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Autore: Massimo Bordignon Pagina 11 di 24

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Si è laureato in Filosofia a Firenze e ha svolto studi di economia nel Regno Unito (MA, Essex; PhD, Warwick). Si occupa prevalentemente di temi di economia pubblica. Ha insegnato nelle Università di Birmingham, Bergamo, Brescia, Venezia e come visiting professor negli USA, in Svezia, Germania e Cina. Attualmente è professore ordinario di Scienza delle Finanze presso l'università Cattolica di Milano, dove ha diretto anche il Dipartimento di Economia e Finanza e la Doctoral School in Public Economics. Ha svolto e svolge tuttora attività di consulenza per enti pubblici nazionali e internazionali ed è stato membro di numerose commissioni governative, compresa la Commissione sulla Finanza Pubblica presso il Ministero del Tesoro nel 2007-8. È attualmente membro dell'European Fiscal Board, un comitato di consulenza del Presidente della Commissione Europea e Vicepresidente esecutivo dell'Osservatorio sui conti pubblici dell'Università Cattolica.

Sembra facile tagliare la spesa pubblica

Accantonati negli ultimi tempi, tornano di attualità i tagli alla spesa pubblica. Vanno infatti recuperati soldi per disinnescare le clausole di salvaguardia e per rispettare la decisione della Corte costituzionale sull’adeguamento delle pensioni. I paradossi dei costi standard.

Il senso di Maroni per l’autonomia

L’assoluta necessità dei politici di essere sempre sulle prime pagine dei giornali produce a volte delle conseguenze paradossali. Matteo Salvini, il segretario della Lega Nord, è onnipresente in televisione, con lo scopo preciso di conquistare l’elettorato del Sud, maggiormente colpito dalla crisi e dunque potenzialmente più sensibile al nuovo nazionalismo lepenista e anti-Euro di cui la Lega si è fatta portatrice. Per far questo tuttavia, il segretario ha dovuto seppellire l’antica bandiera secessionista-federalista, da sempre vista come uno spauracchio nel Mezzogiorno. Nel contempo però, Roberto Maroni, il governatore leghista della regione Lombardia, ha il bisogno opposto, quello di rinsaldare le fila in vista di elezioni future, e dunque lancia un referendum autonomista, che se avesse qualche effetto pratico, spaventerebbe lo stesso elettorato che Matteo Salvini cerca affannosamente di conquistare. Misteri della politica.
Naturalmente, al di là degli aspetti mediatici, il referendum lombardo, essendo puramente consultivo, non avrà alcun effetto concreto. Le materie su cui dovrebbero esprimersi gli elettori (quelle potenzialmente delegabili alla Regioni sulla base dell’attuale articolo 116 della Costituzione) sono poi del tutto marginali, e anche se delegate in toto non cambierebbero la vita dei cittadini lombardi di una virgola. Certo non rappresenterebbero un passaggio all’agognato sistema fiscale del trentino, oltretutto ormai parecchio bastonato dallo stato centrale. Ma il referendum non sarà probabilmente presentato così, con il rischio di rendere la consultazione del tutto inutile anche da un punto di vista di mero sondaggio d’opinione. Un referendum del tipo preferito dal mitico Catalano (“vuoi tu essere ricco e autonomo o  preferisci essere povero e vincolato?”) non è di grande utilità informativa. Un sondaggio oltretutto costoso, 30 milioni di euro. Appoggiato dai consiglieri del Movimento 5 stelle, i fustigatori degli sprechi nella politica, perché in cambio hanno ottenuto che il referendum si svolga anche con voto elettronico. Un click vale davvero 30 milioni?

Il vuoto lasciato dal federalismo

Le riforme del Governo Renzi hanno rimesso in discussione il modello italiano di federalismo. Ma non è chiaro quale nuova struttura si vuole ora disegnare per i governi locali. E non è una questione astratta di architettura istituzionale. È un tema concreto di funzionalità delle politiche.

Grecia: il paradosso, la paura e la speranza

Alexis Tsipras è il nuovo primo ministro della Grecia. D’altra parte, in Europa e non solo, in molti speravano nel suo successo. Un accordo sul debito greco sarebbe ragionevole. Ma gli ostacoli politici non mancano, perché significherebbe rimettere in discussione i capisaldi del fiscal compact.

Atene, crocevia d’Europa

Le prossime elezioni politiche in Grecia sono un passaggio delicato per tutta l’Unione. Si aprono scenari diversi, che potrebbero condurre a una nuova politica economica per l’euro, con l’interpretazione meno restrittiva dei vincoli di bilancio. Oppure al rinnovarsi dei rischi di crisi finanziaria.

Pasticcio fiscale al profumo d’origano

Due senatrici del Pd hanno inserito nella Legge di stabilità un emendamento che avvicina l’aliquota Iva dell’origano a quella di altre erbe aromatiche, come salvia e basilico. Al di là delle facili ironie, la vicenda conferma ancora una volta che al nostro fisco manca soprattutto la semplicità.

La manovrona

La prima legge di Stabilità di Renzi è una manovra pesante -36 miliardi- ed espansiva, a costo di peggiorare il disavanzo. La scossa che ci voleva, ma con alcuni rischi: la reazione dei mercati finanziari e la capacità di risposta in termini di consumi e investimenti.

L’euro è una trappola?

Confronto tra Hans-Werner Sinn e Massimo Bordignon
La situazione dell’euro area e con essa dell’Unione Europea continua a destare forti preoccupazioni, con disoccupazione in crescita e forti rischi di deflazione. Ancora più preoccupanti sono i conflitti tra i paesi membri su come uscire dalla crisi, tra chi sostiene la necessità di mantenere le politiche di rigore e chi ritiene invece indispensabile utilizzare politiche fiscali e monetarie più espansive. Le recenti scelte di Francia e Italia sulle proprie politiche di bilancio, in conflitto con le norme europee, come le difficoltà della Banca centrale europea a perseguire le proprie politiche, sono una chiara evidenza della situazione di stallo in cui si dibatte l’area.  Di questi temi si è discusso al convegno di settembre de lavoce.info, dove Hans-Werner Sinn ha presentato il suo recente libro “The Euro Trap”(Oxford University Press, 2014) in un dibattito coordinato da Massimo Bordignon e in cui è intervenuto Francesco Giavazzi. Pubblichiamo un carteggio (in inglese) tra Massimo Bordignon e Hans-Werner Sinn sulle tesi principali del libro e sulle possibili soluzioni o non soluzioni della crisi dell’euro.

Equilibrismi tra conti nazionali e regole europee*

Con la presentazione all’Europa delle loro leggi di bilancio, Francia e Italia mettono sul piatto in maniera esplicita il tema dell’efficacia delle politiche di austerità per affrontare la crisi economica. Ma come reagirà la Commissione europea? Procedure, sanzioni e la questione della sovranità.

La manovrina

Il Governo ha messo le carte in tavola sulla Legge di stabilità. I 20 miliardi di tagli alla spesa si riducono a 5 e saranno lineari. Poche le risorse per gli ambiziosi progetti annunciati. Bene rimandare gli obiettivi sul bilancio strutturale. Cosa dirà ora l’Europa? E i mercati?

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