Il 44 per cento dei cittadini europei ritiene che gli immigrati ricevano di più in trasferimenti pubblici di quanto contribuiscano in tasse. Ma sono timori ingiustificati, almeno per quanto riguarda la Gran Bretagna. Il contributo netto di migranti più giovani e più istruiti degli inglesi.
Autore: Tommaso Frattini
Tommaso Frattini è Professore Ordinario di Economia Politica presso il Dipartimento di Economia, Management e Metodi Quantitativi dell’Università degli Studi di Milano, e coordinatore dell’area di ricerca sulle migrazioni del Centro Studi Luca d'Agliano (LdA). E’ anche Research Fellow del CReAM, il Centro per la Ricerca e l’Analisi delle Migrazioni a UCL e dell’ IZA, e Research Affiliate del CEPR. Ha conseguito un PhD in Economics dallo University College London nel 2010. I suoi principali interessi di ricerca sono la microeconomia applicata, l’economia del lavoro e l’economia delle migrazioni.
L’immigrazione irregolare, per sua stessa natura, sfugge ai tentativi di misura e rilevazione. Tuttavia, esistono banche dati che permettono di analizzare alcuni aspetti del fenomeno. Per esempio i dati del Naga descrivono l’inserimento di persone senza permesso di soggiorno nel mercato del lavoro milanese e lombardo. E ne evidenziano gli alti livelli di istruzione, con tassi di occupazione e di partecipazione superiori a quelli lombardi. Nonostante le difficoltà della loro permanenza in Italia, sono una forza lavoro decisa e dinamica. Ma quali prospettive hanno?