Il 4 maggio torneranno al lavoro in larga maggioranza lavoratori uomini. Alle donne non resterà che farsi carico ancor di più della cura della famiglia. Anche i giovani rimangono a casa. Sono due categorie che già avevano difficoltà sul mercato del lavoro.
Autore: Salvatore Lattanzio Pagina 2 di 3
Lavora presso la Divisione Famiglie e Mercato del Lavoro del Servizio Struttura Economica della Banca d’Italia. Dopo la laurea magistrale in Economic and Social Sciences presso l’Università Bocconi, ha conseguito il PhD in Economics presso la University of Cambridge. I suoi principali interessi di ricerca concernono l’economia del lavoro e l’economia di genere.
Qual è la distribuzione dei lavoratori, per età e genere, nei settori soggetti al lockdown e in quelli che non lo sono? Una ricerca mostra una prevalenza di dipendenti più giovani nelle attività non essenziali, mentre in quelle essenziali si riscontra una maggiore concentrazione di donne.
L’emergenza coronavirus, con la chiusura delle scuole, rende ancor più evidenti le difficoltà per le donne di conciliare lavoro e famiglia. Ma va affrontata anche la penalità che le mamme pagano sul mercato del lavoro in termini di salario e carriera.
La riduzione dei divari di genere nel mercato del lavoro passa anche da una maggiore consapevolezza delle imprese. E gli obblighi di comunicazione dei dati sulle retribuzioni e sugli occupati uomini e donne possono essere uno strumento importante.
Conciliare lavoro e famiglia è complicato, soprattutto per le donne. E soprattutto se mancano servizi adeguati. Per questo il bonus nido è inutile se non ci sono nidi. Mentre è utile aumentare i giorni di congedo obbligatorio per i padri.
È positivo che l’occupazione femminile sia tra le priorità del governo. Ma le politiche dei bonus vanno ripensate, anche alla luce delle profonde disparità territoriali. Il rischio è aggravare i conti dello Stato senza centrare gli obiettivi.
Il programma di governo M5s-Pd riporta in primo piano il tema delle disuguaglianze di genere, anche attraverso l’introduzione di una legge sulla parità uomo-donna nelle retribuzioni. Sono intenti positivi, purché non rimangano solo sulla carta.
Chi sono i super-ricchi tra i lavoratori dipendenti del settore privato? Guadagnano più di 500 mila euro l’anno e i loro redditi sono stati gli unici a salire negli ultimi decenni. Concentrato è anche il luogo dove trovarli, adesso ancora più che in passato: la provincia di Milano.
Per la prima volta due donne sono state indicate per i vertici di istituzioni chiave della Ue. Ma è proprio in ambito politico che la disuguaglianza tra uomini e donne raggiunge il livello più elevato. Ecco come von der Leyen e Lagarde potranno aiutare l’Europa a ridurla.