L’Ue ha varato un nuovo pacchetto di norme per contrastare il riciclaggio di denaro sporco. Se si tratta di un passo decisivo o di un nuovo sforzo velleitario dipenderà da come gli stati attueranno le nuove regole e dalla capacità di sfruttare la tecnologia.
Autore: Simone Lonati Pagina 1 di 2
Simone Lonati è Professore Associato di Procedura penale e Procedura penale europea presso l’Università Commerciale Luigi Bocconi. Insegna alla Scuola di Specializzazione per le professioni legali dell’Università di Pavia e dell’Università Bocconi. E’ membro del comitato di redazione della rivista Diritto penale contemporaneo. È fondatore dello Studio Legale Lonati.
La contrazione dei tempi del processo non passa attraverso la modifica della disciplina della prescrizione. Mentre per raggiungere l’obiettivo sono più utili altri interventi previsti nella riforma Cartabia. Ma le nuove norme non eliminano il vero nodo.
I fatti di Santa Maria Capua Vetere hanno aperto una ferita nel tessuto della nostra democrazia. Ora l’obiettivo più importante è evitare che si ripetano. Dopo l’introduzione del reato di tortura, servono altre misure. Sono note, basta realizzarle.
Il diritto alla speranza non può essere negato neppure al condannato all’ergastolo: lo stabilisce la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. E la Corte costituzionale lo ha ribadito, con l’ordinanza sull’ergastolo ostativo. Ora tocca al Parlamento.
Dal Rapporto sull’efficienza e qualità della giustizia in Europa emergono miglioramenti accanto ad alcune croniche debolezze. Per il nostro paese, oltre alla lentezza dei processi, preoccupano i dati sulla fiducia nell’indipendenza della magistratura.
Nelle carceri italiane la diffusione del coronavirus è stata contenuta. Anche prima dei provvedimenti del governo, i magistrati di sorveglianza hanno utilizzato norme già presenti nel nostro ordinamento per garantire la salute di detenuti e personale.
Nel periodo di lockdown le segnalazioni ai centri contro la violenza sulle donne sono aumentate. Mentre il Codice rosso ha mostrato tutti i suoi limiti. Le vittime si tutelano attraverso prevenzione, protezione e sostegno. E i colpevoli vanno perseguiti.
Per consentire il proseguimento dell’attività giudiziaria anche nel corso dell’emergenza sanitaria, il governo propone di svolgere in videoconferenza l’esame di alcune parti. Ma è una scelta che rischia di minare il principio del contraddittorio.
I provvedimenti dell’amministrazione penitenziaria per far fronte all’emergenza sanitaria di questi giorni hanno scatenato rivolte in molte carceri. Ma la situazione di oggi mette a nudo problematiche antiche, che ora richiedono soluzioni urgenti.
La percentuale più elevata delle prescrizioni ha luogo nella fase delle indagini preliminari. Ma su questo né la riforma Bonafede né il lodo Conte bis intervengono. Serve una revisione strutturale che punti a ridurre i tempi del processo penale.