Il processo di condivisione e riallocazione di costi e ricavi nell’Eurosistema qualche volta ha effetti sorprendenti. Per esempio, la Banca d’Italia si sobbarca una parte dei cospicui interessi che le banche tedesche ricevono dalla Bundesbank.
Autore: Sergio Cesaratto
Sergio Cesaratto è professore ordinario di Politica monetaria e fiscale dell'UME, Economia internazionale, e Growth and development presso il dipartimento di Economia politica e statistica dell'Università di Siena. Si è formato con Pierangelo Garegnani, ha conseguito il dottorato presso la Sapienza, e svolto periodi di studio e ricerca presso le università di Manchester e Cambridge. Si è occupato di analisi dell'innovazione, teoria della crescita, sistemi pensionistici e, negli anni più recenti, di teoria della politica monetaria e crisi dell'eurozona.I suoi interessi correnti includono l'analisi delle economia precapitalistiche alla luce dell'impostazione classica del sovrappiù e degli studi antropologici e archeologici. Ha pubblicato sulle migliori riviste eterodosse internazionali, e pubblicato in italiano Sei lezioni di economia (2019) e Sei lezioni sulla moneta (2022) per Diarkos. Il primo è stato tradotto in inglese per Springer, e in Spagna per El Viejo Topo.
Con le politiche “non convenzionali”, la Bce ha immesso centinaia di miliardi di euro di riserve. Dopo il rialzo dei tassi, fruttano enormi interessi per le banche commerciali. E probabili perdite per le banche centrali nazionali dell’Eurosistema.