Il Governo ha messo le carte in tavola sulla Legge di stabilità. I 20 miliardi di tagli alla spesa si riducono a 5 e saranno lineari. Poche le risorse per gli ambiziosi progetti annunciati. Bene rimandare gli obiettivi sul bilancio strutturale. Cosa dirà ora l’Europa? E i mercati?
Autore: Tito Boeri Pagina 4 di 38
Tito Boeri è professore di economia presso l'Università Bocconi di Milano e Senior Visiting Professor alla London School of Economics. È stato senior economist all’Ocse, consulente del Fmi, della Banca Mondiale, della Ue, dell’Ilo oltre che del governo italiano. Dal marzo 2015 al febbraio 2019 ha ricoperto la carica di Presidente dell'Inps. È Consigliere Scientifico della Fondazione Rodolfo Debenedetti. È stato editorialista del Sole24ore, de La Stampa e de La Repubblica e ha collaborato con quotidiani esteri quali il Financial Times e Le Monde. È tra i fondatori del sito di informazione economica www.lavoce.info e del sito federato in lingua inglese www.voxeu.org.
Bene che si discuta dell’introduzione di un salario minimo. Anche perché con la crisi è aumentato il numero di lavoratori al di sotto della soglia di povertà. Ma il testo dell’emendamento del Governo è troppo ambiguo. La misura deve essere applicata a tutti i lavoratori. Vediamo come.
È ancora molto lunga la strada della legge delega di riforma del mercato del lavoro. Ma è bene che sin d’ora si discuta nel merito di ciò che ci sarà nei provvedimenti di attuazione, anche in rapporto ai provvedimenti già varati dal Governo Renzi. Iniziamo dal contratto a tutele crescenti.
L’agosto non ci ha portato la tanto agognata ripresa. Per milioni di italiani non è arrivata neanche l’estate e speriamo vivamente che l’abbinata crescita-estate non venga più evocata (è anche sbagliata perché avremmo bisogno di ben più che una sola stagione di crescita). In compenso sono arrivati i nuovi vertici della Federcalcio, uno sport che interessa tre italiani su quattro e che in un autunno non facile può essere di qualche conforto in un paese depresso.
Se si vuole evitare di sottoporre un paese allo stremo a una cura da cavallo, il Governo ha una sola strada a disposizione: portare a termine almeno una riforma strutturale entro ottobre. E per farlo, può usare la Legge di stabilità per una profonda razionalizzazione della spesa pubblica.
L’Italia sta chiedendo un’interpretazione più flessibile del Patto di Stabilità e di Crescita nell’avviare la manovra di bilancio per il 2015. Ci sono pochi mesi a disposizione. Ma il paradosso è che rischiamo di non poter neanche aprire una seria trattativa con Bruxelles fino a ottobre inoltrato.
È apprezzabile che Governo e pubblica amministrazione ricorrano sempre più spesso a procedure di nomina fondate sulle manifestazioni di interesse. Ma non basta pubblicare i curricula, occorre motivare i criteri in base ai quali si effettua la scelta. La vicenda della presidenza Istat.
Il salto alla Fosbury del calcio. Così alcuni commentatori si sono azzardati a definire la portata innovativa della scelta fatta dal tecnico olandese Louis Van Gaal durante la partita Olanda-Costa Rica. Questa partita, disputata durante i quarti di finali della Coppa del Mondo, verrà molto probabilmente ricordata nei prossimi anni per quanto successo nell’ultimo minuto del secondo tempo supplementare: con una decisione mai vista prima in un campionato internazionale, la panchina olandese sostituisce per la lotteria dei calci di rigore il portiere titolare Cillessen con la riserva Krul.
Solo completando almeno una vera riforma e non ridimensionando la spending review, l’Italia può provare a rinviare il bilancio in pareggio senza incorrere nelle procedure per disavanzo eccessivo. Il quesito di fondo è come la Commissione decide sul Patto di Stabilità e Crescita.