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Categoria: Licenza Poetica Pagina 9 di 16

Fiducia

Mal riposta in moglie fedifraga
che s’appresta a burlarsi di te

illusi che allunghi la vita
come fosse la grazia di un re

Ma che re! e che fiducia carpita
–  hanno chiesto rimborsi e cachet
i reali allo Stato sovrano

al Senato s’è chiesta fiducia
alla Camera oscura in cui siamo
ed ai  taxi  di Roma e Bruxelles.

Spero solo s’ottenga l’avallo
a sbracarsi di risa e di frusta
per domare l’ardito toupet.

Te la do io la Finanziaria!

Ecco qui la finanziaria
ben nutrita e alquanto varia.
E’ la strenna all’Italiana,
l’ha calata una befana

che ha il volto del Romano
e sedur la vuol Giordano.
Nella calza c’è il carbone
per il birbo Berluscone

e c’è pure qualche coccio
di Tommaso, pel bamboccio.
Il Bersani ragazzuolo
di dolciumi ne ha un lenzuolo,

ma però il consumatore
non ne assaggia alcun sapore.
E il regalo per Damiano?
Chi lavora, mai usurato,
sarà presto pensionato.

Quanto a Barbara e alla Rosi
non ci son doni costosi,
anzi nulla per davvero,
a che serve il Ministero?

Ma pei miti cittadini
degli omaggi o dei o-maggini?
Sì, l’aumento del biglietto
pel trasporto in vagon letto,

e pur anco al pendolare
che assai presto deve alzare,
che se poi apre la luce
e il caffè sul gas induce,

si ritrova le bollette
a salir tra il cinque e il sette,
mentre aumenta il tramezzino
e lo multa, il vigilino.

E per me contribuente
c’è un sollievo oppure niente?
Tu le tasse le hai pagate,
sono belle, l’ho aumentate,

dice Visco corrucciato
che va quindi ringraziato,
da chi scrive un po’ inc…..to.

La concorrenza

Il Bersan libertadore,
che "sviluppa" con furore,
si ritrova nel lenzuolo
un bel buco e non è il solo.

I lenzoli si son rotti
li ha strappati il sor Caprotti,
e spiegato lo ha pei calvi
un cotal Geminello Alvi.

Sul "vantaggio" delle Cooppe
no, non basta metter toppe,
che chi chiede concorrenza,
poi le rosse lascia senza

e per dargli una spintina
mette al banco l’Aspirina.
Tutti paghino le tasse:
ma perché le Coop più basse?

E se vuolsi aprir bottega,
la Sinistra l’Esse lega
e a Livorno ed in Romagna
fa poi posto alla Coompagna!

A me sembra, oh Pier Luigi,
che di notte non son bigi
tutti i gatti del mercato,
che qualcuno è più arrossato

ed agli altri concorrenti
mostra l’unghie e pure i denti,
e il suo scopo del sociale
è riempire lo scaffale.

Oh compagno de’ miei anni verdi
dove sei andato, dove ti perdi?
Ti preferivo con falce e martello;
or solo pensi a colmare il carrello!

Di doman non c’è certezza (Lorenzo de’ Medici)

Quanto fa l’Union tristezza,
il suo tempo fugge via,
se vuol essere lieta sia,
di doman non ha certezza.

Quest’è Veltro e questa è Rosi,
belli, l’un dell’altra ardenti,
nel PiDi staran focosi,
sorridendo, a stretti denti.

Ballan ninfe e satiretti,
Livie, Anne, Franceschetti,
Bersanbacco suona il zufolo alla Cooppe,
è vestito col lenzuolo tutto toppe:

chi vuol esser lieto sia,
di doman non han certezza.
Schiopa va presso a costoro,
ciò che fa crea lo sgomento

e che giova aver tesoro
s’Epifano è poi scontento?
Questa soma che vien drieto
sopra l’asino è Prodeno

così fiacco è spento e ameno,
pien d’acciacchi e d’anni pieno,
ride e gode tuttavia,
chi vuol essere lieto sia.

