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Categoria: Licenza Poetica Pagina 12 di 16

La sfera umana

La sfera umana è costituita dalla popolazione mondiale. Assegnando un metro cubo a ogni persona, il volume della sfera è pari a tanti metri cubi quanto numerosa è la popolazione. la velocità con cui cresce il raggio della sfera umana è crescente nel tempo. A una certa data la crescita del raggio della sfera tenderà a superare la velocità della luce. Cosa impossibile, almeno per la teoria della relatività ristretta. Quanto tempo occorre perché si raggiunga questo limite? Molto meno di quanto si possa immaginare senza fare calcoli.

Nessun pasto è gratis

Friedman l’economista,
certo di fine vista,
pur se di poca voce,
è bravo quando cuoce

e ha quindi sentenziato
che al mondo non esiste, un pasto regalato.
Però c’è l’eccezione
a questa gran lezione,

ossia che il Bel Paese
mangia e non bada a spese!
Inver, chiede l’Unione,
si abbondi in refezione,

e fa sentir lavoce
al Giulio che assai nuoce.
Se il PIL tende a calare
s’aumenti il desinare,

non sforbici la Destra
vogliam lesso e minestra.
Non tagli, ma tagliata,
non costi, ma costata!

Sia dunque finanziato
il pasto al pensionato,
ed a l’ente locale
menù “domenicale”!

Gran pranzo al ferroviere,
galà per il banchiere,
in tavola al docente
di più per il suo dente

e a mensa dell’azienda
si includa pur merenda,
tè verde e con biscotti
ricetta Bertinotti.

Del vitto al consigliere
sia colmo un gran paniere
e all’Hilton colazione,
se viaggia la Regione.

Il dubbio del giorno dopo

Il dubbio del giorno dopo

Pare che sia la moda del momento
Sembra quasi un malanno di stagione
Fastidioso ma senza un gran tormento
Capogiro che non toglie la ragione

Li colpisce nelle grosse decisioni
Il soggetto appare assai convinto
Le ragioni espone a lampi e tuoni
Ogni dubbio gli fa l’umore tinto

Una volta incassato il risultato
Te lo immagini dormire della grossa
Ed invece ha un sonno tormentato
Con l’insonnia in agguato che lo spossa

Al mattino, due occhiaie da paura
Guarda incerto, accenna ad un discorso
Perché sai, la notte è stata dura
E tra gli incubi ha rifatto il suo percorso

Concludendo che se ci ripensa adesso
E considera la propria decisione
Non si trova più d’accordo con se stesso
Ma rivaluta semmai l’opposizione

Non si impone una riforma elettorale
Ha tuonato il lucido Follini
Poi ha votato per il proporzionale
E il giorno dopo si è dimesso da Casini

Che poi soffre la stessa malattia
Oggi vota la riforma federale
L’indomani, quasi fosse in amnesia,
dice a tutti che è riuscita proprio male.

Bobo Maroni che vota la Cirielli
Niente incertezze da un tipo così tosto
Ma il giorno dopo ai dubbi apre i cancelli
“La devoluscion mi ha imposto questo rospo”

Forse son io che non colgo, per malizia
In questo stato ondivago e umorale
Il profondo senso di amicizia
Che li porta al sacrificio solidale.

Una poltrona per due

Che satanasso il Presidente del Consiglio
Quando tutti lo davan per bollito
Dal cilindro ha cavato il suo coniglio
Un nuovo accordo inatteso e ardito.

Ha spinto nell’angolo Follini
Ostinato a richieder le Primarie
Ormai lo ascoltano soltanto i suoi bambini
Ha smesso già da un pò quelle sue arie.

La maggioranza che sembrava una Babele
E’ tornata ad essere il suo gregge
Che tra mugugni, piaggeria e un pò di fiele
In tre giorni si è approvata la sua legge.

C’è ancora un dubbio che mi affiora spesso
Cosa ha promesso a Fini ed a Casini
E cosa ha riservato per se stesso
In questa icona del lupo e gli agnellini?

Tre pretendenti e solo due gettoni
Il Quirinale oppur Palazzo Chigi
Ma come ha fatto a farli stare buoni
Rendendo gli alleati tanto ligi?

Tenendoli abilmente separati
Tratta con l’uno mentre con l’altro media
Il mio sospetto è che se li sia comprati
Vendendo a tutti e due la stessa sedia.

Il Massimo del pentimento

Vecchio compagno dal grande cuor vermiglio,
lo so, lo so che ti s’imperla il ciglio,
nel legger ciò che dice il tuoD’Alema:
andare a Mosca allor, non ne valea la pena.

Garriva al vento, gloriosa la bandiera,
ma or ti sembra solo una chimera,
che né il lavor, né la giustizia e il bello
potean marciare con falce e con martello.

Il grande sogno del sociale impero
rimase un sogno e mai divenne vero,
Camillo avea perciò molta ragione
nel dirlo a quel buon uomo di Peppone.

Vecchio compagno, quanto tempo è passato
dal dì che a Pisa si gridò “Morte alla Nato”.
Poi giunse un papa là nel Vaticano,
che con la croce nella stanca mano,

bussò sul ferro della gran cortina
e il brutto inganno trascinò in rovina.
Ecco così di Massimo il tormento,
che al fin si sciolse in lauto pentimento.

Un caso indubbio di virtù nostrana,
che più somiglia a un volta di gabbana!
Caro compagno che ti ritrovi mesto
tu che credevi e ti illudevi, onesto.

