Le tasse straordinarie non sono una novità nel diritto tributario. Ma il prelievo dovrebbe essere aumentato con una proposta organica e non estemporanea come quella sugli extra-profitti delle banche. I rischi per investitori e risparmiatori.
Autore: Marco Greggi
Professore ordinario di diritto tributario e diritto tributario internazionale presso l'Università di Ferrara. In passato ha svolto incarichi di ricerca e docenza presso gli atenei di San Paolo, Barcellona (UPF), Leiden, Lugano, Budapest (ELTE), Pechino (CUPL), Guangzhou (Sun Yat Sen), Astana (ENU), Lione, Teheran, Vaduz e Melbourne (John Monash). Ha scritto tre monografie e numerosi contributi scientifici in italiano e in Inglese. È membro del consiglio scientifico della rivista Diritto e processo tributario (Napoli) e Novità fiscali (Lugano).
La pubblicazione dei nuovi leaks sulla presunta evasione fiscale di personaggi celebri non ha ricevuto grande attenzione dai cittadini. Neanche in Italia, dove si sta per varare una riforma del fisco. Un caso di sensazionalismo che crea solo confusione.
Nei tempi brevissimi del Pnrr non è possibile perseguire una riforma del processo tributario ispirata alla professionalità del corpo giudicante. Perché non ci sono giudici con una formazione adeguata. Meglio introdurre un sistema di verifica continua.
All’Ecofin di Tallin si discute di tassazione delle multinazionali. Il rischio è aprire un conflitto con i paesi dove i giganti del web sono nati e cresciuti. Per avere successo, l’iniziativa europea deve avere chiaro qual è il nemico da battere.
La legge di bilancio 2017 prevede un’imposta sostitutiva forfetaria sui redditi esteri percepiti da soggetti che trasferiscono la residenza in Italia. Forse si vogliono intercettare i contribuenti in fuga da Londra dopo la Brexit. Ma la norma è in contrasto con almeno tre principi costituzionali.
In Europa, il sistema del divieto degli aiuti di stato proibisce ai paesi di sostenere le imprese. Negli Usa, il governo federale non esita a scendere in campo a fianco delle sue multinazionali, minacciando di fare carta straccia degli accordi internazionali. Il gioco è diventato molto pericoloso.
Un disegno di legge delega mira all’abolizione delle commissioni tributarie, assegnando le controversie a sezioni specializzate presso i tribunali ordinari. Eppure, i processi sono rapidi. Mentre c’è il rischio di mandare in frantumi la giurisdizione tributaria. La questione dei giudici onorari.
La Commissione europea ha presentato una proposta di direttiva sul contrasto all’elusione fiscale e alla pianificazione fiscale aggressiva. Le basi giuridiche dell’intervento sono deboli, ma si tratta di un primo passo sul tema. Sei misure ricalcate sul piano d’azione dell’Ocse. Effetti in Italia.
Il fisco italiano ha raggiunto un accordo con Apple per 318 milioni di euro. L’imposta erosa tra il 2008 e il 2013 sarebbe però pari a 880 milioni. Certo, lo “sconto” serve a evitare un lungo e incerto contenzioso. Resta però il fatto che trattamenti simili non si applicano al contribuente medio.
Nella vicenda Alitalia e della sua possibile cessione ad Air France bisogna tener conto anche degli aspetti fiscali. Perché dopo la ristrutturazione la compagnia tornerà probabilmente a creare valore. La convenzione Ocse contro le doppie imposizioni dispone che la tassazione avvenga solo nel luogo in cui è localizzata la sede di direzione effettiva. Oggi è ovviamente l’Italia, ma domani? Il ministero dell’Economia deve pretendere adeguate garanzie in merito. Magari prendendo esempio dal governo olandese, che ha fatto bene i conti prima dell’accordo per Klm.