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Categoria: Licenza Poetica Pagina 14 di 16

Test Audio

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Irpef

I primi versi di un giovane studente,
interessan il politico e il docente!
Trattan tema oggigiorno assai importante,
che dà luogo a dibattito incessante.

La riforma delle tasse sbandierata,
in soffitta con il resto fu mandata,
per far spazio alle tasse successorie
e alle ormai tanto famose rogatorie.

Ma a giugno si profilan le elezioni,
“mala tempora” aspettan Berlusconi,
che per batter il gruppo di Romano,
al progetto precedente mette mano.

Grazie a Giulio, amico assi fidato,
sforna tosto un documento collaudato:
“due scaglioni”! È la magica ricetta,
per aver la fiscalità perfetta.

Sbava già il pubblico ammaestrato,
non sapendo di essere gabbato,
ed è pronto a votar per Berlusconi,
ascoltando le sirene-cartelloni.

La riforma di stampo liberista,
si fa un baffo del principio progressista,
favorendo chi guadagna fior di milioni
toh che caso! Financo Berlusconi.

Su “La voce” ne ha parlato anche Baldini,
attenzione ai risparmi malandrini!
A goder dei tagli dichiarati,
saran solo i noti fortunati!

Lazio-Roma: Le motivazioni del giudice sportivo

LAZIO-ROMA: LE MOTIVAZIONI DEL GIUDICE SPORTIVO

(…..) è quindi necessario, assumere come base essenziale, ai fini di ogni valutazione e conseguente decisione, quanto riferito dall’Arbitro nel suo rapporto, che risulta preciso, circostanziato e dettagliato.

Egli ha scritto che:

al 2° minuto del secondo tempo, mentre il giuoco era temporaneamente interrotto per consentire la rimozione di fumogeni lanciati in campo, alcuni calciatori della Roma – dopo aver parlato con persone presenti nel campo per destinazione, si avvicinavano all’Arbitro e gli comunicavano – in particolare il capitano Totti – di aver saputo che un tifoso della Roma era morto e che loro non si sentivano nelle condizioni per proseguire la partita. La notizia della morte di un tifoso si diffondeva anche tra i calciatori della Lazio ed anch’essi, per bocca del capitano Mihajlovic, manifestavano la volontà di non proseguire l’incontro. I calciatori delle due squadre facevano esplicito riferimento al rischio di un’invasione di campo da parte dei tifosi, qualora la partita fosse ripresa, con conseguente pericolo per la loro incolumità.

 

Identica opinione esprimevano i dirigenti delle due squadre presenti in campo, che concordavano con l’intento dei calciatori di non continuare la gara per evitare violente reazioni ad opera dei tifosi. La notizia della morte di un sostenitore della Roma veniva smentita dal Questore il quale esprimeva l’avviso all’Arbitro che la partita ricominciasse. Attraverso lo speaker dello stadio veniva più volte ripetuto il comunicato sulla falsità della notizia. Nonostante ciò i calciatori di entrambe le squadre confermavano a parole e con i fatti la loro intenzione di non riprendere il giuoco. In particolare, allorché l’Arbitro tentava di rimettere il pallone sul terreno per far ricominciare la partita, i calciatori lo allontanavano fuori del campo.

La situazione non si modificava anche dopo l’intervento diretto del Prefetto di Roma: i tentativi dell’Arbitro di far riprendere il giuoco non sortivano alcun risultato. Alcuni calciatori della Roma, in particolare, venivano nuovamente “diffidati” dal riprendere il giuoco da tre sostenitori presenti a bordo campo, a pena di gravi conseguenze in caso contrario. Altri dirigenti di entrambe le squadre, sopraggiunti nel frattempo sul terreno, confermavano la volontà già espressa in precedenza di non riprendere la gara per paura di violente reazioni da parte dei tifosi.

Un ulteriore tentativo dell’Arbitro di rimettere il pallone in giuoco non sortiva risultato perché, anche questa volta, la palla era subito lanciata fuori del campo. Due dirigenti delle due squadre informavano, a questo punto, l’Arbitro di aver comunicato anche al Presidente della Lega Nazionale Professionisti l’intendimento delle Società di non proseguire l’incontro, in considerazione dei pericoli connessi a tale eventualità. Il Presidente della Lega era ancora in contatto telefonico con uno di questi dirigenti, il quale consegnava all’Arbitro il telefono cellulare.

 

Il Presidente della Lega, nella susseguente conversazione con il Direttore di gara, condivideva le preoccupazioni per rischi di invasione di campo se il giuoco fosse stato ripreso, con i connessi pericoli per l’incolumità sia delle persone presenti sul terreno di giuoco sia degli stessi spettatori. A questo punto l’Arbitro, preso atto di tutto il contesto che si era venuto a determinare, sospendeva definitivamente la gara rimandando le squadre negli spogliatoi. L’Arbitro, sentito dall’Ufficio Indagini, ha confermato tale versione dei fatti, aggiungendo come ulteriore circostanza l’aver notato, su sollecitazione dei calciatori, che a bordo campo erano presenti anche alcuni “capi tifosi”, uno dei quali si era avvicinato allo stesso Direttore di gara ribadendo il rischio di invasione di campo qualora la gara fosse proseguita.