Addio compagno del tempo del muro
tu che guardavi al sole del futuro;
ora di te mi sentirò un po’ privo,
non più compagno, ma foglia dell’ulivo.

Engrish

Musical chairs

Vediam che Fini, Follini e Berlusconi

Pur di tirare a campar fino a Febbraio

Han riciclato il campione dei condoni

Ecco la volpe a guardia del pollaio.

 

Questa per Giulio sarà una gran giornata

Di quelle che ricordi fin da vecchio

Di sassolini se ne toglie una manciata

Che dico una manciata, forse un secchio

 

Mi immagino l’arrivo all’Assemblea

del Fondo coi riflettori accesi

I giornalisti che fanno una canea

Una selva di microfoni protesi

 

E lui che con la evve un po’ arrotata

Si chiede, simulando ingenuità,

Se la notizia a Fazio è già arrivata

O stia a lui comunicar la novità

 

Prosegue suscitando lo scompiglio

Quando accenna al Professore di Torino

La faida tra i ragazzi di Reviglio

Che ha risolto mandandolo al confino.

 

Quando avrà sbollito l’euforia

E placato il suo ego già abbondante

Si ricordi che l’Italia è un pò anche mia

Non ci giochi per sembrare il più brillante

 

I suoi trucchi son più adatti al 730

Che a sanare il bilancio dello Stato

Il buon Mimmo in mezzo alla tormenta

Se non altro a raddrizzarli ci ha provato

 

Or che torna col barattolo di Cirio

Allo scranno di Quintino Sella

Freni di onnipotenza  il suo delirio

(E noi speriamo nella buona stella).

Il Massimo del pentimento


Vecchio compagno dal grande cuor vermiglio,
lo so, lo so che ti s’imperla il ciglio,
nel legger ciò che dice il tuo D’Alema:
andare a Mosca allor, non ne valea la pena.



Garriva al vento, gloriosa la bandiera,
ma or ti sembra solo una chimera,
che né il lavor, né la giustizia e il bello
potean marciare con falce e con martello.



Il grande sogno del sociale impero
rimase un sogno e mai divenne vero,
Camillo avea perciò molta ragione
nel dirlo a quel buon uomo di Peppone.



Vecchio compagno, quanto tempo è passato
dal dì che a Pisa si gridò “Morte alla Nato”.
Poi giunse un papa là nel Vaticano,
che con la croce nella stanca mano,



bussò sul ferro della gran cortina
e il brutto inganno trascinò in rovina.
Ecco così di Massimo il tormento,
che al fin si sciolse in lauto pentimento.



Un caso indubbio di virtù nostrana,
che più somiglia a un volta di gabbana!
Caro compagno che ti ritrovi mesto
tu che credevi e ti illudevi, onesto.



Addio compagno del tempo del muro
tu che guardavi al sole del futuro;
ora di te mi sentirò un po’ privo,
non più compagno, ma foglia dell’ulivo.

Il Trapianto

Clima orrendo, e siam solo all’inizio
Mi ricordano un treno senza freni
Che corre folle verso il precipizio
Allucinato, intriso di veleni

L’ultima trovata per far legna
È in una riforma elettorale
La mamma dei fessi è sempre pregna
Ma questa volta il trucco è plateale

Dov’è la debolezza dell’Unione?
Nei partitini con il due per cento
Ecco servita senza esitazione:
Proporzionale con lo sbarramento.

A cui si aggiunge un bonus per chi vince
Non con i voti ma guardando ai seggi
Non c’è bisogno di essere una lince
Per vedere perché Silvio festeggi.

Lui che reagisce alla calvizie col trapianto
E ha corretto le rughe dell’età
Forse immagina che si eviti lo schianto
Trapiantando un po’ di voti che non ha.

Ma questa volta non è il vero regista
Che da Casini viene la proposta
Cui forse può servire da apripista
Per una strategia che è ancor nascosta.

Chissà perchè se penso a queste ore
E al fumo che aleggia così denso
Mi par di scorgere di porpora un bagliore
E senta in bocca il profumo dell’incenso.

Estate

Poteva farlo in un modo più sbilenco?
Dopo mesi di melina in questo squasso
Al battesimo del figlio di Shevchenko
Re Tentenna ha fatto il grande passo.

Don Antonio dovrebbe favorire
Nel rispetto che pur non gli si nega
Seguendo il suo devoto e pio sentire
Ora che l’ha mollato anche la Lega.

In zona Cesarini Siniscalco
è riuscito con un paio di svolazzi
a strappare gli applausi dal suo palco
evitando le rampogne di Giavazzi

Degna fine di un estate alquanto strana
Coi furbetti e il loro quartierino
Pronti a eriger la Gran Banca Padana
Con lo stile di chi gioca a un pokerino.

Tra Ricucci che scala ErreCiEsse
e Annafalchi in comunion di beni
La morale che scuote un po’ i Diesse
E Parisi che li scalcia nelle reni.

Un teologo neofita e maldestro
Che somiglia al Presidente del Senato
Ha profuso molta grinta e scarso estro
Contro i rischi di un diffuso meticciato.

Ma le grida son durate poco,
che la scena è stata presa in grande stile
dai sospetti che si attrezzi un bel trasloco
tutti in corsa verso il Centro del cortile

certo Monti era mosso da altri intenti
un richiamo al pensiero liberale
ma qualcosa vorrà dir se ai quattro venti
lo hanno interpretato tutti male.

E così l’estate va a finire
In un clima limaccioso e senza attese
Italia in panne, gran voglia di dormir
 Speriam che regga ancora qualche mese.

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