Prorogare il taglio alle accise sui carburanti oltre il 5 ottobre non sarebbe una buona idea: si dovrebbe puntare a proteggere le fasce più deboli della popolazione dall’inflazione e ad accelerare la transizione ecologica
Autore: Paolo Brunori
Professore Associato di Scienza delle Finanze all'Università di Firenze e Research fellow all'International Inequalities Institute, London School of Economics and Political Science.
Il Rem nasce per correggere i difetti di un sistema basato su misure categoriali. Ma prevede una molteplicità di criteri di accesso e di esclusione. Un trasferimento mensile basato sul numero di componenti della famiglia avrebbe dato risultati migliori.
Bassa natalità e carichi fiscali sono due temi sentiti dalla classe media italiana. Ma una riforma basata sull’introduzione del quoziente familiare non risolverebbe i problemi. avvantaggerebbe i più ricchi e avrebbe effetti negativi sul lavoro delle donne.
Dopo Brexit e presidenziali americane, anche i sondaggi sul referendum del 4 dicembre si riveleranno sbagliati? Nel nostro caso il problema è se il campione osservato sia o meno una buona rappresentazione di chi voterà. Perché i non rispondenti sono tanti. E ciò aumenta l’incertezza dei risultati.
La proposta Inps per pensioni universali di vecchiaia ha il pregio di superare una serie di problemi di attuazione storicamente molto difficili da risolvere in Italia. Resta una soluzione parziale, ma è il primo passo per la riforma delle politiche di contrasto alla povertà nel nostro paese.
L’abolizione della Tasi sulla prima casa è probabilmente una mossa elettoralmente efficace, ma allontana il sistema fiscale dagli obiettivi di equità che si prefigge. Per dar respiro al mercato immobiliare, è meglio alleggerire le imposte sulla compravendita e aggiornare i valori catastali.
La sfiducia nell’Invalsi sta erodendone la credibilità. I boicottaggi hanno l’effetto di deteriorare l’efficacia di uno strumento non esente da criticità. L’accettabilità del test standardizzato va costruita attraverso un esame indipendente e autorevole dei risultati ottenuti finora.
Migliaia di giovani ricercatori hanno partecipato al bando Sir, una delle poche occasioni di ottenere finanziamenti per la ricerca in Italia. In più, per la prima volta, la procedura per la selezione dei progetti ricalca quella utilizzata dall’Erc. Ma per ora non sembra una storia a lieto fine.
Le manifestazioni di sabato 9 aprile hanno riportato allattenzione dei media alcune pesanti lacune del sistema di sicurezza sociale italiano. Come più volte ricordato su lavoce.info la segmentazione del nostro mercato del lavoro è fra le più severe del continente. Nelle nostre imprese, ma persino nelle istituzioni pubbliche, lavorano fianco a fianco persone che svolgono identiche mansioni, con gli stessi titoli di studio e la stessa professionalità. Il principio di equità imporrebbe che ricevessero lo stesso trattamento, invece si trovano in posizioni completamente diverse. I lavoratori tutelati da una parte, i precari dallaltra.
CONTRATTO UNICO E INDENNITÀ DI LICENZIAMENTO
I lavoratori precari hanno diritti limitatissimi che, a seconda del tipo di contratto, possono persino non prevedere periodi di maternità e ferie. Più in generale, un precario non riceve liquidazioni, non ha diritto al sussidio di disoccupazione in caso di licenziamento, non matura anzianità retributiva. Se a lunga scadenza le strategie tese a limitare i costi materiali e psicologici di questa condizione sono molteplici e ben descritte, per esempio, dai documenti di indirizzo della Commissione europea, nel breve periodo è possibile chiedere e ottenere lintroduzione di forme di compensazione della condizione di precarietà sofferta in grandissima parte dalle generazioni più giovani. (1)
Sulla scia della proposta di Tito Boeri e Pietro Garibaldi proponiamo un meccanismo di indennizzo del lavoratore precario. (2) Tutti i contratti a tempo determinato vengono unificati dal punto di vista previdenziale. I versamenti previdenziali prevedono tre componenti: sanitaria, pensionistica e di indennità di licenziamento. Questultima componente è la novità. I versamenti per indennità di licenziamento sono una somma di denaro fissa nei mesi di prova, poi divengono una funzione crescente del salario nei mesi successivi. Il tasso di crescita dellindennità diminuisce e diviene zero nei mesi precedenti alla scadenza della massima durata di contratti a tempo determinato. Landamento del totale accantonato è rappresentato nel grafico sottostante. Allo scadere della durata massima del contratto a tempo determinato, il datore di lavoro può scegliere se trasformare il contratto a tempo indeterminato o se licenziare il lavoratore e pagare lindennità di licenziamento.
Quali sono gli effetti di questo meccanismo?
Per le imprese che assumono a tempo indeterminato tutti i lavoratori già assunti a tempo determinato, lintroduzione dellindennità non implica nessun costo aggiuntivo.
Le imprese che assumono a tempo determinato e poi decidono di non tenere un proprio dipendente a tempo indeterminato, invece, pagheranno un costo aggiuntivo. Costo che rappresenta un indennizzo al lavoratore rimasto disoccupato che effettivamente soffre i costi della flessibilità di cui gode limpresa. Il costo aggiuntivo è basso e costante per i mesi di prova, quando è ragionevole consentire una valutazione del lavoratore. Il fatto che il sussidio cresca velocemente dopo il periodo di prova fa sì che le imprese non abbiano la perversa convenienza a interrompere contratti, per poi ristipularne a distanza di poco tempo (pratica diffusa addirittura per i dipendenti dei nostri ministeri). Laumento non lineare del pagamento fa sì che la somma dellindennità di due contratti di un anno sia superiore allindennità di un contratto di due anni.
(1) European Commission Employment in Europe, ottobre 2010.
(2) Boeri T. e Garibaldi P. Un nuovo contratto per tutti, Chiarelettere, 2008.