Del contenuto delle dichiarazioni raccolte da vari tesserati, ad opera dell’Ufficio Indagini, si darà conto – laddove rilevanti – nel corso della motivazione, segnalando sin d’ora che le risultanze inerenti gli incidenti avvenuti, a ridosso delle scalinate di accesso alla curva sud, nelle ore pomeridiane precedenti l’inizio della gara, non possono considerarsi utilizzabili perché attestate da soggetto non rivestito da funzioni ufficiali (Cragnotti Angelo, responsabile organizzazione stadio e biglietteria per la Soc. Lazio). Del pari non sono utilizzabili filmati per le ragioni già sopra esposte.

La situazione verificatosi allo Stadio Olimpico può definirsi, senza dubbio, di paradossale anomalia, quale mai si era fino ad oggi riscontrata. Sulla base della falsa notizia della morte in circostanze drammatiche di un giovane tifoso della Roma (diffusa con criminale premeditazione? fatta circolare con irresponsabile leggerezza?) si è determinato un clima di forte tensione emotiva, di paura di invasione del campo ed altri incidenti, nel quale i calciatori di entrambe le squadre hanno a più riprese manifestato la decisione di non riprendere il giuoco, nonostante le rassicurazioni delle Autorità di pubblica sicurezza.

 

Il Presidente della L.N.P., chiamato al telefono dai dirigenti delle squadre, dopo aver saputo della determinazione comune di abbandonare il campo e delle relative motivazioni, ha espresso al Direttore di gara un avviso favorevole alla definitiva sospensione della partita. Questo è il contesto – sinteticamente esposto – nel quale l’Arbitro ha fischiato la fine e rimandato le squadre negli spogliatoi (né egli poteva fare diversamente). Ricorrono nella fattispecie concreta quelle “circostanze di carattere eccezionale” che legittimano gli organi disciplinari, ex art. 12, comma 4, ultima parte CGS, ad annullare la gara disponendone la ripetizione.

Infatti, quanto al rifiuto dei calciatori, non può certo parlarsi di scelta pienamente libera. L’autentico turbamento per la notizia della morte del tifoso, la paura di reazioni incontrollate e incontrollabili della folla risultano dagli atti ufficiali. L’intervento “personalizzato” di alcuni tifosi della Roma – indebitamente presenti a bordo campo senza che nessuno fosse intervenuto ad impedire, prima, l’accesso e poi la permanenza prolungata – ha certamente rafforzato, in quei momenti di grande emotività, l’opinione sulla veridicità della notizia e della conseguente effettiva pericolosità, oltre che in opportunità – di una prosecuzione della gara.

Non può quindi, ricondursi la scelta dei calciatori – che si fondava su valutazioni condivise anche dai rispettivi dirigenti – ad una violazione disciplinare, non essendovi nella decisione di non riprendere il giuoco quella cattiva intenzione (dolo) di sottrarsi volutamente ad un obbligo di sportività e correttezza, che deve invece sussistere per considerare punibile un rifiuto di un calciatore a proseguire l’incontro (art. 2 comma 1 CGS).

 

Certo, sarebbe un mondo sportivamente migliore quello in cui – nel contesto dato – i calciatori ed i dirigenti fossero riusciti – loro – a convincere i tifosi che la partita si poteva riprendere, e non – come è invece accaduto – il contrario. Ma l’aver scelto una strada non soddisfacente rispetto ai migliori modelli sportivi possibili non costituisce ancora, di per sé ed automaticamente, un’infrazione disciplinare. In altre parole, il rifiuto dei calciatori a riprendere il giuoco non chiama in causa – date le concrete condizioni ambientali nelle quali è maturato – una responsabilità disciplinare, e va quindi considerato come fattore eccezionale ostativo, senza colpa di tesserati e Società, alla ripresa del giuoco.

Mentre il rapporto dell’Arbitro, ed il verbale da lui reso all’Ufficio Indagini, è assolutamente chiaro nel parlare di comune volontà dei giocatori di entrambe le squadre nel non proseguire il giuoco, e di altrettanto comune adesione a questa scelta da parte dei dirigenti di entrambe le squadre presenti in campo, i verbali delle dichiarazioni raccolte dall’Ufficio Indagini presentano sfumature diverse. In particolare il dirigente accompagnatore della Lazio, ha dichiarato di aver segnalato ai calciatori sia della propria squadra che della Roma “che non c’erano i presupposti per interrompere la gara fintanto che un dirigente responsabile della Pubblica sicurezza non gli (all’Arbitro ndr) avesse comunicato il venir meno della sicurezza stessa”. In generale dai verbali delle dichiarazioni rese dai tesserati della Lazio emerge la sottolineatura del fatto che i propri calciatori assecondarono una decisione, già manifestata dai calciatori della Roma, di non riprendere la partita.

