Il 15 marzo, il ministro della Giustizia Angelino Alfano e il ministro della Pubblica amministrazione edell’Innovazione Renato Brunetta hanno annunciato un mega-piano per la digitalizzazione della Giustizia. Il tutto inconcomitanza con il varo da parte del Consiglio dei ministri della riforma della Giustizia. Dimostrazione che si vuole fare sul serio per migliorare il funzionamento della macchina giudiziaria e che non si pensa (aggiungeremmo almeno un "solo") ai problemi con la giustizia del nostro presidente del Consiglio. La notizia della digitalizzazione ha ricevuto grande risalto nei tg e sui media nonostante in questi giorni ci fossero notizie molto importanti. Si è parlato addirittura di totale digitalizzazione.
Tutto bene dunque? Non proprio. Il fatto è che lo stesso piano era già stato annunciato un anno e mezzo fa dagli stessi due ministri. E a tale annuncio era stato dato grande risalto anche in quell’occasione. Da allora, ovviamente, non è successo nulla. Se c’è stato qualche progresso nella digitalizzazione (ad esempio al tribunale di Milano) è per iniziativa spontanea dei singoli tribunali. Il piano Alfano-Brunetta era scomparso nel nulla. Ora viene resuscitato con grande tempestività.
Un consiglio, se possiamo, a chi fa informazione di professione: per favore, diffidate degli annunci. Aspettate di vedere i fatti. Il rischio, come si vede, non è solo di farsi dare delle patacche, ma addirittura delle patecche
riciclate.
Categoria: Corsi e Ricorsi
Su segnalazione del nostro collaboratore Guido Ascari