L’intelligenza artificiale si candida oggi a strumento di organizzazione del lavoro efficiente in tutte le fasi del rapporto. La tutela della persona del lavoratore non può essere lasciata solo al diritto della protezione dei dati personali.
Autore: Orsola Razzolini
Professoressa associata in diritto del lavoro nell’Università degli Studi di Milano, dove insegna Diritto del lavoro e International and Comparative Labour Law, è abilitata dal 2018 alle funzioni di professore ordinario nel settore IUS/07. Dal 2016 è membro della Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.
E’ autrice di due monografie e di numerosi contributi pubblicati su riviste nazionali e internazionali. E’ stata associate professor presso l’Università del Lussemburgo e Visiting Professor presso l’Università dell’Illinois, Urbana-Champaign. I suoi interessi di ricerca si collocano nell’area del diritto del lavoro, anche comparato, e del diritto dell’Unione europea.
Le proposte della Gender Equality Strategy europea e del Pnrr italiano per promuovere la parità sono perlopiù positive. Ma occorre un salto culturale per comprendere che senza la partecipazione delle donne al mondo del lavoro la società non può crescere.
La proposta di direttiva europea sul salario minimo adeguato riconosce il ruolo cruciale della contrattazione collettiva. Sotto questo profilo l’Italia è in regola. Ma restano aperte alcune questioni rilevanti, che richiedono un riordino della normativa.