitare i controlli.
Gioco d’azzardo e investimenti finanziari hanno in comune l’inconsapevolezza dei consumatori che coinvolgono. Per tutelarli davvero non basta la foglia di fico degli avvertimenti sui rischi della dipendenza, per i primi, o sui rischi di mercato per i secondi. Meglio partire dal basso con l’educazione finanziaria.
Entrano in circolazione sempre più farmaci nuovi e molto efficaci, ma anche molto costosi. Si aprono così una serie di problemi su cui si interroga anche l’Organizzazione mondiale della sanità: da come garantirne l’universalità di accesso al ripensamento del sistema dei brevetti in modo da incentivare l’innovazione.
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Il Punto

Da qui a dicembre, quando si terrà a Parigi la conferenza sul clima, ci aspettano mesi di negoziati bilaterali per stabilire quali paesi dovranno fare più sforzi nella riduzione del riscaldamento globale. Un buon esempio è il recente accordo Cina-Usa che, se attuato, potrebbe portare a ridurre i gas serra di almeno un quarto.
C’è disorganizzazione ma anche un segreto di Pulcinella nel lasciare che i profughi arrivati sulle coste italiane non vengano identificati in tempi rapidi. In realtà si spera che per le leggi vigenti in Europa sul diritto di asilo sia un altro paese Ue a prenderli in carico. Va bene sfruttare le pieghe delle norme europee. Però non sulla pelle dei rifugiati.
Difficile individuare qual è l’interesse del consumatore di servizi telefonici mobili. Sullo “zero rating” – l’accesso illimitato ad applicazioni e siti web senza il limite di traffico normalmente imposto – l’Europa è oggi divisa. La pragmatica soluzione americana che porta il regolatore a decidere caso per caso eviterebbe di soffocare l’innovazione sul nascere.
Nel sistema pensionistico, il metodo contributivo dovrebbe garantire la parità di trattamento rivalutando i contributi di tutti in base alla media quinquennale di crescita del Pil. Ma la lunga crisi post 2007 e le scelte conseguenti del governo hanno portato rendimenti negativi. Per ristabilire l’equità del calcolo meglio allungarne a dieci anni il periodo di computo.
È all’esame delle Camere il decreto delegato che riordina i servizi per il lavoro. Si riporta dalle regioni al centro il coordinamento degli strumenti che dovrebbero consentire ai disoccupati di reinserirsi nel mercato del lavoro. Il rischio è di non utilizzare l’assegno di ricollocazione come politica attiva.
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Il Punto

Se entro il 30 giugno la Grecia non restituisce 1,6 miliardi al Fondo monetario – creditore con prelazione nei confronti di tutti – è come se facesse default. L’Europa può metterci una pezza e rinviare una resa dei conti che comunque prevede scenari da incubo: la Grexit invisa ai politici greci o la chiusura delle banche in stile cipriota. A meno di sorprese dell’ultim’ora.
Ancora una volta viene fuori che l’università discrimina le donne docenti. La sostanziale parità di genere uscita dai concorsi per l’Abilitazione nazionale è stata messa da parte quando gli atenei hanno scelto tra gli idonei. La piccola parte degli abilitati diventati professori associati o ordinari è fatta soprattutto da uomini.
Norme scritte male si prestano ad abusi, spesso perpetrati proprio dalla pubblica amministrazione. Vale anche per la voluntary disclosure: gli uffici delle Entrate hanno dato un’interpretazione estensiva ai termini di accertamento che rischia di togliere anche la minima convenienza all’evasore che si vuole ravvedere. A peggiorare la situazione si aggiungono troppe leggi e regolamenti – un cappio soffocante di costi amministrativi per le Pmi e per i cittadini. Tanto che la stessa Ue – gran produttrice di regole, peraltro – ci chiede di semplificare il quadro normativo.
Si fa presto a dire “investiamo sui porti”. Poi bisogna scegliere su quali traffici marittimi puntare. In Italia si sono privilegiate le infrastrutture per container con la convinzione di favorire l’export. A conti fatti, però, abbiamo facilitato soprattutto l’ingresso di merci estere sul mercato nazionale.
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Il Punto

Le nuove regole del Jobs act sul congedo post-maternità introducono più flessibilità a vantaggio dei lavoratori. Dovrebbero disincentivare l’abbandono del lavoro delle donne dopo la nascita dei figli (oggi succede in un caso su quattro). È però necessario – ma non c’è nel provvedimento – anche un potenziamento dei nidi, insufficienti e distribuiti in modo eterogeneo sul territorio.
Prima della crisi 70 europei su cento dichiaravano la loro fiducia nella Ue. Ora siamo sotto a 50, con picchi negativi a 30 dove la recessione è stata più dura. L’Europa non vuol più dire prosperità economica e democrazia; semmai, disoccupazione. Tocca alle istituzioni comunitarie e ai governi nazionali re-innescare un circolo virtuoso che ridia senso e dignità all’ideale europeo.
Oggetto di una diffusa campagna ostile priva di base scientifica, l’uso universale dei vaccini ha debellato il vaiolo, la polio e ridotto del 75 per cento le morti per morbillo. Per i molti altri in arrivo nel prossimo decennio una duplice sfida: sostenere i costi di quelli davvero utili e organizzare il Servizio sanitario per garantire la loro diffusione.
Nelle province con maggiore immigrazione> si è mantenuto il vantaggio competitivo ed è così aumentato il valore aggiunto dei settori manifatturieri che impiegano lavoro con mansioni semplici e routinarie. Con un rovescio della medaglia: il rinvio del cambio di pelle dell’industria verso produzioni più avanzate.
Una legge recente stabilisce l’obbligo per i piccoli comuni – fino a 5 mila abitanti – di associarsi tra loro per cogestire tante funzioni importanti, dalla polizia municipale ai servizi sociali. Per ora i pochi che si sono mossi sono molto indietro. Anche perché il governo né premia i virtuosi né punisce gli inadempienti.
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Il Punto

