La proposta Inps per pensioni universali di vecchiaia ha il pregio di superare una serie di problemi di attuazione storicamente molto difficili da risolvere in Italia. Resta una soluzione parziale, ma è il primo passo per la riforma delle politiche di contrasto alla povertà nel nostro paese.
Autore: Vito Peragine
Vito Peragine si è laureato in Economia e Commercio presso l'Università di Bari, e ha conseguito sia il M.Sc che il Ph.D in Economia presso l'University of York. Attualmente è coordinatore del corso di Laurea Magistrale in Economia e Commercio presso l' Università di Bari, dove inoltre è Professore Associato di Scienza delle Finanze.
I risultati dell’indagine Pisa sono sconfortanti per l’Italia. E i punteggi sono significativamente inferiori alla media italiana sia per gli studenti meridionali che per quelli figli di immigrati. Proprio le due componenti destinate a pesare di più nella composizione della popolazione scolastica del prossimo futuro. In prospettiva, dunque, la situazione peggiorerà ancora. Intervenire è necessario. Ma ogni euro investito per migliorare l’offerta scolastica darà potenzialmente maggiori ritorni se indirizzato al Mezzogiorno o agli immigrati.
I divari nei rendimenti scolastici in Italia sono significativi e dipendono fortemente da fattori quali l’area di residenza e il background familiare. Nel Centro-Sud il livello medio di abilità è più basso e più alta la percentuale di disuguaglianze dovute alle diversità nei punti di partenza. La famiglia esercita un’influenza anche nella capacità di successo nel lavoro. Agire sulle politiche scolastiche è senz’altro utile. Ma effetti sui processi di mobilità sociale si avranno solo con riforme serie del mercato delle professioni e dell’accesso alle carriere.