La ripresa dei consumi delle famiglie europee che ci si aspettava con il calo di inflazione e dei tassi di interesse non si è ancora materializzata. Continuano a pesare le politiche di bilancio restrittive e il rallentamento del mercato del lavoro.
Autore: Mario Pietrunti
Mario Pietrunti è economista per BNP Paribas Asset Management. Ha lavorato per il desk di European Economics di Morgan Stanley e presso il Dipartimento di Economia e Statistica della Banca d’Italia. Ha conseguito un dottorato in macroeconomia presso la Toulouse School of Economics ed è autore di diverse pubblicazioni scientifiche sui temi delle politiche monetarie e di bilancio.
Negli ultimi mesi l’andamento delle dinamiche inflazionistiche dell’area dell’euro è nettamente rallentato. La possibilità di una fase di bassa inflazione supera oggi quella di una nuova fiammata inflazionistica. La Bce dovrebbe invertire la rotta.
La debolezza dell’economia tedesca è un problema che riguarda tutta l’Europa. La Germania è il principale partner commerciale di gran parte dei paesi dell’area euro: un suo rallentamento strutturale comporterebbe conseguenze negative anche per loro.
Il ciclo di rialzi dei tassi dovrebbe portare a un raffreddamento dell’inflazione secondo i modelli Bce, al costo però di una recessione. I ritardi nella trasmissione degli impulsi monetari non consentirebbero, se necessari, tempestivi cambi di rotta.