Il nostro sistema universitario è suddiviso in 367 settori scientifico-disciplinari, raggruppati in 188 settori concorsuali, con ripercussioni su didattica e avanzamenti di carriera. E se non è facile delineare confini disciplinari precisi, il buon senso suggerisce di evitare inutili segmentazioni.
Autore: Maria De Paola Pagina 9 di 11
Professoressa di Politica Economica presso il Dipartimento di Economia, Statistica e Finanza dell’Università della Calabria. Attualmente in congedo, è dirigente presso la Direzione Centrale Studi e Ricerche INPS. Si occupa prevalentemente di Economia del lavoro e dell’istruzione, Discriminazione di genere, Political Economy e valutazione di politiche pubbliche.
In molti paesi a una forte diseguaglianza si accompagna l’ereditarietà nelle posizioni economiche e sociali. Perché le famiglie con reddito più alto investono di più nel capitale umano dei figli. E perché hanno connessioni sociali che permettono l’accesso a occupazioni e retribuzioni migliori.
Giusto prevedere un premio per i docenti più meritevoli. Ma valutare la qualità di un insegnante non è semplice. Il metodo scelto dalla “Buona scuola” si fonda su elementi molto soggettivi, con il rischio di ottenere risultati diversi da quelli sperati. La composizione del comitato di valutazione.
Riuscire a reagire in maniera adeguata a un iniziale insuccesso può avere conseguenze molto rilevanti sul percorso professionale successivo. È un problema che sembra riguardare in particolare le donne, più propense a scoraggiarsi dopo un risultato negativo. Gli aspetti culturali da modificare.
Finiti gli esami di maturità, torna la querelle sui 100 “facili” al Sud. Ma davvero gli studenti delle regioni meridionali sono valutati con più generosità dai loro insegnanti? Le differenze esistono e confermano che solo un test standardizzato nazionale può evitare valutazioni troppo soggettive.
I risultati dell’abilitazione scientifica nazionale avevano fatto sperare che si potesse arrivare a una adeguata parità di genere nel sistema universitario. Ma ancora una volta le scelte degli atenei sembrano sfavorire le donne. Evento raro la promozione a ordinario.
La valutazione con metodi rigorosi degli effetti delle politiche pubbliche è indispensabile per far sì che le scelte siano le migliori possibili. E varie amministrazioni potrebbero dare il buon esempio. Ma gli interventi finanziati con i fondi europei sono un’occasione da non perdere.
Il test Teco è rivolto agli studenti universitari che stanno concludendo il loro ciclo di studi. Mira a valutare competenze generaliste e trasversali. Difficile, però, considerarlo uno strumento di valutazione della qualità dell’offerta didattica degli atenei. Come evitare il clima di sospetto.
Il disegno di legge “La buona scuola” è centrato sulla figura del dirigente scolastico. Che, con poteri ampliati e discrezionali, diventa un leader del team educativo dell’istituto. Per questo occorrono strumenti di valutazione del suo operato trasparenti, equi e rigorosi . Non ancora stabiliti.
Dal 2015 tutte le scuole statali saranno coinvolte in un processo di autovalutazione. Il problema è che potrebbero non avere tutte le informazioni necessarie per compilare il rapporto. Dati disomogenei potrebbero portare a valutazioni errate. Linee guida del ministero e priorità di miglioramento.