Per ogni 100 mila residenti in Veneto ci sono 50 stranieri ospitati nei centri di accoglienza. Come in Valle d’Aosta. In Lombardia si sale a 60, in Liguria a 80. Con numeri due o tre volte più grandi in varie regioni del Centro-Sud e in Friuli-Venezia Giulia. Eppure dai governatori Zaia, Rollandin, Maroni e Toti sono arrivati quattro secchi no all’accoglienza di nuovi profughi e immigrati. Davvero a casa loro (nostra) non c’è più posto?
I dati delle ultime amministrative mostrano che tanti italiani, delusi dalla politica, decidono di non votare. Ma a eleggere sindaco e consiglieri comunali vanno più persone di quelle che votano alle elezioni regionali. Sono le regioni, non i comuni, a essere percepite come lontane dai cittadini.
Approvata dalla Camera all’unanimità, la class action all’italiana è fortemente contestata dalle imprese. Al Senato si può correggerne alcune disposizioni sbagliate. Per evitare una proliferazione delle cause, si dovrebbe assegnare la guida della strategia processuale non a chi ha promosso la causa ma a qualcuno che garantisca di rappresentare l’interesse collettivo.
I bilanci delle banche italiane sono appesantiti da 350 miliardi di crediti deteriorati. L’idea di una bad bank con garanzie pubbliche è avversata dall’opinione pubblica (ostile verso nuovi salvataggi) e da Bruxelles che vieta gli aiuti di stato. Ma analoghe operazioni di risanamento sono state fatte dai grandi paesi Ue. Con il contributo degli hedge fund.
Una più alta inflazione attesa per domani – dice la teoria – farebbe salire gli acquisti di beni durevoli già oggi. In effetti pare sia andata così con l’annuncio dell’aumento dell’Iva nella Germania del 2005-2007. L’inghippo però funziona solo se insieme si diminuiscono le imposte sui redditi. Altrimenti, Iva più alta vuol dire solo recessione.
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Davvero Lombardia e Veneto non hanno posto per i migranti?

 
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Il grafico mostra il rapporto tra numero di migranti ospitati nei centri di accoglienza (o altre strutture temporanee) delle varie regioni e la popolazione totale delle stesse.
Dati ricavati dal ministero dell’Interno.

Pil: finisce la recessione, non la crisi

Il Pil dell’Italia smette di stagnare e ritorna a crescere non marginalmente su base trimestrale (+0,3 per cento rispetto al quarto trimestre 2014).
E’ per la prima volta che ciò accade dopo la crisi dell’euro dell’estate 2011. Speriamo che sia il primo di una lunga serie di trimestri positivi. Ce n’è bisogno: al Pil di oggi mancano 9,4 punti percentuali rispetto al livello raggiunto sette anni fa, nel primo trimestre 2008.
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Il Punto

Nel Regno Unito la buona salute dell’economia e la straripante affermazione dei separatisti scozzesi confermano Cameron e asfaltano le speranze dei laburisti. Utile comunque riflettere sul bipartitismo britannico, che esce comunque azzoppato, come già nel 2010. In Italia dal luglio 2016 avremo un nuovo sistema elettorale, l’Italicum. Che farà uscire un vincitore chiaro dalle elezioni. A patto che la riforma del Senato superi il lungo e impervio iter previsto dalla Costituzione.
Non si usano più i tagli lineari stile Tremonti per ridurre le risorse di 900 milioni di euro alle ex province e alle regioni a statuto ordinario. Si guarda invece alla differenza tra capacità fiscale e spesa standardizzata di ogni ente. Il rischio è comunque quello di penalizzare gli enti locali virtuosi.
Con lo “Sblocca Italia” il governo proroga generosamente le concessioni autostradali per tutti (e fino a 31 anni per l’Autobrennero!). Meglio tenere a mente che le concessioni autostradali di norma (europea) non dovrebbero superare i cinque anni.
L’analisi dei dettagli del nuovo disegno di legge sul mercato della prostituzione mette in luce che creare e fare funzionare un mercato non è cosa ovvia. Troppi – e umilianti – adempimenti burocratici sarebbero di freno all’affermarsi della legalità contro lo sfruttamento criminale di oggi. In ballo 900 milioni di potenziali tasse che lo stato potrebbe incassare.
Parità di genere e valorizzazione delle diversità, due principi che le norme europee sulla corporate governance vorrebbero vedere applicati. Sembrano in contrasto, ma possono essere strumenti complementari per una più completa affermazione delle donne nel mondo aziendale.
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