Una sfida chiave nella crisi energetica è definire politiche capaci di alleviarne gli effetti sulle famiglie in difficoltà. Il prerequisito è che i possibili beneficiari siano consapevoli della disponibilità di questi strumenti. Spesso non accade.
Autore: Mirco Tonin
È professore ordinario di politica economica alla Libera Università di Bolzano e direttore dell’Istituto per la ricerca valutativa sulle politiche pubbliche (IRVAPP) presso la Fondazione Bruno Kessler di Trento. Dopo la laurea in economia politica all’Università Bocconi ha conseguito un PhD in economia presso la Stockholm University (Svezia). È stato lecturer, poi associate professor e full professor presso l’University of Southampton, in Inghilterra, e UniCredit Foscolo Europe Fellow presso la Central European University di Budapest, Ungheria. La sua principale area di ricerca è l’economia pubblica, del lavoro e comportamentale.
Studiare in una lingua straniera è sempre più comune, soprattutto all’università. Ma ha un costo significativo in termini di voti, come dimostra uno studio. Le politiche educative dovrebbero tenerne conto, almeno quando si tratta di borse di studio.
Durante la prima ondata della pandemia lo share dei Tg nazionali e regionali è aumentato, anche nelle aree meno colpite dal Covid-19. Così i politici locali sono spinti ad attuare politiche restrittive preventive, anche quando il virus è ancora lontano.
Gli italiani mostrano una maggiore attitudine a riprendere le consuetudini pre-pandemia rispetto a qualche settimane fa. Aumenta però anche lo scetticismo sul grado di preparazione del paese nell’affrontare il virus. I risultati di un nuovo sondaggio.
Non basta riaprire le attività commerciali perché tutto torni come prima, contano molto anche i comportamenti dei consumatori. Nella “fase 2” sono pronti a riprendere le consuetudini pre-pandemia? I risultati di una indagine mostrano una diffusa prudenza.
La maggior parte degli italiani ha finora rispettato le misure di autoisolamento. Ma uno studio suggerisce che sono cruciali le aspettative sulla loro durata. Un risultato da considerare anche in vista di una possibile nuova ondata di infezioni.
La maggior parte degli italiani si aspetta una proroga oltre il 3 aprile delle misure di isolamento sociale. È anche pronta a mantenere o aumentare gli sforzi. Ma se la data supera le previsioni di ciascuno cala la volontà di rispettare le restrizioni.
Il contrasto al declino demografico richiede un impegno serio e credibile da parte delle istituzioni. Ne potrebbe essere un esempio il riconoscimento del voto ai minori, esercitato attraverso i genitori. Magari rafforzando anche la rappresentanza femminile.
Probabilmente neanche nella prossima legislatura avremo una seria riforma fiscale. Senza interventi sulla spesa, difficili con un governo di coalizione, non ci sono le risorse per tagli alle imposte. E poi i politici preferiscono ridurre le tasse visibili.