Va osservato, comunque, che si tratta di sfumature e di circostanze di dettaglio, che non modificano l’oggettività della situazione, ben fotografata dall’Arbitro, circa un consenso dei giocatori di tutte e due le squadre nel non proseguire l’incontro: consenso significativamente dimostrato, ad esempio, dal capitano della Lazio che, per evitare la ripresa del giuoco, ebbe a calciare lontano il pallone.

In conclusione, il contenuto dei verbali raccolti dall’Ufficio Indagini non introduce elementi di sostanziale novità rispetto a quanto già refertato dall’Arbitro. Tali atti confermano, anche, che la decisione dei calciatori di non riprendere il giuoco fu assunta in un contesto nel quale molti di loro erano convinti della veridicità della notizia sulla drammatica morte di un giovane tifoso della Roma; non si sentivano nelle condizioni psicologiche idonee per proseguire l’incontro; avvertivano come effettivo e concreto il rischio di gravi incidenti, qualora la gara fosse ripresa; erano consapevoli della presenza indebita di persone non autorizzate a bordo campo: persone che avevano, da un lato confermato l’informazione sulla morte del ragazzo e dall’altro fortemente insistito affinchè i giocatori non riprendessero la gara.

 

In altre parole, anche dalle risultanze dell’Ufficio Indagini emerge un quadro che fa considerare la volontà dei calciatori di non proseguire oltre come frutto non di una decisione serena ma di un contesto, oggettivamente di grande tensione e soggettivamente vissuto come drammatico, che pienamente corrisponde a quel concetto di eccezionalità previsto dall’art. 12 4° comma CGS. In questo stesso quadro va iscritto l’intervento del Presidente della L.N.P. La circostanza è assolutamente chiara sia quanto alle modalità sia quanto al contenuto del colloquio telefonico tra il Direttore di gara e il Presidente Galliani.

Quest’ultimo, chiamato al telefono cellulare dal dirigente della Lazio Cinquini (all. 11) veniva richiesto, anche a nome dei dirigenti della Roma, di un consiglio sul da farsi, attesa la volontà dei calciatori di non riprendere il giuoco, il contesto di grande tensione, la paura di incidenti, l’invito delle Forze dell’ordine a ricominciare a giocare. Il Presidente Galliani parlava con Cinquini, poi con Baldini, direttore sportivo della Roma (all. 2), poi con Capello, allenatore della Roma (all. 4).

Tutti i suoi interlocutori – come risulta dalla dichiarazioni rilasciate all’Ufficio Indagini – gli prospettavano una situazione di concreto e grave pericolo per i calciatori e per le persone presenti sul terreno, qualora la gara fosse incominciata: ciò per il rischio di invasione di campo o di violente manifestazioni di protesta sugli spalti (cfr. la circostanza notata dall’allenatore Capello su “movimenti sugli spalti, un grande fumo nero dalle bocche di uscite della curva sud”).

A questo punto il cellulare veniva dato all’Arbitro Rosetti, al quale il Presidente Galliani rappresentava “i rischi legati alla continuazione della partita” (comunicato stampa della Lega Nazionale Professionisti n. 136 del 22 marzo 2004). Immediatamente dopo la fine del colloquio telefonico con il Presidente della L.N.P., l’Arbitro sospendeva definitivamente la gara. E’ sufficiente l’esposizione oggettiva dei fatti, senza alcuna sottolineatura, per constatare che l’intervento del Presidente Galliani è stato decisivo ai fini della valutazione arbitrale sulla proseguibilità o meno dell’incontro, ovviamente nel contesto di tutti quegli altri elementi di anomalia più volte menzionati.

 

Non è questa la sede per discutere, in modo specifico e approfondito, se le carte federali prevedano o no interventi decisori del Presidente della Lega o di altre Autorità federali quanto alla continuazione o no di un incontro. Del pari, non è questa la sede per dibattere se la sospensione della gara, con le modalità date (e quindi anche grazie all’opinione espressa dal Presidente Galliani) sia stata opportuna o no sotto il profilo dell’ordine pubblico. Va comunque dato atto che, grazie all’elevata professionalità delle Forze dell’ordine, non si sono verificate conseguenze drammatiche per la sicurezza e l’incolumità di persone dopo la sospensione dell’incontro.

Così come va dato atto che la situazione esistente, nel momento in cui il Presidente Galliani fu interpellato, era contrassegnata da oggettiva drammaticità ed una delle opzioni concretamente e seriamente adottabili, in quel momento, consisteva proprio nel sospendere una gara, che i calciatori e i dirigenti di entrambe le squadre non volevano più continuare, sotto la cappa di una notizia di morte che, pur smentita, inevitabilmente produceva sensazioni di tragedia incombente, incompatibili con un regolare svolgimento del giuoco. E sotto tale profilo non si può dubitare del fatto che l’indicazione fornita dal Presidente Galliani sia stata congrua rispetto alle circostanze che gli venivano rappresentate.

