La posizione finanziaria delle famiglie di immigrati è molto diversa da quella dei nativi. Il divario è netto sia nell’ammontare di ricchezza sia negli impieghi. Le conseguenze si fanno sentire anche sui mercati finanziari e sul quadro macroeconomico.
Autore: Marianna Brunetti
Ricercatrice in Statistica Economia presso il Dipartimento di Economia e Finanza dell’Università di Roma Tor Vergata, dove insegna Statistical Computing e Financial Econometrics. Ha conseguito MSc in Economics alla University of Warwick e PhD all’Università di Bergamo. E’ stata visiting presso Imperial College Business di Londra e Stockholm School of Economics. Membro del Centro Studi di Banca e Finanza (CEFIN) e del Centre for Household, Income, Labour and Demographic Economics (CHILD), si occupa di economia finanziaria ed in particolare dei temi di household finance.
La fragilità finanziaria delle famiglie italiane non è necessariamente connessa alla classe media, ma sembra essere legata a un eccesso di proprietà immobiliare nei portafogli, soprattutto per i più giovani e per i più anziani. Le famiglie dovrebbero dunque cercare di detenere strumenti sufficientemente liquidi per fronteggiare il rischio di spese inattese o di interruzioni del flusso di reddito. Ma anche gli intermediari e i consulenti finanziari dovrebbero forse rivedere le regole standard della gestione dei portafogli delle famiglie.