Questa Unione non risana,
il suo Pil a stento sale,
la ripresa s’allontana,
ma c’è tregua…per il deficit statale.

Han bruciato il tesoretto,
l’Alitala è un fallimento,
le riforme nel cassetto,
alla barca falla barra e manca vento.

Non dan scampo i prezzi cari,
le viscose tassazioni;
chi si affanna pei precari,
chi licenzia i fannulloni?

Ma l’Unione, che bellezza,
al più presto vola via,
di domani è la certezza,
chi vuol esser lieto sia.

L’esame di maturità

Gli studenti dell’Unione

han studiato con passione

e il programma dell’esame,

(non del Silvio il gran  ciarpame!)

 

con gran cura preparato

e più volte ripassato,

con gran sfoggio e con acume

rilegato è in un  volume.

 

Son qui pronti baldi e puri

p’esser fatti infin maturi

e dal preside di Roma

ritirare un bel diploma.

 

Il secchione  è  sol Romano,

 il bulletto  un tal Giordano,

Pier Luigi, ragazzuolo,

lui di appunti ne ha un lenzuolo.

 

Massimino pien di boria,

la lezion la sa a memoria,

manca Rosy a religione

chiesto, infatti, ha l’esenzione.

 

C’è Tommaso sorridente,

che nei calcoli è carente,

ma da bravo liceale

nel parlare è inver speciale.

 

E’ una classe rumorosa,

ed alquanto assai rissosa

grida, alterchi, anche spintoni:

non vorrei… esser Veltroni!

 

Otterran la promozione?

Mah!? C’è Almunia in Commissione!

Se poi vanno alla Bocconi

non avran raccomandazioni:

 

lì gli esami sono seri

che li fa Tito Boeri

e verifiche sui saldi

fan la Voce e il Garibaldi.

 

Un appello ai professori:

van buttati tutti fuori!

“Il tesoretto” Commedia all’Italiana in numero imprecisato di atti

Il da dire è presto detto,
c’è lì in cassa un tesoretto,
fu dovuto all’extra-entrata,
al governo regalata

del Tremonti dalla cura,
dalla buona congiuntura,
che né il Visco né il Bersani
ci hanno messo piedi o mani.

Per spartirsi quei denari
grande lite tra i compari:
chi li vuol pei pensionati
altri un po’ai disoccupati,

l’han già presi gli statali,
poi c’è il buco agli ospedali
e con tale introito in più
la ricerca o l’ auto blù?

Vi è anche il debito statale,
che l’ Almunia fa star male,
l’ICI in calo si propone,
da colui che fu il Piacione.

Poi un ritocco al deputato
e un aumento al magistrato,
qualche cosa agli ammogliati
poi le case agli immigrati

Dice Luca industriale
voglio il cuneo assai fiscale,
io ti dico, son Rosyna,
se convivi….pensioncina

Vi confesso, son perplesso
e mi sento un poco fesso,
mentre s’alza il siparietto
del nuov’atto al “Tesoretto”.

Mancan solo i De Filippo,
ma c’è sempre il nostro Pippo:
la commedia all’Italiana
più che mai è vivace e sana.

Qui neppure a Pirandello,
un pastiche così bello,
con Romano ch’entra ed esce,
sono certo, non gli riesce.

Voci e fischi dal loggione!
Presto il bis del Berluscone!?

Il consiglio (la politica paga, ma costa)

Caro babbo, disse il figlio,
io ti chiedo qui un consiglio
per le scelte del domani,
che finii di dare esami

e firmato m’ha il rettore
l’attestato di dottore:
ha la targa del Bocconi,
mi darà soddisfazioni!

Vorrei dunque con decoro
farmi strada nel lavoro:
forse quello del bancario,
buon stipendio e dolce orario,

oppur fare il fiscalista
o magari il marketista.
Anche c’è nei miei pensieri,
d’imitar Tito Boeri,

lui d’esempio non mi è solo,
che c’è anche il Miche Polo.
E se fossi consulente
o in carriera presso un ente!?