In questa sede vi è da prendere atto che l’intervento del Presidente Galliani costituì un elemento di valutazione rilevante da parte dell’Arbitro, ai fini della sospensione della gara: tant’è che il triplice fischio fu emesso dopo il termine del colloquio telefonico. E certamente l’intervento del Presidente Galliani costituì un altro fattore eccezionale, che influì sulla definitiva sospensione della gara.

Ritiene conclusivamente questo Giudice che i fatti sopra menzionati, e cioè il rifiuto dei giocatori di proseguire nell’incontro ed il decisivo avallo dato dal Presidente della Lega Nazionale Professionisti alla preferibilità di una scelta nel senso di interrompere la gara, abbiano rappresentato non solo fattori causalmente decisivi rispetto alla decisione arbitrale di fischiare anticipatamente la fine ma anche circostanze eccezionali, non riconducibili a responsabilità di tesserati e Società.

Per tali motivazioni ritiene questo Giudice di dover disporre la ripetizione della gara Lazio- Roma ai sensi dell’art. 12 comma 4° ult. parte CGS. Rimane, ovviamente, da valutare quale debba essere la rilevanza sul piano disciplinare sanzionatorio dei fatti avvenuti quella sera e comunque ascrivibili a responsabilità oggettiva delle due società. Quanto alla Lazio, le risultanze ufficiali evidenziano un duplice profilo di responsabilità della Società.

Il primo attiene al comportamento dei propri tifosi, principalmente collocati in curva nord i quali – evidentemente sulla scorta di sollecitazioni ricevute dalla tifoseria romanista durante l’intervallo, hanno contribuito a creare quello stato di drammatica tensione che le squadre riscontrarono rientrando in campo per la ripresa, reso evidente sia dal ritiro degli striscioni sia, soprattutto, dai cori “infami, infami” e “Cellerino assassino”, che si levarono ripetutamente dopo l’inizio del secondo tempo e sino al momento nel quale l’Arbitro decise la definitiva sospensione della partita.

Responsabilità, quella dei tifosi laziali, certamente inferiore a quella dei romanisti perchè i primi si “limitarono” ad assecondare il convincimento della morte drammatica di un tifoso della Roma e a far propria la violenta protesta contro i poliziotti, partita dalla curva sud. Un secondo profilo di responsabilità oggettiva è da ravvisare, poi, nell’insufficienza del servizio d’ordine interno al recinto di giuoco, che non soltanto non impedì lo scavalcamento e l’ingresso in campo di alcuni “rappresentanti” della tifoseria romanista, ma nulla fece per impedire la prolungata permanenza di costoro a bordo campo e sul terreno di giuoco, con relativo contatto con calciatori e addirittura avvicinamento all’Arbitro.

 

Il fatto che in proposito non si registrò alcun intervento nemmeno da parte delle Forze di polizia non costituisce elemento scusante della responsabilità degli addetti alla sicurezza della Società Lazio, e conseguentemente della responsabilità oggettiva di quest’ultima. Tali profili di responsabilità oggettiva comportano come sanzione adeguata l’ammenda di € 50.000,00: somma in assoluto elevata, ma certamente proporzionata in relazione alla gravità delle conseguenze che tali comportamenti, sia attivi che omissivi, provocarono nel creare quel clima di drammatica tensione di cui sopra si è ampiamente parlato (considerando qui ricompresi anche i lanci di fumogeni sul terreno di giuoco effettuati al 2° minuto del secondo tempo).

Va poi aggiunta ulteriore sanzione di € 1500,00 a carico della Società Lazio per lo scoppio fragoroso di due petardi al 7° ed al 10° del primo tempo (rapporto Quarto Ufficiale). Quanto alla Roma, i profili di responsabilità oggettiva per il comportamento dei sostenitori assumono connotazioni certamente assai più gravi, perché assai più grave è stata la responsabilità di questi ultimi.

E’ nata senza alcun dubbio dalla curva sud la notizia falsa dell’avvenuta morte di un giovane tifoso investito da un’auto della polizia. Come già anticipato, questo Giudice non ha elementi conoscitivi, anche alla luce della relazione dell’Ufficio Indagini, per stabilire se tale notizia venne diffusa ad arte, per scatenare incidenti od altro, oppure se essa fu fatta circolare con irresponsabile leggerezza. Sta di fatto che da quella curva partì la notizia; da quella curva essa fu comunicata e propagata al resto dello stadio; da quella curva partirono i cori ingiuriosi contro i poliziotti e gli inviti a sospendere la gara.

