Nel garantire liquidità agli operatori colpiti dalla crisi, il sistema bancario ha un ruolo ancor più centrale. Restano però immutate alcune norme che allungano le procedure. Così come non tutti gli istituti sono pronti a rispondere alle nuove richieste.
Autore: Marco Giannantonio
Laureato presso l’Università Bocconi, da inizio 2019 ricopre il ruolo di Senior Vice President Loan Services in Prelios e ha la responsabilità delle attività di valutazione immobiliare nelle diverse fasi del processo del credito bancario. In precedenza, lavora come consulente direzionale dapprima in PwC Advisory e successivamente in Accenture con primarie banche italiane ed internazionali su progettualità di re-ingegnerizzazione della catena del valore del credito e credit risk management. Inizia la carriera in Intesa Sanpaolo, lavorando nell’area CFO su progettualità relative alla classificazione e misurazione del rischio di credito e alla quantificazione del rischio ex IAS 37.
Dal 2015 è contributore per la “Rivista dei Dottori Commercialisti” (Giuffrè Editore) e per la “Rivista Bancaria” (Minerva Editore) oltre che degli apprezzati blog Lavoce.info ed Econopoly (Sole 24 Ore) su tematiche di attualità economica e regolamentazione bancaria. Nel 2016 consegue la certificazione “Percorso Professionalizzante per il Risk Management in Banca” rilasciata da ABI e nel 2019-20 frequenta l’Executive Program in Finanza Immobiliare e Real Estate di SDA Bocconi.
Con l’epidemia di Covid-19, la recessione è alle porte. Ci saranno contraccolpi anche per il settore bancario. Sarebbe forse il momento di abbinare alla pressione regolamentare una visione più ampia, che dia maggiore flessibilità alle banche.
Nuove direttive dei regolatori e obiettivi di rischio e redditività spingono le banche a migliorare il processo di valutazione degli immobili, grazie anche alla tecnologia. Mentre cresce l’attenzione sugli effetti dei cambiamenti climatici.
Il mercato bancario si fa sempre più competitivo. Uno strumento chiave può essere il mutuo ipotecario. Può consentire di fidelizzare i clienti, ma anche di attrarne di nuovi di livello elevato, a cui proporre prodotti e servizi a più alto valore aggiunto.
Se negli ultimi tre anni gli interventi sui crediti deteriorati si sono moltiplicati, la supervisione ha dato ben poca attenzione agli strumenti finanziari illiquidi. Anch’essi però rappresentano un potenziale rischio sistemico. E qualcosa sta cambiando.
Se le inadempienze probabili sono la nuova sfida per le banche, la soluzione è trasformarle in crediti che il debitore possa pagare. Per ottenere il risultato gli istituti devono però dotarsi di personale specializzato. O affidarsi a consulenti esterni.
Prima di una eventuale nuova recessione le banche italiane dovrebbero mettere in sicurezza gli attivi. Oltre agli Npl, c’è un altro fronte: le inadempienze probabili. La loro gestione richiede competenze specialistiche, che non sempre gli istituti hanno.