Unicredit ha presentato un’offerta per acquisire Banco Bpm. Tra i due istituti si possono costruire oggettive sinergie, ampliando diverse attività. Gli ostacoli all’operazione sono il basso premio agli azionisti e la contrarietà di una parte del governo.
Autore: Rony Hamaui Pagina 1 di 16
Rony Hamaui laureato all'Università Commerciale L. Bocconi e Master of Science alla London School of Economics. È professore a contratto presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e presidente di Intesa Sanpaolo ForValue. È consigliere del CDEC e del LSE-Alumni. E’ stato direttore Generale di Mediocredito e AD di Mediofactoring. Ha ricoperto numerosi incarichi presso il gruppo Intesa Sanpaolo; e’ stato responsabile del Servizio studi della Banca Commerciale Italiana nonché professore a contratto presso l' Università di Bergamo e l' Università Bocconi. Ha lavorato presso l'Istituto per la Ricerca Sociale. È autore di numerosi articoli scientifici e ha scritto e curato diversi libri riguardanti gli intermediari e i mercati finanziari internazionali nonché la finanza islamica.
I mercati finanziari americani, così come quelli delle scommesse, avevano anticipato la vittoria di Trump. Come in altre occasioni, sono rimasti inascoltati. Ma i mercati delle previsioni non sono Cassandre, sono fonti di informazioni sempre più precise.
Doveva essere una tassa sugli “extraprofitti”, poi è diventato un contributo “volontario”, ora è un differimento di deduzioni fiscali. Alle banche costerà poco più di trecento milioni in sei anni. Raccolti e raccontati dallo stato in maniera fuorviante.
Le banche americane sono riuscite a convincere la Fed a ridurre drasticamente i requisiti patrimoniali previsti dalla revisione degli accordi di Basilea. Gli istituti europei, invece, sembrano più accondiscendenti verso i regolatori europei.
La Fed ha deciso di abbassare di 50 punti base i tassi d’interesse sui depositi, ma sull’entità del taglio c’è stata fino all’ultimo molta incertezza, che ha innervosito i mercati finanziari. La scelta però sarà utile all’economia europea. E a Kamala Harris.
In un mondo sempre più frammentato, nel quale il commercio internazionale ha smesso di crescere, la quota delle esportazioni cinesi sul Pil mondiale continua ad aumentare. A renderlo possibile è un sistema inefficiente, ma dinamico.
Anche nel 2024 i profitti delle banche sono cresciuti, trainati da alto margine di interesse, tenuta delle commissioni e costi e accantonamenti che restano bassi. Vari fattori fanno però pensare che la situazione sia destinata a cambiare presto.
In una guerra sempre più di logoramento, l’economia ucraina mantiene per il momento una fragile stabilità grazie agli aiuti internazionali. Ma sconfiggere economicamente la Federazione Russa è difficile, dato il suo enorme patrimonio di risorse naturali.
Le due coalizioni che potrebbero vincere le elezioni francesi hanno programmi economici populisti, in una situazione difficile dei conti pubblici. È il motivo che ha portato alla caduta delle borse europee dopo lo scioglimento anticipato del parlamento.
Israele è un piccolo stato, ma è caratterizzato da una enorme e crescente frammentazione culturale, religiosa, economica e politica. Senza una ricomposizione delle differenze, il paese rischia non solo di andare verso l’autoritarismo, ma anche di dividersi.