In secondo luogo va ricondotto a responsabilità oggettiva della Roma il comportamento di alcuni tifosi i quali, scavalcata la recinzione arrivarono a bordo campo, entrarono sul terreno di giuoco, intimarono ai giocatori della propria squadra, parlando soprattutto con il capitano Totti, di non riprendere la partita prospettando rischi di invasione di campo e di altri gravissimi incidenti.

Come già risulta da tutta la motivazione precedente, questo Giudice è convinto che tali atteggiamenti intimidatori, così come i cori provenienti dagli spalti non ebbero effetto causale decisivo sulla sospensione della gara, che fu provocata, nella sua diretta immediatezza, da quel duplice fattore eccezionale prima illustrato. Ma è altrettanto vero che questi comportamenti contribuirono fortemente a creare quello stato di drammatica tensione nel quale maturò sia la scelta dei calciatori di non riprendere la gara sia l’invito del Presidente Galliani all’Arbitro a valutare la situazione così preoccupante da render preferibile la sospensione dell’incontro.

Pertanto la condotta dei tifosi della Roma che scesero in campo e intimarono ai giocatori di non riprendere la gara appare fatto grave, meritevole di adeguata sanzione. L’insieme dei fatti riconducibili a responsabilità oggettiva della Roma comporta come sanzione adeguata, ad avviso di questo Giudice, la squalifica del campo per una giornata di gara, considerandosi ovviamente ricompressa in tale sanzione anche la punizione per il lancio di fumogeni al secondo minuto del secondo tempo.

Non ritiene questo Giudice di dover accompagnare a detto provvedimento anche l’ulteriore misura, prevista dall’art. 11 comma 5 CGS, dello svolgimento della gara a porte chiuse per motivi di ordine pubblico. Si tratta di misura precauzionale, che si fonda su una prognosi negativa di possibili gravi incidenti da parte dei sostenitori della squadra sanzionata. Nel caso di specie non si può trascurare il fatto che, nel periodo successivo al derby Lazio- Roma del 21 marzo u.s., la Roma ha disputato due gare sul proprio terreno di giuoco, senza che i sostenitori si rendessero responsabili di atti violenti.

 

Conseguentemente una valutazione prognostica, pur astrattamente possibile, di recidiva in comportamenti violenti da parte dei sostenitori della Roma, non è di fatto suffragata da quanto già avvenuto nelle gare immediatamente successive all’incontro del 21 marzo. Pertanto l’applicazione dell’ulteriore misura precauzionale della gara “a porte chiuse” risulterebbe non adeguatamente supportata da valutazioni concrete e quindi non giustificata: fermo restando ovviamente che le valutazioni sotto questo profilo del Giudice Sportivo si muovono all’interno di un’ottica esclusivamente legata al fatto agonistico, e non possono certo avere la completezza e l’autorità istituzionale che sono invece proprie delle valutazioni sui motivi precauzionali di ordine pubblico spettanti agli Organi statali di pubblica sicurezza.

Alla sanzione della squalifica del campo và aggiunta un’ammenda di € 3.000,00 per aver i tifosi della Roma fatto esplodere un petardo al 7° minuto del primo tempo e per aver esposto, al 25° del primo tempo striscioni di tenore offensivo nei confronti di un esponente politico e di un ex calciatore della Lazio.

P.Q.M.

delibera di:

– annullare la gara Lazio-Roma del 21 marzo 2004 disponendone la ripetizione;

– infliggere alla soc. Roma, a titolo di responsabilità oggettiva, per quanto esposto in motivazione, la squalifica del campo per una giornata effettiva di gara nonché l’ammenda di € 3.000,00;

– infliggere alla Soc. Lazio l’ammenda di € 51.500,00.

 

 

Il Governo del carrello

Il Governo del carrello

Tre anni son passati da quella goleada
Quando giunsero a Roma in truppa numerosa
Eletti in ogni borgo, metropoli e contrada
Pronti a rifar l’Italia più ricca e vittoriosa

Imposte da ridurre, pensioni da aumentare
Ponti, trafori e strade per farci più moderni
L’inglese dalla culla, l’impresa da imitare
La nuova primavera dopo quei tristi inverni

A garantire il tutto l’uom dalle mille facce
Imprenditore, giudice, profeta e allenatore
E’ ormai finito il tempo di tante figuracce
Darà del tu ai potenti, è l’Unto dal Signore.

Oggi mi sembra il tempo per un primo bilancio
Tempo ne avete avuto, i voti li avevate
Tutte le condizioni per muoversi di slancio
E per tradurre in leggi promesse un po’ avventate.

