In una fase di recessione economica, il Rdc è riuscito a contenere la disuguaglianza e le situazioni di più grave indigenza economica. La valutazione per il mercato del lavoro in Toscana mostra però che la misura non ha aumentato le opportunità di impiego.
Autore: Maria Luisa Maitino
Irpet- istituto Regionale per la Programmazione Economica della Toscana.
L’Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro sono le due nuove misure istituite per sostituire il Reddito di cittadinanza. Cosa cambia e quali sono gli effetti nel contrasto alla povertà? Quali sono le possibili alternative?
Il Rem nasce per correggere i difetti di un sistema basato su misure categoriali. Ma prevede una molteplicità di criteri di accesso e di esclusione. Un trasferimento mensile basato sul numero di componenti della famiglia avrebbe dato risultati migliori.
Nel lungo periodo, quando per tutti varrà il regime contributivo, la legge 26/2019 consentirà un’uscita più flessibile dal lavoro. Ma nel breve periodo, i tanti che andranno in pensione con il regime misto determinano un aumento significativo della spesa previdenziale.
Le probabilità di trovare un lavoro per disoccupati e soggetti in cerca di prima occupazione aumentano notevolmente dopo la frequenza di un corso professionale. Lo mostra uno studio valutativo condotto in Toscana. Non tutti gli interventi hanno però la stessa efficacia. E dunque se è improrogabile un ripensamento dei criteri di accreditamento delle agenzie formative, in modo da premiare qualità e specializzazione, va anche incoraggiata la fruizione di percorsi formativi che corrispondano il più possibile all’effettivo fabbisogno degli individui.
Il costo della staffetta generazionale
Di Maria Luisa Maitino, Letizia Ravagli e Nicola Sciclone
il 27/05/2013
in Commenti e repliche
Il lavoro è diventato un’emergenza nazionale. Specie per i più giovani. Lo certifica la flessione osservata in questi anni di crisi degli occupati in età tra 15 e 29 anni: 727 mila individui in meno dal 2008. E, ancora più crudamente, lo dimostra l’aumento del tasso di disoccupazione, salito per i 15-29enni al 25,2 per cento, dal 15,3 per cento che era appena cinque anni prima.
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