Le necessarie misure di contrasto al cambiamento climatico incideranno sulla spesa delle famiglie. Per evitare un aumento dei casi di povertà energetica servono precise azioni di compensazione per i nuclei più fragili. Come suggerisce l’Oipe.
Autore: Paola Valbonesi
Professore Ordinario di Economia Politica all’Università di Padova, e Leading Research Fellow all’HSE-NRU, Mosca. Ha conseguito una Laurea in Scienze Politiche presso l’Università di Padova, M.A. e Ph.D in Economics presso l’European University Institute, Firenze. I suoi interessi di ricerca che si collocano tra l’economia industriale e l’economia pubblica, con particolare attenzione al disegno di incentivi e regole efficienti in contesti di interazione pubblico privato (utilities, energia, appalti, aiuti di stato, innovazione).
In Italia uno stesso dispositivo medico può avere un costo molto diverso a seconda dell’ospedale che lo acquista. Spuntano i prezzi migliori le stazioni appaltanti più grandi. Mentre i prezzi di riferimento avvantaggiano solo quelle meno competenti.
La lentezza della giustizia civile produce distorsioni e costi nell’economia. Per esempio, si allungano i ritardi nella realizzazione dei lavori pubblici. Perché le aziende sanno di poter sfruttare a proprio vantaggio la lunghezza dei processi. A subirne le conseguenze sono sempre i cittadini.
Qual è l’impatto del processo di orientamento al mercato dei servizi pubblici sul bilancio delle famiglie italiane? In termini di tariffe, le riforme sembrano avere funzionato in modo imperfetto, ma almeno ragionevole. Crescono molto i prezzi dell’acqua. Mentre la spesa maggiore va in riscaldamento e varia notevolmente da Regione a Regione. Anche la quota di famiglie che ha “problemi di sostenibilità” per una o più delle utility di base sembra diminuire. Almeno finché l’Autorità dell’energia continuerà a proteggere i consumatori dai rincari del petrolio.