Se oggi dovessi dire qual è la mia impressione
Senza pensarci su, parlando sul più bello
Vi evocherei di certo, scusate il paragone
Con una sola immagine: Il governo del carrello

Tra gli scaffali pieni dei nostri molti guai
Si aggirano i Ministri con l’aria incuriosita
Cercando qualche cosa che possa casomai
Tornar di utilità prima che sia finita

Il Silvio ha dato il la a tutta l’orchestrina
Con quelle leggi infauste cucite su misura
Votate a ranghi stretti, con grande disciplina
Ed ecco nel carrello TV e Magistratura

Guardando la riforma al voto in queste ore
Sembra di essere entrati nel sito della Destra
Dove si fa politica cliccando sul cursore
“Mettiamo nel carrello?” ti chiede la finestra

Sulla Grande Riforma la spesa è a molte mani
Maroni vuol comprare l’Italia Federale
Il Silvio vuole un Premier scelto dagli Italiani
Storace chiede spazio per Roma Capitale

Peccato che alla fine, percorsi i corridoi
Con quel carrello pieno di pezzi astrusi e strani
Si arriverà alla cassa, e lì guarderai noi
Chè tanto a pagare saranno gli Italiani.

Noi che… Portieri Volanti

Noi che…finivamo in fretta i compiti per andare a giocare a pallone sotto casa;
noi che…costretti alla regola di “portieri volanti” o “chi si trova para”,
noi che…”portieri volanti” e…”segnare da oltre centrocampo vale?” – Vale…vale tutto!
noi che…quando si facevano le squadre, se venivamo scelti per primi ci sentivamo davvero i più bravi, i più importanti;
noi che…l’ultimo che veniva scelto era sicuramente destinato ad andare in porta;
noi che…avevamo sempre un soprannome passibilmente infamante ma nessuno si offendeva;
noi che…chi arriva prima a dieci ha vinto;
noi che…mentre facevamo finta di non sentire il richiamo della mamma quando incombevano le tenebre, c’era sempre qualcuno che diceva: “chi segna l’ultimo vince” incurante del punteggio che magari era in quel momento 32 a 1,
noi che…abbiamo vissuto con terrore l’epoca delle “Espadrillas” con le quali ai piedi non si poteva giocare a pallone;
noi che…se avevamo ai piedi le Adidas Tampico ci sentivamo piu’ forti di Pelè;
noi che…invece avevamo ai piedi le Tepa Sport,
noi che…il pallone di cuoio sapevano come era fatto perché lo vedevamo in Tv esclusivamente ad esagoni bianchi e neri;
noi che…capivano il senso della seconda maglia quando in Tv bianco e nero mandavano le immagini del derby Milan-Inter
noi che…o il SUPER SANTOS (in mancanza d’altro) o l’ELITE (lo standard) o il TANGO DIRCEU se andava di lusso o nei giorni di festa
noi che… non potevamo sederci sul pallone altrimenti diventava ovale;
noi che…il proprietario del pallone giocava sempre anche se era una schiappa e non andava nemmeno in porta;
noi che…anche senza la traversa non avevamo bisogno della moviola per capire se era goal. “Goal o rigore” metteva sempre tutti d’accordo;
noi che…al terzo corner è rigore;
noi che…”rigore seguito da goal è goal” ;
noi che…”siete dispari posso giocare?” – “Eh non lo so, il pallone non è mio (nel caso in cui il pretendente fosse uno scarso)!”;
noi che…”mi fate entrare?” – “Si basta che ne trovi un altro sennò siamo dispari”;
noi che…riconoscevamo i calciatori anche se sulla maglietta non c’era scritto il nome;
noi che…”Una vita da mediano” (Oriali-Ligabue) era già una filosofia di vita;
noi che…il n° 1 era il portiere, il n°2 ed il n°3 i terzini destro e sinistro, il n° 4 il mediano di spinta, il n° 5 lo stopper il n° 6
il libero, il n° 7 l’ala destra, il n° 8 una mezzala , il n° 9 il centravanti, il n° 11 l’altra punta possibilmente mancina, il n° 10
la mezzala con la fascia di capitano perchè era inevitabilmente il piu’ bravo;
noi che…perché un giocatore entrasse in nazionale doveva fare una trafila di 2/3 anni ad alto livello;
noi che…gli stranieri al massimo 2 per squadra e li conoscevamo tutti; noi che…dormivamo con le figurine Panini sotto il cuscino;
noi che…quando aprivamo le bustine intonse pregavamo per non trovare triplone o quadriplone BODINI ;il 2°mitico portiere della Juve che non aveva mai giocato una partita per colpa di ZOFF;
noi che…avevamo in simpatia Van de Korput per il nome e Bruscolotti perché sembrava più vecchio di nostro padre
noi che…il calcio in Tv lo guardavamo solo la Domenica ed il Mercoledì;
noi che…il sabato mattina eravamo terribilmente stanchi perché la sera prima avevamo visto Cesare Cadeo dopo Premiatissima;
noi che…la Domenica alle 19,30 vedevamo un tempo di una partita di calcio;
noi che…vivevamo in attesa di 90° minuto e ci sentivamo protetti dalle figure paterne di Paolo Valenti, Necco da Napoli,
Bubba da Genova, Giannini da Firenze, Vasino da Milano, Castellotti da Torino, Pasini da Bologna, Tonino Carino da Ascoli, Strippoli “riporto” da Bari o Lecce
noi che…la Stock di Trieste è lieta di presentarvi…papapà…papapà…papapapaaaaaa…paparapà;
noi che…Ciotti:…”scusa Ameri,scusa Ameri….clamoroso al Cibali” (che nella nostra fantasia era piu’ famoso di Catania);
noi che…”tutta la squadra dell’Internazionale retrocede a protezione dei 16 m” (sempre Ciotti);
noi che…ci ricordiamo i festeggiamenti del n.1.000 della Domenica Sportiva;
noi che…alla DS potevamo vedere i servizi della serie A, i goal della serie B, il Gran Premio, il Tennis, il Basket e la pallavolo senza doverci sorbire ore di chiacchiere per vedere 4 goal;
noi che…Galeazzi l’abbiamo visto magro;
noi che…”il piede proletario di Franco Baresi” (Beppe Viola); “Maradona ha mano cucita sotto il piede sinistro” (Gianni Brera);
noi che…andavamo all’amica del cuore di quella che ci piaceva e le chiedevamo: “Dici a Maria se si vuole mettere con me?” Il giorno dopo tornava e la risposta era sempre la stessa: “Ha detto che ci deve pensare…”
noi che…Maria ancora ci stà pensando!
noi che…agli appuntamenti c’eravamo sempre tutti, anche senza telefonini;
noi che…oggi viviamo lontani, ma quando usciamo di casa e giriamo l’angolo speriamo sempre di incontrarci con il pallone in una busta di plastica;
noi che…oggi sorridiamo quando in Tv si inventano i più incredibili sondaggi tipo: “chi è stato il piu’ forte giocatore di tutti i tempi: Pelè o Maradona?” senza considerare che di Pelè abbiamo visto sempre gli stessi 4/5 goal;
noi che…se incontriamo per strada Biscardi vorremmo investirlo;
Voi che…questo giocattolo ce lo avete rotto… brutti bastardi!

