Oggi voglio parlare di Gianfranco Il due di picche all’Umberto Bossi L’asso di quadri al lucido Follini La Peppa Tencia l’ha lasciata al Silvio Certo è un po’ strano che per dire queste cose Prendiamo atto che quella destra abbraccia * * * Sono contento ma l’incredulità rimane Se non fosse per le cose che ha affermato
che ha proposto il voto agli immigrati
con questa mossa astuta ha vinto il Banco
ed ora da le carte agli alleati
Con la speranza che lasci il panno verde
Quel diabolico ruspante saltafossi
Che riesce a vincere anche quando perde
Con cui i giochi di squadra sono tanti
Lui che ha addolcito un po’ la Bossi-Fini
Imponendo di sanare le badanti
Per dire chiaro che non farà più sconti
Che appenderebbe volentieri a Ponte Milvio
Oltre all’Umberto anche l’ottimo Tremonti
Riempiendo l’alleanza di cerotti
Sia ricorso a proposte coraggiose
Che piacciono a D’Alema e Bertinotti
L’idea che il Cingalese o il Filippino
Si porti dietro oltre alle sue braccia
Anche i diritti di ogni cittadino
Un tarlo fastidioso che lavora
Si è fatto vivo nella mente anche stamane
Risvegliandomi di colpo di buon ora
Sulle droghe leggere da proibire
Penserei che Gianfranco si è fumato
Quelle cose che propone di bandire
Categoria: Licenza Poetica Pagina 15 di 16
Quando ha deciso di scendere in campo, A rimarcare che tutto è cambiato Chi l’ha creduta, non io, lo confesso, E si è disposto in trepida attesa Ponti, autostrade e nuovi trafori Ma se per caso poi Le si obbietta Potrebbe dire a noi tutti Italiani Non so perché, ma avevo pensato Guardando Vito e Schifani in azione Mi ero convinto che Lei intendesse In mezzo a cui il suo volto ci accoglie
uomo del fare, col suo verbo schietto
a molti è parso la luce di un lampo
con il passato un bel taglio netto
Lei ci ha invitato a un nuovo cammino
Basta col rito vetusto e abusato
Della Politica e del suo Teatrino
forse ha pensato con vago stupore
che ogni problema non è più lo stesso
se ad affrontarlo è un imprenditore
Di soluzioni chiare e efficaci
Tasse ridotte, una giusta pretesa
Ma ne saranno davvero capaci?
Tutta l’Italia un immenso cantiere
Flessibilissimi i nuovi lavori
Verranno i fatti, non solo chimere.
Che del programma si è visto pochino
Che queste cose ancor le si aspetta
Lei tuona irato: riecco il Teatrino!
Che cosa intende con questo Teatrino?
I riti curiali dei democristiani?
Lo sguardo triste di Piero Fassino?
Che Lei intendesse una cosa diversa
Non qualche cosa che vien dal passato
Prima Repubblica sepolta e sommersa
O Taormina che allude beffardo
Igor Marini che fa il testimone
O le sparate di Umberto il Lombardo
Parlare dell’oggi, e la cosa mi quadra
Che col Teatrino in realtà Lei alludesse
Al tragicomico della sua squadra.
Illuminato da un raggio un po’ crudo
C’è qualche crepa, il cerone si scioglie
E poi un sussurro: guardate, il re è nudo.
Girolamo Sirchia, dopo la battaglia contro il fumo, parte per una nuova crociata e insedia una Commissione scientifica di alto livello per decidere la dieta ideale degli italiani. Sapevamo che il liberismo non era più di moda. Ma qui siamo al trionfo del paternalismo. Ci spiace, signor ministro, ma vorremmo continuare a scegliere noi il menu. Sperando sempre che qualche ristoratore non prenda la palla (o la polpetta) al balzo: porzioni più ridotte sì, ma allo stesso prezzo di prima. Per sfruttare anche l’elasticità della domanda al prezzo. Tutto grasso che cola per far dimagrire gli obesi italiani.
Ferie d’Agosto, la giusta quiete, E’ questo il tempo per prendere in mano Ma è mai possibile che quasi ogni volta Per riformare la Costituzione Se il capo ultras è all’uscio che bussa E poi il nostro Capo riceve in Certosa Lui lancia il sasso e ritira la mano E poi la sparata di fine estate Insomma, è riuscito a rompermi il fiato Così come il suo, se non vado errato,
Tempo per vivere e per pensare
Buone letture e accesso alla Rete
Le nuove idee mi vengono al mare
Spunti e intuizioni lasciati da parte
Il tempo libero è spazio sovrano
Per nuovi articoli e città d’arte
Dando un’occhiata distratta al giornale
La mia attenzione veniva distolta
Perché non siamo un paese normale?
A quattro Saggi han fatto ricorso
Li han proclamati per televisione
Almeno i giudici han vinto un concorso!
