L’analisi di due diversi corsi di formazione organizzati dalla provincia di Trento mostra che i costi superano, e non di poco, la somma dei benefici monetari che ne sono derivati. Per migliorarne l’efficacia, bisogna intervenire per ridurre le spese.
Autore: Silvia De Poli
Silvia De Poli è ricercatrice junior presso IRVAPP. Ha conseguito la laurea specialistica in Scienze Statistiche Economiche Finanziarie ed Aziendali presso l’Università di Padova. In precedenza ha lavorato presso il Centro Studi dell’Unioncamere del Veneto. I suoi principali interessi di ricerca riguardano la valutazione di politiche applicata a studi di natura socio-economica, in particolare all’economia del lavoro.
Se il bonus di 80 euro ai pensionati sarà disegnato come quello dei lavoratori dipendenti, finirà che ne beneficeranno i non indigenti. Meglio sarebbe fare riferimento al reddito familiare. Effetto nullo sugli indicatori di povertà e di disuguaglianza.
Come è cambiata la distribuzione del reddito negli anni della crisi? Un’analisi su dati amministrativi per la provincia di Trento ci dice che la quota di reddito totale del gruppo più povero è scesa, così come quella dei più ricchi. Ma tra questi ultimi sono aumentati i pensionati.
Manca in Italia una seria valutazione d’impatto degli esiti occupazionali dei corsi di formazione professionale finanziati con risorse Fse. Eppure, la valutazione potrebbe fornire indicazioni utili sulla loro efficacia e sui modi per migliorarla. I risultati di un’esperienza trentina.