L’Italia è indietro negli obiettivi sui servizi alla prima infanzia. Mancano le strutture, ma incide anche l’idea che il nido non sia una tappa fondamentale per la crescita. Un’indagine su caratteristiche e motivi dei genitori che tengono a casa i figli.
Autore: Roberto Quaranta
Senior Scientific Expert presso il Collegio Carlo Alberto, dove gestisce e coordina le attività del DataLab e collabora con l’Unità di Valutazione dell’Impatto. Vanta oltre vent’anni di esperienza nel trattamento di dati di survey e banche dati amministrative, specializzandosi nell’analisi quantitativa e qualitativa delle dinamiche del mercato del lavoro e delle politiche correlate. Ha partecipato attivamente a numerosi progetti di ricerca a livello nazionale e internazionale. In precedenza, è stato responsabile del database WHIP (Work Histories Italian Panel).
Il coronavirus ha accentuato la crescita delle diseguaglianze tra italiani e stranieri sul mercato del lavoro. Gli stranieri hanno più spesso perso il lavoro. E chi l’ha mantenuto, ha dovuto svolgerlo in condizioni più difficili, soprattutto se donna.
La “fase 2” potrebbe penalizzare parecchio i lavoratori migranti. Svolgono infatti mansioni che li espongono di più al rischio contagio. E contemporaneamente cresce per loro il rischio povertà e quello di perdere il diritto al permesso di soggiorno.