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Autore: Raffaele Tangorra

Schermata 2014-05-21 alle 17.37.18Direttore Generale per l’inclusione e le politiche sociali presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali dal 2006. E’ stato dirigente della Presidenza del Consiglio dei Ministri dal 1999 al 2006. E’ rappresentante italiano nel Comitato di protezione sociale della UE. Laureato in Economia Politica presso l'Università Bocconi di Milano, ha poi conseguito un M.Sc. in Economics presso la London School of Economics e un Dottorato di ricerca in Economia Politica presso l’Università di Pavia. Ha pubblicato numerosi articoli e rapporti di ricerca in materia di politiche sociali e del lavoro.

Le nuova social card al banco di prova*

Con i primi pagamenti, la “nuova social card” entra nel vivo, anche se preceduta da qualche polemica. Invece, la sperimentazione avviata in dodici città con più di 250mila abitanti si sta rivelando molto utile per la definizione del target e per la messa a punto delle procedure di controllo.

Povertà: ci vuole una nuova misura?

Nel ringraziare l’Istat per la replica alla mia nota del 4 settembre, mi preme innanzitutto precisare che in essa non vi era alcuna critica all’Istituto, ma anzi un apprezzamento indiretto per la mole di informazioni comunque messa a disposizione del pubblico.

Poveri sì, ma sotto quale soglia? *

I dati Istat mostrano che, nonostante la crisi, l’incidenza della povertà negli ultimi dieci anni è rimasta sostanzialmente ferma all’11 per cento. Sembra un paradosso. Ma l’analisi dell’incidenza di povertà andrebbe sempre accompagnata almeno dall’esame dei movimenti della soglia di povertà. E se si rivaluta la soglia del 2008 per l’inflazione registrata negli anni successivi, nel 2011 si registra un incremento dell’incidenza di circa un punto e mezzo percentuale, cioè un milione di poveri in più. La questione della capacità d’acquisto della soglia di povertà relativa.

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