Dedicato a tutti quelli che hanno vissuto il calcio vero….che oggi
non c’è più!!!! E soprattutto a quelli che leggendo le righe
sottostanti sospirano e fanno si’ con la testa….

Coraggio fratelli miei…. E’ solo il tempo che passa.

Posso scendere?

Che noia, che fastidio a leggere i giornali
Come mangiare in mensa lo stesso piatto triste
Persi nelle cosucce meschine e un po’ banali
Che accadono in cortile, già risapute e viste.

Il canovaccio è scritto, lo recitan contenti ,
va in scena fino a Giugno tra urla, insulti e cori
non valgono scusanti o impegni precedenti
con obbligo di firma siam tutti spettatori

Ci toccherà ascoltare che evadere le tasse
Rispetta la morale del padre di famiglia
Che deve pur difendere le proprie magre casse
Dall’esattore odioso che invece gliele artiglia

Un gregge di serventi ripeterà convinto
la par condicio è iniqua e inutile barbarie
Che vuol rinchiuder Lui in un piccolo recinto
Per non farlo parlare dal Volga alle Canarie.

Domenica mattina di scena il tormentone
Sui giudici faziosi e il loro accanimento
A reti unificate andrà in televisione
E guai a chi oserà tener lo schermo spento

Lo spazio il lunedì è tutto per Tremonti
Risolverà i problemi durante una diretta
Di chi sarà la colpa se vanno male i conti?
Dell’Euro, della Cina, al più di Gianni Letta!

Il martedi alla sera, riforma federale,
conta la voce roca, non certo gli argomenti
se poi ne esce un Frankenstein istituzionale
un brindisi lo stesso, che i Celti son contenti.

Mercoledì va in onda la serata culturale,
il lucido Follini ha un fuoco che lo brucia,
si chiede, un po’ stupito della stima personale,
perché sulla Gasparri abbiam votato la fiducia?

Fini si è visto dare la fascia preserale
Così potrà spiegare al proprio elettorato
Come la verifica gli sia riuscita male
Finendo a mani vuote, cornuto e un po’ mazziato.

Vorrei una cortesia, trattengo un po’ il respiro
Visto che queste cose tanto le so già
Potrei scender per tempo e andare a fare un giro?
(Sperando che sia meglio l’Italia che verrà)

Gennaio

E si è concluso il Gennaio bisesto,
denso di drammi e di qualche storiella,
spero non dica di un anno funesto
per un Paese che gira in stampella

Era iniziato con vera sorpresa
Quando si è vista la doppia natura
Uomo del Nord, uomo di Chiesa
Il pio Calisto, una vera sventura

Nato e cresciuto in quel di Collecchio
grassa pianura che suda ricchezza
Ogni mattina il latte nel secchio
Sveglia alle cinque, nessuna stranezza