Ora il babbo inarcò il ciglio
e poi disse: caro figlio,
tu a parlar sei più che lesto
e sai già qual è il contesto.

Sempre pronto alla battuta
hai la mente aperta e acuta,
dunque scegli ciò che aggrada,
ma al mio dire adesso bada

e ritieniti avvertito
d’ adocchiare un buon partito.
Prima scala il comunale
o il consiglio provinciale,

di politica cultore
trova un posto d’assessore,
se poi, infin sei fortunato
tu puoi fare il deputato

e passato qualche mese
le pensioni son comprese.
Dammi retta, non tardare
vatti tosto a tesserare.

Pensioni


Fantafuturi di suicidi in massa
inferni familiari, ultime spiaggie…
Ma la realtà – vedrai – sarà più sciatta:
signore imbellettate con le rughe
saranno ad accoglierci alla cassa
vecchi di plastica venderanno polizze
e i cinquantenni tenteranno l’oppio
(o forse il più discreto sacerdozio
con così poche nuove vocazioni)
dopo trent’anni precari senza mutuo.
Hai voglia a dire che la vita media
s’allunga come serpe incontroversa:
a settant’anni potrò viaggiare poco
e ne restano di vita solo dieci.
Di contributi ne ho versati tanti
(quanto una vita, cinquant’anni!)
mentre mio figlio ogni giorno dice
–   papà, spero d’essere investito sulle strisce
andando all’agenzia per lo staff leasing
così che almeno tu sarai felice.

L’ode al Bersanno

E’ passato quasi un anno
dal decreto del Bersanno,
che promise mari e monti
circa i costi cui far sconti

e far sì che a concorrenza
più nessun restasse senza,
onde il pio consumatore
del mercato sia signore.

Ma il ministro un po’ stempiato
l’obiettivo ha inver sbagliato
ché col fare suo beffardo,
lui non volse mai lo sguardo

al settore dell’impiego
che fa capo, ora lo spiego,
alla pubblica gestione
dove regna il fannullone

che per scarso rendimento
mai subì licenziamento,
ove spreco e incuria impera
ed il merito dispera.

Il ministro riformista
riformò solo il tassista,
e di tutti i nostri guai
dette colpa ai benzinai,

mentre al figaro sancì
che stia aperto il Lunedì.
Io però mi sono accorto
che il lenzuolo è proprio corto

e per nulla m’è cambiata
la mia vita travagliata.
Cresce l’imposizion locale
e quanto costa la spa municipale!?

Sale la tariffa ferroviaria,
del politico la diaria,
fa difetto competenza,
sempre aspetto l’efficienza

e se vengo processato
dal solerte magistrato,
io nel nostro tribunale,
ci festeggio…. il decennale!

Via dei Malcontenti

A Firenze, in Santa Croce,
va spargendosi la voce
che là in via de’ Malcontenti,
sono pochi i residenti,

ma da giorni è radunata
molta gente assai imbronciata:
non ha freddo dell’inverno,
ma è gelata col governo.

Prima giunsero i tassisti
a seguire i farmacisti,
ed ancor gli odontoiatri,
pur gli agronomi e avvocati.

Dalla pompa, sopraggiunti,
i gestori un poco unti,
han le lacrime sul viso,
il lenzuolo è tutto intriso.

Giunse pure il pensionato,
cui fu il sangue prelevato:
quando il ticket gli fu noto
mai più – disse – avrete il voto!

Poi ci sono i dipendenti,
cui promisero gli aumenti,
ma che han visto il cedolino
non alzarsi di un ventino.

E c’é anche il clericale
perché il sacro coniugale
ora è tutto contraffatto
dacché i Dico hanno misfatto.

Il barbiere è assai adirato
col ministro che fa festa,
buon per lui ch’è un po’ pelato
sennò lavagli la testa!

Va la folla più ingrossando,
e la voce sta innalzando,
tutti in faccia sono bigi,
ma li sente il Pala Chigi??

Ora questi Malcontenti,
dei lor voti penitenti,
sono troppi e van spostati
…. al piazzal degli Arrabbiati!

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