E vuol la squadra in serie B
Semplice, in fascia mettiamo La Russa
Ormai certe cose si affrontan così
Gli ospiti accoglie con faccia spavalda
Ha preparato con cura ogni cosa
Riempiendo di cactus la Costa Smeralda
E i suoi poi continuan con grande protervia
Attenti Piero, Carlo e Romano
Per voi va in onda Telekom Serbia
Sui giudici pazzi. Se Lei mi consente:
ma come le pensa ste cose insensate
che neanche a Benigni verrebbero in mente?
Mi sono distratto con cose meschine
Per calmar l’ulcera mi sono sfogato
Ma il mio mestiere non è scriver rime
E’ l’arduo ufficio del governare.
Quel suo contratto andrebbe onorato
E un po’ di silenzio, vorrei lavorare.
Acque del mare nostro Acque delle nostre sconfitte Acque delle nostre fedi Acque dei nostri miti Da sempre un Ulisse lacero ti attraversa Siamo tutti Ulisse, Itaca è il mare.
Nefaste rigogliose
serene terribili,
Mediterraneo dalle vicine sponde
E dai destini lontani
Acque dei nostri slanci,
Mediterraneo degli opposti incrociati
E dei fratelli divisi
Acque delle nostre eresie
Mediterraneo del Dio di tutti
E delle guerre sante
Acque del potente logos,
mediterraneo delle civiltà
e dei mostri della ragione.
Da nord a sud da ovest a est
Da sempre si torna a casa
risalendo la corrente del Mediterraneo.
In esclusiva per i nostri lettori, proponiamo la sequenza fotografica della liberazione di un fenicottero rosa, avvenuta il 12 agosto 2003 nelle acque della riserva naturale delle saline di Margherita di Savoia, popolate anche da numerosi cavalieri d’Italia. L’evento (il primo in sei anni e il secondo da quando si è insediata nella salina una colonia di fenicotteri) è stato reso possibile grazie alla cooperazione tra il Cipr di Cosenza e il Corpo Forestale dello Stato
Chi non aveva un compagno viziato Un pizzicotto e poi vi guardava Crescendo ne avete incontrati degli altri Da che è Ministro di Grazia e Giustizia Lei, ingegnere devoto ai Padani Leggi tagliate e cucite con cura Oggi ci ha detto che non se la sente Per ribadire chi è che ha il Potere Chissà come mai, Ministro Castelli Spero soltanto che una notte allo specchio
Aria arrogante e parlata maldestra
Provocatore del gioco truccato
Perché è il protetto dalla maestra?
Che fai, vuoi reagire con la violenza?
Dentro la rabbia era un fiume di lava
Ma sapevate di aver perso in partenza
Pronti a godere nel darvi uno smacco
Stessa arroganza, stessi occhi scaltri
Piccoli epigoni di Ghino di Tacco
Ha imposto uno stile, si è mosso con foga
Ha caricato senza pigrizia
Appena ha visto agitarsi una toga
Nel riciclar materiale di scarto
Ha superato anche i più veterani
Confezionando leggi da sarto
Senza una piega o un filo scomposto
Per orientarsi una guida sicura
Un busto di Cesare sempre al suo posto
Di chiedere la grazia per quello di Pisa
La sua coscienza non glielo consente
Anche se sa che è una scelta assai invisa
Ci ha poi propinato un immondo pastone
Mischiando Sofri alle stragi nere
E i suoi Serenissimi in mezzo al listone
Non so immaginare dove lei la nasconda
Questa coscienza sorda agli appelli
Di chi le si oppone e di chi la circonda
La Dea Bendata le appaia in sogno
E le sussurri discreta all’orecchio
Mi scusi, Ministro, di lei mi vergogno
Presidente, le rivolgo una preghiera
L’accolga senza acredine, la ascolti fino in fondo
Le posso assicurare che è limpida e sincera
La tenga in mente mentre gira il mondo
Ieri è iniziato tra fiori e abiti scuri
Il suo momento della verità
Mi son trovato a rivolgerle gli auguri
Dita incrociate per quello che farà
Discorso meditato, pensavo speranzoso,
e forse l’ha rivisto perfino il nostro Ciampi
vedrai che riuscirà a sedurre il più scontroso
tornando fiero di consensi tanto ampi
E’ strano per chi proprio non la inquadra
Fare il tifo quasi fosse una finale
Smettendo la casacca della propria squadra
Per infilarsi quella della Nazionale.
Purtroppo l’incanto è durato poche ore
Lasciato il testo e proseguendo a braccio
In un crescendo di boria e di furore
Fondendo assieme Lucifero e un pagliaccio
Lei ritenuto gran comunicatore
Sintesi estrema e semplificazione
Pochi secondi invece di due ore
Anche sta volta ha riscosso l’attenzione.
Riuscendo a dire in quel modo infausto
Che ignora storia e ragioni dell’Unione
Che non comprende cos’è stato l’Olocausto
Che non gradisce nessuna opposizione.
Le chiedo, almeno quando gioca in Nazionale
Di rispettare arbitri e avversari
Di far vedere gioco duro ma leale
E di accettare la sconfitta o il pari.
Anni di sforzi, nei prossimi sei mesi
Potrebbero rivelarsi come vani
Non vorrei che i Tedeschi ed i Francesi
Concludessero: sempre loro, i soliti Italiani.