E invece no, sorriso curiale
La voce bassa, quel modo di fare
Forse all’inizio era qualche cambiale
Poi la valanga che non sai più fermare

Il giro stretto, compagni di banco
Con cui è cresciuto e ha iniziato gli affari
E poi anche i figli, a coprire ogni ammanco
Grande finanza, veri magliari

Noi sian cresciuti vedendo Totò,
il Colosseo venduto al turista
ma non pensavo giungessimo a ciò
tutti gabbati da un illusionista

Ormai non bastan le cose nostrane
Meglio lo scanner che la scolorina
Conti un po’ a Parma e un po’ alle Caimane
Fiumi di bonds a celar la rovina

I vecchi amici e i figli in carriera,
i luoghi esotici e il club di pallone,
Che confusione, in questa bufera
parliam di latte o di televisione?

E nel bel mezzo di questo marasma
Giunge un silenzio di la dal mare
Il Presidente diventa un fantasma
Solo in pochissimi lo vanno a trovare

Finchè si scopre che per oltre un mese
Mentre noi siamo in braghe di tela
Lui si riposa sereno e cortese
Corse, ginnastica, verdure e una mela

Quando ritorna il suo look balza all’occhio
L’hanno rifatto, pelle di raso
Ma c’è un problema, novello Pinocchio
Sembra gli sia cresciuto un po’ il naso.

Però lo spirito è sempre gagliardo,
tutto va bene, vi veglierò io.
Parlando a braccio il suo vecchio bardo
confonde Silvio con il buon Dio.

Mio presidente, da oggi stia attento
Ci dica il vero, consulti gli appunti,
Io non vorrei che a un certo momento
Il naso si allunghi e le cedano i punti.

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Consigliamo ai nostri i lettori il seguente esperimento. Vadano al sito www.google.it e inseriscano le parole “miserabile fallimento” o semplicemente “miserabile” o “fallimento” nel campo di ricerca.

Buon Natale Cavaliere

Buon Natale Cavaliere

Che tempi cupi, mio buon Cavaliere
Con Costacurta che zappa le zolle
L’Unione ferma alle cento bandiere
E poi lo sgarro che giunge dal Colle

Sono sicuro che nella sua testa
In questo mese aveva pensato
Ad un tripudio, L’Italia s’è desta
E Lei già pronto per il settennato

Fatta l’Europa firmandola a Roma
Presa la Coppa più grande del mondo
Un po’ di boria a ‘sto punto non stona
Si è immaginato un bel girotondo.

Ma quell’Aznar, che è pure un amico,
Ha continuato a scuoter la testa
Con il Polacco scopertosi ardito
Ha rovinato la sua bella festa

Poi son venuti quei morti di fame
Dall’Argentina, pien di livore
i suoi sembravano giovani dame
intimidite a calciare un rigore.

Che settimana piena di sgarri
Ma da concreto uomo del fare
Si era incassato la Legge Gasparri
Era in attivo tra il prendere e il dare.

Per celebrar con Fede il Natale
Non c’è che attendere il rito scontato
Di quella firma presidenziale
Sul suo decreto tanto agognato.

Quando le è giunta l’infausta novella
Che il Presidente non firma la legge
E che si oppone alla Grande Sorella
ha convocato in gran fretta il suo gregge.

Regola d’oro, se perdi rilancia
Devi restare sempre in regia
Quando ha studiato la storia di Francia
Napoleone gli ha dato la via

In fondo è solo così che mi piaccio
Sempre in trincea, proclamo e mi batto
Prendo l’esempio dal Corso di Ajaccio
E mi incorono da me Rete Quattro

Gasparri

Legge Gasparri, voto compatto
Nuovo sistema per media e giornali
Con sguardo attonito prendiamo atto
Di cosa sian da noi i liberali

Il tema è noto, vuol gesti concreti,
il pluralismo dell’informazione
soffoca e muore se tutte le reti
son controllate da un solo padrone

La soluzione è semplice e chiara,
devi tagliare risorse ai più grandi,
che per le nuove tv non c’è gara
in un mercato così non ti espandi

Ma il buon Gasparri, gran colpo a sorpresa
Per far sembrare i giganti dei nani
Ha allontanato la cinepresa
E li ha ripresi molto lontani

Ha partorito il Sistema Integrato
Un’accozzaglia di stampa e tv
Pubblicità e quant’altro ha trovato
Da Eugenio Scalfari a Piero Pelù.

Cosa volete, nel grande canestro
Anche sforzando i nostri occhi stanchi
Le reti Fininvest, ad esser maldestro
Al più ci appaiono larghe di fianchi

Fatta la legge il programma è compiuto
Falso in bilancio e sistema dei media
Non dedicando nemmeno un minuto
A quel conflitto che pure ci assedia

Tutte le cose che premono al capo
Son sistemate, torniamo a votare
Ora scriviamo un contratto daccapo
Appuntamento da Vespa a firmare.

 

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